Archetipi, calendari, libri natalizi e modellini brutalisti
un magazine online di cultura visiva — dal 2006
Questa settimana, su Frizzifrizzi abbiamo scoperto che:
· le colonne del tempio di Salomone, a Gerusalemme, si chiamavano Bohas e Jakin: la prima è il soffio dell'anima, il principio femminile; la seconda il principio maschile e il fuoco interiore che porta a prendere iniziative;
· in Italia, nelle discipline progettuali, abbiamo troppi “padri” e non sappiamo come “ucciderli” (idealmente parlando);
· a Mosca c'è un palazzo che viene chiamato “la casa sulle cosce di pollo” perché poggia su pilastri che assomigliano, appunto, alle gambe di un galletto;
· la città industriale di Dnipropetrovsk (oggi Dnipro), in Ucraina, era una cosiddetta “città chiusa”, cioè inaccessibile e cancellata dalla mappe per via dei segretissimi stabilimenti di armi nucleari e dell'industria spaziale che sorgevano lì;
· nello stabilimento Faber-Castell di Engelhartszell, in Austria, producono e usano più di 250 tonnellate di inchiostri all'anno: una parte finisce nei nostri evidenziatori.
Una ricerca incessante
«Mi piacerebbe occuparmi di un solo pezzo per ogni tipologia di oggetto: una maniglia, una console, una panca… questo modo di ragionare è conseguente alla mia natura ma è forse la cosa che più mi avvicina all’idea di sostenibilità. L’archetipo, quello è per me un piccolo sogno da seguire» spiega il designer Guglielmo Poletti. — L'ha intervistato il nostro Tommaso Bovo.
Un futuro in immagini
Le grafiche dello studio Muttley per il Festival Aperto di Reggio Emilia
La designer Silvia Castagnoli ha lavorato sul simbolismo e sui tarocchi attorno al concetto di “principio speranza” del filosofo Ernst Bloch. Ci sono quattro fasi: rivoluzione, azione, ricostruzione e cambiamento.
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Il magico 2021 dello sport italiano celebrato in un calendario illustrato
L'ha disegnato il designer Giuseppe Laselva, art director dell'agenzia pugliese Push Studio, per dare slancio anche al 2022.
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Un colore al giorno
Il marchio italiano bello. ha prodotto anche quest'anno il suo HueCalendar. Ogni giorno è coperto da una tessera colorata da strappare, e quest'edizione è accompagnata da una collezione di quaderni e tovagliette.
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Delle cartoline del tempo pandemico
«C’era un tempo in cui affidavamo il nostro affetto a delle cartoline che facevano i chilometri in motorino solo per dire: ti sto pensando. Oggi è tutto diverso. Ma diverso a tal punto che una cosa così non l’abbiamo mai vissuta. Allora ho pensato di riprendermi tutta la lentezza di un foglio di carta per dirti, ogni settimana, ti sto pensando». — Le hanno disegnate e scritte un'illustratrice e una copywriter — Lavinia Fagiuoli e Maddalena Giusto — e ora sono state tutte raccolte in un libro.
Dei luoghi vicini e lontani
26 illustratrici e illustratori e la loro idea di Milano
Chiude domani la mostra Milano destinazione natura, che tratta il tema dell’ambiente e di un futuro più sostenibile per la città. È organizzata dal progetto Milano Postcards e sul nostro sito si possono vedere tutte le illustrazioni.
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La decomunistizzazione di Dnipro
Un allucinante “documentario” animato su un'ex “città chiusa” ucraina dopo il crollo del regime.
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I modellini degli edifici brutalisti e modernisti oltre la Cortina di Ferro
Il secondo volume di una piccola serie prodotta dallo studio polacco Zupagrafika, con la storia di alcuni edifici simbolo e i modellini in carta per costruirli.
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Dei libri natalizi per bambine e bambini
Li ha selezionati il nostro Davide Calì, che ha compilato una lista di titoli per chi non sa cosa regalare alle piccole lettrici e ai piccoli lettori. — Sono 13 albi illustrati, pieni di Babbi Natale, renne, elfi, Befane, ma anche pecore, volpi, lupi, donnole, gabbiani, orsi, conigli...
Delle rime illustrate
Rodari e la natura
Ambiente Rodari è una mostra (che chiude oggi) a Castiglione del Lago (Pg), ma è anche un bel libro che celebra il maestro di Omegna con una selezione di rime sul tema della natura, tradotte in immagini da illustratrici e illustratori.
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Come ogni lunedì
È una nuova rubrica a cura della giovane illustratrice e tatuatrice Alessandra Bruni, che ogni settimana illustra una notizia della settimana precedente.
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E inoltre
Il colosso tedesco della cancelleria Faber-Castell mostra in un video come si producono gli evidenziatori.
QUANDO APPARE IL GIALLO FLUO BISOGNA METTERE GLI OCCHIALI DA SOLE →
Typographica Library è un nuovo progetto che mira a diventare un archivio degli specimen tipografici digitalizzati e liberamente disponibili online.
L'ARCHIVIO, PER ORA, LINKA ESEMPLARI CHE VANNO DAL 1628 AL 1984 →
TypeCampus e la fonderia digitale fiorentina Zetafonts hanno lanciato una call.
CONSISTE NEL REALIZZARE OPERE CHE, ATTRAVERSO LA TIPOGRAFIA, INVITINO A PRATICARE LA GENTILEZZA →
Un account Twitter dedicato alle prospettive confuse 🔍
MEGLIO GUARDARE SEMPRE ALMENO DUE VOLTE →
Come si vive in una delle città più fredde della Terra ☃️
IL VIDEO-RACCONTO DI UN'ABITANTE →
Com'è fatto il plancton 🔬
UN IPNOTICO VIDEO (C'È PURE UN ESSERINO CHE SEMBRA SORRIDERE) →
Mappe terribili (e terribilmente interessanti) 🗺️
FORSE L'ABBIAMO GIÀ POSTATO MA VALE LA PENA RISPOLVERARE IL LINK →
Come creare e rilegare uno sketchbook in casa 🪡
BASTANO UNA SCATOLA DI CEREALI, DELLA CARTA E POCO ALTRO →
Bonus La bussola* di Amedeo Feniello e Alessandro Vanoli
Per secoli e millenni si navigò soprattutto di cabotaggio, badando bene cioè a non perdere di vista la costa. Poi, quando la costa non la si scorgeva più e occorreva proseguire, allora ci si affidava ai sensi e all'esperienza, come tutti i navigatori mediterranei: seguendo i venti, osservando il moto del sole e degli astri notturni, sentendo quasi fisicamente le correnti. Un problema di direzione, insomma, non di posizione.
Con la bussola tutto questo cominciò a cambiare. Navigare, ora, era anche un problema di posizione.
Molto rapidamente lo strumento si diffuse dal Mediterraneo verso altri mari europei. Attorno al XIV secolo era già diffusa tra i naviganti del Mare del Nord contribuendo non poco all'esplorazione di quegli spazi marittimi. Anche Dante la conosceva: ne fece un rapido accenno nel Paradiso (XII, 29): «del cor de l'una de le luci nove / si mosse voce, che l'ago a la stella / parer mi fece in volgermi al suo dove». L'ago che fa volgere verso la Stella Polare: la bussola, insomma. E uno dei primi commentatori del poeta, Francesco Buti (m. 1406) spiegò meglio:
Anno li naviganti uno bussolo che nel mezzo è impernato una rotella di carta leggeri, la quale gira sul detto perno; e la detta rotella ha molte punte, et ad una di quelle che vi è dipinta una stella, è fitta una punta d'ago; la quale punta li naviganti quando vogliono vedere dove sia tramontana, imbriacano colla calamita.
E quell'idea di «ubriacare la calamita» forse non era neanche tanto metaforica dal punto di vista degli uomini del tempo: c'era qualcosa di magico in quel muoversi, come se l'ago fosse vivo; e non era neppure ben chiaro come calamitarlo in modo permanente. Così si risolveva accostandogli una calamita quando si voleva far funzionare il tutto: ed era come se l'ago impazzisse, ubriaco appunto.
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* Estratto dal capitolo La bussola, da Storia del Mediterraneo in 20 oggetti, di Amedeo Feniello e Alessandro Vanoli, Editori Laterza, 2018.
Feniello insegna Storia medievale all'Università degli Studi dell'Aquila e lavora presso l'Isem-CNR di Cagliari.
Vanoli è storico e scrittore, esperto di storia mediterranea.