Buste di carta, segnalibro e voli con le nuvole
un magazine online di cultura visiva — dal 2006
Questa settimana, su Frizzifrizzi abbiamo scoperto che:
· «lavorando in modo così veloce, con un pennello anche molto grande, dove le linee sottili vengono date dal movimento del polso come nella calligrafia cinese o giapponese, gioco continuamente con l’imprevisto. Può capitare, ad esempio, che la chiazza sia più carica di acqua e svolti sulla carta in una direzione diversa da quella desiderata. Io non me ne preoccupo e in modo istintivo e veloce — come un animale nel bosco che fiuta un odore nuovo — trasformo la chiazza in qualche cosa di inaspettato, che spesso mi sorprende». Così Nicola Magrin descrive il suo modo di dipingere;
· poikilometes, epiteto con cui Omero descrisse Ulisse, può essere tradotto con la suggestiva espressione “dalla mente cangiante” o, meglio ancora, “dalla mente colorata e screziata”, come suggerisce lo scrittore e critico Pietro Citati;
· negli anni '20 F.I.L.A. iniziò a produrre segnalibro illustrati e a metterli nelle scatole di matite. Nel 1934, seguendo l'esempio di Perugina e del “Feroce Saladino”, cominciò a stamparne in diverse quantità, così da far sì che alcuni fossero più rari. Il più difficile da trovare era un segnalibro della serie “gli Sport”, quello dedicato al pugilato, che usciva solo in una scatola su 500;
· l'invenzione della borsa potrebbe essere stata più importante di quella della ruota;
· fin dal 2015 il Centre Pompidou di Parigi commissiona ad artiste e artisti video originali sull'arte pensati per il pubblico più giovane.
Un valzer di pieni e vuoti
«Fin dall’inizio mi sono immaginato il libro come un haiku giapponese dove la parola abbraccia l’immagine acquarellata dando vita a un intreccio in cui l’immagine la puoi leggere e la parola la puoi osservare come se fosse un’incisione, un ideogramma sulla parte bianca della carta» spiega Nicola Magrin. — La nostra Giovanna Canzi l'ha intervistato sul suo nuovo libro: Altri voli con le nuvole.
Delle stanze d'artista (continua anche questa settimana il festival online #9mbreinlibro)
La stanza di Kris Di Giacomo
Nata in Brasile da genitori americani, ha studiato a New York e ora vive a Parigi, dove lavora. Ha pubblicato più di venti libri illustrati, alcuni dei quali hanno vinto premi molto importanti.
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La stanza di Guendalina Passeri
È cresciuta disegnando tra gli alberi sulle colline di Assisi, in compagnia di Beatrix Potter, Tony Wolf e molti altri che facevano capolino dai tanti libri illustrati che aveva in casa.
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La stanza di Richolly Rosazza
L'artista peruviano vive in Italia dal 2007 e con i suoi lavori esplora il mondo infantile, in particolare l’abilità della mente creativa, propria dei bambini, che riesce a trasformare tutto in gioco.
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Un'Odissea (sui muri)
L'artista Luogo Comune ha portato sulle strade del quartiere Borgo Palazzo di Bergamo l'immortale avventura di Ulisse, realizzando 10 murales nati a partire da disegni di bambine e bambini. — A chiamarlo è stata l'Officina Tantemani, una delle realtà che stanno lavorando alla riqualificazione di due stabili per restituirli alla città con funzioni rinnovate.
Un'infanzia
Gli “ingredienti” dell'arte, spiegati a bambine e bambini
Nato a partire da una serie di animazioni realizzate per il Centre Pompidou, Artecadabra è un'esplosione di segni, fustelle, pop-up, trasparenze, forme in rilievo ed elementi che si muovono, si tirano, si girano.
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Cinque libri di Guridi
Questa settimana ha debuttato su Frizzifrizzi Cinque, una rubrica di Davide Calì che parla di cinque libri, cinque fumetti o cinque-qualsiasi-altra-cosa.
La prima puntata è sugli albi dell'autore spagnolo.
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I maxi Lego in legno per arredare la casa
Pensata per ex bambine ed ex bambini, la nuova Lego Home Wooden Collection è composta da accessori in legno che riprendono le linee dei mattoncini e, come questi, si possono impilare.
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Un bisticcio
«Si deve procedere con pazienza, una facciata alla volta». Ma la facciata del foglio o quella che si dà sbattendo il muso? — Il nuovo Bisticcio del nostro Federico Demartini.
Degli oggetti
I segnalibro storici di F.I.L.A.
In mostra alla Biblioteca Nazionale Braidense esemplari realizzati dalla Fabbrica Italiana Lapis ed Affini tra gli anni '20 e gli anni '70.
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Una collezione di borse di carta
Le raccoglie un designer britannico, che ha da poco aperto un account Instagram per mostrare il suo enorme archivio. E presto uscirà anche un libro.
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Come ogni lunedì
È una nuova rubrica a cura della giovane illustratrice e tatuatrice Alessandra Bruni, che ogni settimana illustra una notizia della settimana precedente.
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E inoltre
Ancora pochi giorni per partecipare al concorso di illustrazione Annual 2022, organizzato dall’Associazione Autori di Immagini.
DEADLINE: 7 DICEMBRE →
Welcome to Uhuru Republic: in mostra a Bologna le opere del progetto collettivo tra Italia e Africa.
È INIZIATO IL BILBOLBUL! →
Si chiude con la quinta puntata la bella serie di post del blog Bambini e Topi su un secolo di film incentrati sull'infanzia 📽️
DAL 1921 AL 1939 →
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Bonus Il calzino rovesciato* di Franco Lorenzoni
I pensieri infantili sono sottili. A volte sono così affilati da penetrare nei territori più impervi arrivando a cogliere, in un istante, l’essenza di cose e relazioni. Ma sono fragili e volatili, si perdono già nel loro farsi e non tornano mai indietro.
Così alla maggior parte delle bambine e dei bambini non è concesso il diritto di riconoscere la qualità dei propri pensieri e rendersi conto della loro profondità. A molti non è concesso neppure di arrivare ad esprimerli, perché un pensiero che non trova ascolto difficilmente prende forma e respiro.
Una moltitudine innumerevole di associazioni, intuizioni, connessioni e vere e proprie folgorazioni infantili restano dunque nascoste sotto terra, scavando un labirinto di canali che non arriveranno mai alla luce del sole, perché privati della dignità che nasce dal credere nella propria capacità di pensiero.
Quando nacque il mio primo figlio, sua nonna sarda ci disse che bisognava vestirlo mettendogli sempre un abito alla rovescia. Pescando dalla cultura arcaica contadina, riteneva che una mutanda o un calzino rovesciato potessero proteggerlo dal malocchio. Ciò che di male o di negativo arrivava dal mondo, nella sua idea era ostacolato e deviato da quell’abito rovesciato. Non credo al malocchio, ma penso che ci fosse saggezza in quella proposta, perché è nel modo in cui vestiamo gli abiti che consolidiamo le nostre abitudini.
E se vogliamo liberarci o perlomeno attenuare il malocchio assai concreto di chi ci vuole solo veloci consumatori dissennati o fruitori compulsivi di giochi che immergono per troppo tempo in schermi d’ogni dimensione i bambini, fin dalla più tenera età, dobbiamo prenderci le nostre responsabilità e, da adulti, proporre a figli o allievi di indossare a rovescio qualche abito mentale, sin dai primi anni.
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* Incipit dal libro I bambini pensano grande. Cronaca di una avventura pedagogica, di Franco Lorenzoni, Sellerio, 2014.
Lorenzoni (Roma, 1953) è un scrittore e prima di tutto un maestro elementare a Giove, in Umbria. Nel 1980, insieme a Roberta Passoni, ha fondato la Casa-laboratorio di Cenci, un luogo di ricerca educativa ed artistica.
I bambini pensano grande racconta un anno di vita in una quinta elementare di Giove.