Dipinti in movimento, pennuti e fuochi d'artificio
un magazine online di cultura visiva — dal 2006
Questa settimana, su Frizzifrizzi abbiamo scoperto che:
· una leggenda narra che Guglielmo il Conquistatore, re d’Inghilterra nell'XI secolo, fosse stato salvato da uno spazzacamino quando un carro trainato da un cavallo imbizzarrito stava per investirlo: da qui sarebbe nata la convinzione — diffusa soprattutto in Germania e Regno Unito — che chi pulisce i camini porti fortuna;
· i fuochi d'artificio possono avere tantissimi nomi, in base alle forme e agli effetti: sbruffi, ventagli, comete, fontane, serpentelli, palme, glorie, girasoli, capricci, girandole...
· il trittico della Battaglia di San Romano di Paolo Uccello è “sparso” tra tre dei più grandi musei europei: una tavola agli Uffizi, una al Louvre e una alla National Gallery di Londra;
· «il visionario vede le cose sotto una luce lunare» scriveva il poeta e iconografo Juan Edoardo Cirlot;
· tra il '700 e l'800 trovare nuove piante in capo al mondo poteva fruttare molti, molti soldi, a patto di farle arrivare sane e salve nelle serre europee;
· dai funghi si possono ricavare centinaia di colori;
· i poliziotti non amano in rosa;
Una messa in moto
Da ragazzino, durante una visita agli Uffizi, il pluripremiato artista dell'animazione svizzero Georges Schwizgebel rimase incantato davanti a un dipinto di Paolo Uccello. Molti anni dopo ha deciso di dedicare alla celebre Battaglia di San Romano un cortometraggio. — Nel corto, interamente dipinto a mano, l'opera prende vita.
Uno sguardo al cielo
Un libro illustrato pieno di botti colorati
L'ha realizzato il designer Pietro Grandi, che racconta per immagini la magica storia dell'arte pirotecnica, ridisegnando antiche incisioni e xilografie.
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Un 2022 all'insegna della Luna
Bando ai calendari solari, che ci ricordano scadenze e impegni, e largo al sognante Lunario, progettato dalla designer e illustratrice Laura Anastasio.
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La vera storia dei piccoli spazzacamino
In un cortometraggio d'animazione la vera testimonianza di uno spazzacamino dell'800, che racconta le terribili condizioni degli apprendisti, reclutati già da bambini.
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Una scelta
Da giornalista di moda a Milano a contadina sulla riviera ligure, Laura Bianchi ha raccontato la sua storia in un libro: L'erba corre quando vuole. Diario di campagna di una donna di città. — La nostra Giulia Ficicchia l'ha intervistata.
Delle spore e dei becchi
Mushroom Color Atlas
Esperta di funghi e artista tessile, la statunitense Julie Beeler ha messo online una guida per ricavare pigmenti da alcune specie fungine.
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L'illustrazione ornitologica del XVII e XVIII secolo
Una monografia piena di tavole d'epoca, curata dall’illustratore e scrittore irlandese Philip Kennedy.
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Un gallo esistenzialista
Mentre razzola per un cimitero, si lancia in pensieri oscuri sulla vita e la morte in un'animazione realizzata dal regista Seth A Smith, celebre per l'horror di culto The Crescent.
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Un giovane talento
Da qualche mese, ogni lunedì, la giovane illustratrice e tatuatrice Alessandra Bruni racconta su Frizzifrizzi le notizie della settimana precedente attraverso un'illustrazione. — È arrivato il momento di conoscerla meglio, e il nostro Davide Calì l'ha intervistata.
Degli albi illustrati
Chi inventato la scrittura?
È stato forse il misterioso popolo dei Glifi? Così suggeriscono Ilaria Cairoli e Alberto Casagrande, che hanno firmato un bel “libro da parati” che si apre come un poster.
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Cinque libri dedicati alla figura del papà
Li consiglia il nostro Davide Calì nella sua rubrica Cinque, e raccontano di papà tuttofare, papà gentili, mostri-papà e papà pieni di risorse.
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Come ogni lunedì
È una rubrica a cura della giovane illustratrice e tatuatrice Alessandra Bruni, che ogni settimana illustra una notizia della settimana precedente.
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E inoltre
Anche i caratteri tipografici hanno i trailer.
ECCO QUELLO DI MADEFOR, NUOVO FONT PRODOTTO DALLA PIATTAFORMA WIX →
I logo di Apple, Google, Instagram, Nasa, WWF e McDondald’s rivisitati in base a sei stili.
DALL'ART NOUVEAU AL BAUHAUS →
Il bel progetto LogoArchive, di cui tante volte abbiamo parlato, ha lanciato una newsletter dedicata alla storia di alcuni celebri logo ✉️
SI CHIAMA LOGO HISTORIES →
Nelle campagne pubblicitarie stanno tornando font serif condensed che andavano negli anni '80 👉👈
SE NE PARLA SU EYE ON DESIGN →
Giocare a mettere in ordine cronologico voci tratte da Wikipedia 🕰️
WIKITRIVIA →
Visitare virtualmente Villa Majorelle, a Nancy 🥀
CAPOLAVORO DELL'ARCHITETTURA ART NOUVEAU →
Che fare con la plastica non riciclabile? ♻️
POTREBBE ESSERE TRASFORMATA IN MATTONI DA COSTRUZIONE →
«We don’t hate flat art, we hate capitalism». Un pezzo in cui si parla delle illustrazioni in cosiddetto stile “Memphis Corporate”, sempre più diffuso ma anche molto disprezzato ✍️
ANCHE QUESTO SU EYE ON DESIGN →
Tra quasi 4000 candidature da 92 paesi, la prestigiosa Bologna Children's Book Fair ha selezionato le artiste e gli artisti per la Mostra Illustratori della prossima edizione (che si terrà a marzo) 🏅
PER L'ITALIA CI SONO 4 ILLUSTRATRICI: GIULIA PASTORINO, ELEONORA PRIMAVERA, FLAVIA RUOTOLO E NOEMI VOLA →
Bonus L'uccello bianco di John Berger*
Ogni tanto qualche istituzione – per lo più americana – mi invita a parlare di estetica. In una sola occasione ho preso in considerazione la possibilità di accettare e ho pensato di portare con me un uccello di legno bianco. Ma non ci sono andato. Il problema è che non si può parlare di estetica senza parlare del principio di speranza e dell’esistenza del male. Durante i lunghi inverni, in certe zone dell’Alta Savoia, i contadini avevano l’abitudine di fabbricare uccelli di legno da appendere nelle loro cucine e forse anche nelle loro cappelle. Alcuni amici che amano viaggiare mi hanno detto di aver visto uccelli simili, costruiti in base al medesimo principio, in certe regioni della Cecoslovacchia, della Russia e dei Paesi Baltici. Non è escluso che la tradizione sia più diffusa.
La costruzione di questi uccelli si basa su un principio abbastanza semplice, anche se per fabbricare un uccello di buona qualità ci vuole una notevole perizia. Si prendono due listelli di legno di pino, della lunghezza di circa quindici centimetri, un po’ meno di due e mezzo d’altezza e altrettanto di larghezza. Li si mette a mollo nell’acqua in modo che il legno raggiunga un massimo di flessibilità, poi li si intaglia. Un pezzo costituirà la testa e il corpo con una coda a ventaglio, il secondo pezzo rappresenterà le ali. L’arte riguarda principalmente la fattura delle piume delle ali e della coda. L’intero blocco di ciascuna ala è intagliato come se si scolpisse la sagoma di un’unica piuma. Poi il blocco viene tagliato in tredici strati sottili che vengono aperti con delicatezza, uno a uno, a ventaglio. Identica cosa si fa con la seconda ala e con le piume della coda. I due pezzi di legno sono uniti insieme a formare una croce e l’uccello è finito. Non si usa colla e c’è un solo chiodo nel punto in cui i due pezzi di legno si intersecano. Molto leggeri, sei o settecento grammi al massimo, gli uccelli vengono di solito appesi con un filo alla mensola sporgente di un camino o a una trave, in modo che possano muoversi con le correnti d’aria.
Sarebbe assurdo paragonarli a un autoritratto di van Gogh o a una crocifissione di Rembrandt. Sono oggetti semplici, artigianali, realizzati secondo uno schema tradizionale. Eppure, proprio grazie alla loro semplicità, ci consentono di classificare le qualità che li rendono gradevoli e misteriosi agli occhi di chiunque li veda.
In primo luogo siamo di fronte a una rappresentazione figurativa: si guarda un uccello, più precisamente una colomba, che sembra sospeso a mezz’aria. C’è dunque un riferimento al mondo della natura circostante. In secondo luogo, la scelta del soggetto (un uccello in volo) e il contesto in cui è collocato (al chiuso, dove gli uccelli in carne e ossa sono improbabili) fa sì che l’oggetto sia simbolico. Tale simbolismo primario si unisce poi a un più generale simbolismo culturale. Agli uccelli, e alle colombe in particolare, sono stati attribuiti significati simbolici in una varietà molto ampia di culture.
In terzo luogo, il rispetto per il materiale usato è evidente. Il legno è stato sagomato tenendo conto delle sue caratteristiche di leggerezza, malleabilità e consistenza. Guardandolo, si è stupiti dalla facilità con cui il legno si trasforma in uccello. In quarto luogo, siamo al cospetto di un’unità e di un’economia formali. Nonostante l’apparente complessità dell’oggetto, la grammatica della sua fattura è semplice, addirittura austera. La sua ricchezza è il risultato di ripetizioni che sono anche variazioni. In quinto luogo, questo oggetto creato dall’uomo suscita una specie di stupore: come diavolo è stato fatto? Ho già fornito qualche indicazione schematica, ma chiunque non abbia familiarità con la tecnica vuol prendere in mano la colomba ed esaminarla da vicino per scoprire il segreto che si cela dietro la sua fabbricazione.
Quando non sono differenziate e vengono percepite come un insieme, queste cinque qualità provocano per lo meno la sensazione momentanea di essere di fronte a un mistero. Stiamo osservando un pezzo di legno che è diventato un uccello. Stiamo osservando un uccello che in qualche modo è più di un uccello. Stiamo osservando qualcosa che è stato lavorato con un’abilità misteriosa e una forma di amore.
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* Estratto dal capito L'uccello bianco del libro Perché guardiamo gli animali? di John Berger, il Saggiarore, 2016.
Scrittore, pittore, poeta, sociologo e giornalista, Berger (1926-2017) è stato uno dei più grandi critici d'arte degli ultimi decenni.