Lettere fluide, fede, festival di grafica e bellezze imperfette
un magazine online di cultura visiva — dal 2006
Questa settimana, su Frizzifrizzi abbiamo scoperto che:
· il gruppo che creò la seminale rivista Campo Grafico si incontrava in una trattoria milanese di via delle Asole: c'erano due grafici, due tipografi, un gallerista, un pubblicitario, un amministratore e molti operai nel settore tipografico ed editoriale;
· parlando della stampa manuale, il designer Marco Tortoioli Ricci, presidente di AIAP, sostiene che «nei vuoti creativi che lascia il lavoro delle mani, si possa insinuare una diversa capacità di tornare a guardare con meraviglia al proprio lavoro»;
· dagli anni '90 il musicista Genesis P-Orridge e sua moglie Jacqueline Breyer hanno iniziato a modificare i loro corpi fino ad assomigliare l'uno all'altra, fondendosi in una singola entità ideale. Per definirla coniarono il termine pandrogina;
· l'espressione “ratti con le ali” per indicare i piccioni è stata inventata dal commissario dei parchi di New York, che tra l'altro odiava omosessuali e senzatetto;
· un'antica parabola induista e buddhista racconta: «Alcuni ciechi dalla nascita sono radunati intorno a un elefante. Uno tocca la testa e dice: “Ora so che cos’è un elefante: è come un’enorme giara”. Un altro tocca la zanna e dice al primo: “Non capisci nulla, come si può essere così sciocchi? Un elefante è un vomere d’aratro”. Il terzo, tenendo la proboscide, dice: “Siete tutti e due fuori strada. Un elefante è come un grosso serpente“. Il quarto, toccando la zampa, è persuaso che l’elefante sia simile a un mortaio. Ciascuno tira acqua al proprio mulino, vede la verità brillare da una parte e non dall’altra. E così passano il tempo a litigare»;
· PUCK FUTIN!
Un festival diffuso
Si è aperta ieri, a Milano, la prima edizione del Milano Graphic Festival, che porta in 34 luoghi della città, fino al 27 marzo, mostre, incontri, workshop e installazioni, con uno sguardo sul passato, sul presente e sul futuro della professione di chi fa comunicazione visiva. — Ne abbiamo parlato con l'ideatore e curatore Francesco Dondina.
Un fare grafica
Un grottesco geometrico
L'MGF Sans è il carattere tipografico progettato dal giovane designer Fabrizio Falcone appositamente per il Milano Graphic Festival.
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Il catalogo della mostra di Cabaret Typographie
L'esposizione dedicata alle opere realizzate in 10 anni dal collettivo di base a Milano, racchiusa in un libro che è anche il primo volume prodotto da Edizioni Bonvini 1909.
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Un carattere non-binario
Frutto di una lunga ricerca, durata diversi anni, è un progetto in continua evoluzione col quale il designer Ariel Brandolini tenta di rompere le caratteristiche identitarie dei caratteri tipografici, puntando sulla fluidità e l'inclusività.
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Un font stencil per raccogliere fondi
L'ha prodotto il grande designer Matt Willey di Pentagram. Si può acquistare fino a fine marzo a prezzi politici. Tutto il ricavato va al progetto Ukraine Emergency dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.
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Una storica rivista
Pubblicata dal 1933 al 1939, la rivista Campo Grafico nacque dal basso e contribuì a rinnovare il design grafico e tipografico italiano. Vi lavorarono nomi come Munari, Boggeri e Modiano e ogni numero aveva una veste grafica differente. — Tutte e 66 le uscite, finora mai esposte insieme, sono in mostra a Milano fino 10 aprile.
Dei magazine indipendenti
La rivista delle arti della stampa
È uscito il nuovo numero di Pressing Matters, che presenta le opere, gli studi e le tecniche di stampatrici e stampatori di tutto il mondo.
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Di fede e fotografia
L'ultima uscita del magazine Primary Paper tratta di uno dei temi più complessi che ci siano.
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Della bellezza
«L’idea della perfezione esclude la possibilità di fare errori e raggiungere sorprendenti e imprevedibili risultati. Gli errori devono accadere perché vi sia un processo di apprendimento. In natura tutto è in un bellissimo e imperfetto equilibrio in cui ogni componente ha un ruolo importante per l’intero sistema. È in questa fragile imperfezione che si può trovare la bellezza». — Martha Never ha autoprodotto il suo primo libro fotografico, Somewhere, e l'ha dedicato alla bellezza imperfetta della natura.
Degli animali
Come i piccioni hanno conquistato il mondo
Lo spiega un corto d'animazione prodotto per la serie di video-lezioni TED-Ed.
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Dei ruggiti
Davide Calì consiglia cinque albi illustrati sulle tigri.
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Come ogni lunedì
È una rubrica a cura della giovane illustratrice e tatuatrice Alessandra Bruni, che ogni settimana illustra una notizia della settimana precedente.
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E inoltre
14.000 foglietti 9x13 per riempire una parete di quasi 100 mq.
Il murale di Lorenzo Petrantoni, creato con 270 kg di carta e una quantità imprecisata di incisioni di vecchi libri del XIX secolo →
Il pluripremiato regista britannico Will Dohrn ha usato il principio dello zoopraxiscopio per un video musicale.
Lo zoopraxiscopio, inventato a fine '800, è una delle prime tecniche di proiezione delle immagini in movimento →
Una masterclass di lettering con Martina Flor, gratuita e online ✍️
È il 29 marzo e ci si iscrive qui →
Il nuovo sito del Tolkien Estate 💍
Mostra dipinti finora poco conosciuti del padre de Il signore degli anelli →
Città che non esistono 🛰
Viste da satellite →
Un account Instagram sull'architettura brutalista in Giappone 🇯🇵
Brutal Zen →
Le cime dei grattacieli, separate dal contesto 🏙
Summit, una serie del fotografo Niv Rozemberg →
Hai presente le “bar chart races”? Sono quelle animazioni con i grafici a barre che fanno le gare 📊
Qui ce ne sono diverse →
In tutto il mondo l'1% più ricco è responsabile della crisi climatica decine di volte di più del resto della popolazione 💨
Una serie di grafici su Bloomberg →
Un telefono iper-minimale senza social e notifiche 📱
Il display è in e-paper e in bianco e nero →
Bonus Il mondo bello* di Bob Noorda
Alla nascita dell'Eni, nel 1952, la società bandì un concorso aperto a tutti gli italiani per l'ideazione di un marchio per la nuova benzina Supercortemaggiore, l'unica estratta e raffinata in Italia. Fu un successo strepitoso: la commissione incaricata di decidere, che tra l'altro contava tra i suoi membri personaggi come Mario Sironi, Gio Ponti e Mino Maccari, si vide presentare più di quattromila proposte, ma a quanto ne so il famoso cane a sei zampe che sprigiona una fiamma dalle fauci venne scelto direttamente da Enrico Mattei. Quella fu l'unica idea che gli piacque davvero. L'autore di quel disegno pare che sia stato Luigi Broggini, un pittore e scultore abbastanza noto in quegli anni, ma come sia andata esattamente, non saprei dire; quello che so, è che in fondo Mattei, un po' come Olivetti, aveva già allora un'idea di cosa fosse l'immagine coordinata, perché aveva chiesto a un architetto i progetti delle prime stazioni, che erano tutte in muratura, con una pensilina molto grande.
Tuttavia, malgrado le grandi capacità manageriali di Mattei, che si riflettevano anche nel settore della comunicazione, mancava un coordinamento dell'immagine aziendale, a partire da una corretta identificazione e applicazione del marchio fino alla definizione del sistema di segnaletica applicato agli edifici. Uno dei problemi più difficili da affrontare era la distinzione tra i servizi dedicati alle automobili da quelli riservati al pubblico. Come ebbi modo di dire allora, si rischiava che tutto 'odorasse di benzina'. Quando, nel 1972, ebbi con Unimark l'incarico di rinnovare il marchio, all'inizio tentai di modernizzarlo un po, ma c'era ben poco da fare; sino ad allora il cane a sei zampe era sempre stato utilizzato troppo liberamente su fondi diversi e applicato in modo spontaneo dai diversi gestori degli impianti. Bisognava fare ordine e trasformare quel disegno in un marchio vero e proprio. Creare una gabbia strutturale e un codice cromatico ben preciso. La mia proposta fu di inserire il cane all'interno di un quadrato di colore giallo con gli angoli smussati, una struttura modulare da utilizzare per le insegne denominata 'palina'. Il disegno originale di Broggini era però un po' troppo lungo e aveva un'eccessiva inclinazione verso l'alto nella parte posteriore del corpo, per poter essere ben inserito all'interno di quel formato quadrato. Allora l'ho solo ristretto un po' e ho cercato di lavorare, se non altro, sulle proporzioni. L'ho praticamente tagliato in due con le forbici, ho avvicinato le due parti, ho spostato qualche gamba e ho modificato l'inclinazione di qualche grado verso il basso, per renderlo più stabile. Dopo aver affrontato il problema del marchio, bisognava pensare al logotipo e alla possibilità di ideare un carattere tipografico istituzionale. Il carattere tipografico che ho proposto era lo stesso che avevo scelto per la metropolitana di New York, lo Standard Bold, modificato e reso più personale, più aderente cioè al contesto, con l'inserimento di una sottile linea bianca inscritta all'interno di ogni singola lettera, così da evocare l'idea della strada con le due corsie divise dalla riga bianca. In seguito, quello diventò il carattere istituzionale usato per tutte le società del Gruppo Eni, la Snam e via dicendo, in modo che ogni nuova società venisse immediatamente riconosciuta come parte della stessa famiglia. Un altro intervento molto importante per creare un sistema visivo davvero riconoscibile fu la progettazione del programma di pittogrammi, che in quegli anni erano assai poco diffusi come forma di comunicazione. Lo estesi sia ai servizi per gli autoveicoli che alle persone, con le indicazioni per i servizi di ristoro, le toilette, gli acquisti, tutte le informazioni di genere turistico, e altro ancora. La novità assoluta fu l'ideazione del pittogramma per l'erogazione di benzina self-service, tanto è vero che la figura della mano che tiene la pistola è diventata, in Italia, il simbolo per il self-service. Questo perché altre società lo hanno adottato, a volte modificandolo, spesso peggiorandolo...
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* Estratto del lungo dialogo tra Bob Noorda e Francesco Dondina, dal libro Bob Noorda. Una vita nel segno della grafica (edizione rinnovata), Lazy Dog, 2021.
Noorda (1927-2010) è stato uno dei principali designer del dopoguerra e lavorò soprattutto in Italia, dove contribuì a rinnovare la grafica del nostro paese.
Francesco Dondina (1961) è un designer, docente e curatore, fondatore dello studio Dondina Associati e ideatore del Milano Graphic Festival.