Torino, teste rosse, lettere e camicie di seta
un magazine online di cultura visiva — dal 2006
Queste ultime due settimane, su Frizzifrizzi abbiamo scoperto che:
❉ di Gianni Rodari l'autrice e illustratrice Beatrice Alemagna dice che «i suoi testi non sono attuali perché sono senza tempo. Non hanno età. Possono pure invecchiare gli elementi o i personaggi all’interno delle storie, il senso e il valore delle sue parole restano vividi e strabilianti come stelle infuocate nel cielo»;
❉ «la parola stampata che non può essere letta diventa un prodotto senza scopo» diceva il maestro tipografo Emil Ruder;
❉ quando negli anni '70 il fotografo statunitense Joel Meyerowitz decise di provare a sperimentare col grande formato, trovò per caso un anziano fotografo dello Utah che stava andando in pensione e che gli vendette tre grosse fotocamere a soffietto Deardorff;
❉ spesso il modo migliore per prendersi cura di se stessi è prendersi cura di qualcosa che è completamente al di fuori del proprio essere;
❉ quando lanciò il suo marchio, nel 2007, il designer Pierre-Louis Mascia aveva l'intenzione di fare «un piccolo Hermès in stile divertente».
Delle teste rosse
«Ho la sensazione che fosse una combinazione tra l’estate, quando esponiamo letteralmente di più di noi stessi, e il brillante azzurro del mare e del cielo di Cape Cod ad avermi attirato in maniera particolare verso le qualità sgargianti delle teste rosse. I loro capelli e l’esotica bellezza della loro pelle alla luce del sole sembravano vibrare in quel contorno blu»
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Li ha poi raccolti in un libro, Redheads, che è stato recentemente ripubblicato con alcune foto inedite.
Dei colori della natura
Fiori occidentali in xilografie giapponesi
L'artista nipponico Konan Tanigami pubblicò nel 1917 una grande opera composta da 125 tavole floreali ispirate alle stampe botaniche occidentali. Lo stile tradizionale giapponese, però, esce ugualmente fuori.
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Quando i “tesori d'archivio” finiscono sulle camicie
Nella sua piccola collezione Organic Silk-Souvenir, il designer francese Pierre-Louis Mascia ha fatto stampare su seta biologica alcune tavole naturalistiche dell'800.
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Una città da copertina
Sono sempre di più le città al centro di “riviste che non esistono”, fatte cioè solo di copertine illustrate che raccontano il luogo da diversi punti di vista, attraverso lo stile, il talento e la sensibilità di autrici e autori differenti. L'ultimo nato, tra i progetti di questo tipo, è The Torineser.
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La protagonista è ovviamente Torino e l'idea è del magazine online Feel Desain.
Delle lettere
La grafica tipograficocentrica
Il nuovo libro Big Type, curato e pubblicato dalla britannica Counter-Print ne raccoglie i migliori esempi da tutto il mondo.
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Come l'esposizione fotografica, ma con le lettere
Il designer colombiano Barengo Federico Parra Barrios ha avuto l'idea di progettare un carattere tipografico variabile in cui si può regolare la “luce” che colpisce le lettere.
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Un'intervista doppia
«Chissà se la luna / di Kiev / è bella / come la luna di Roma, / chissà se è la stessa / o soltanto sua sorella…». Dopo aver girato tantissimo sui social fin dai primi giorni della guerra, la poesia La luna di Kiev di Gianni Rodari è uscita in un nuovo volume illustrato da Beatrice Alemagna.
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Il nostro Davide Calì ha intervistato lei e Orietta Fatucci, che è alla guida di Edizioni EL, il gruppo che ha deciso di pubblicare il libro.
Degli albi illustrati
A proposito di Beatrice Alemagna...
Ecco cinque suoi albi assolutamente consigliati.
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I lupi delle storie
Ed ecco cinque albi sui lupi, personaggi che dei grandi classici, nelle fiabe, ma qui li ritroviamo innocui, pasticcioni e un po' sfortunati.
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Come ogni lunedì
È una rubrica a cura della giovane illustratrice e tatuatrice Alessandra Bruni, che ogni settimana illustra una notizia della settimana precedente.
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E inoltre
❉ «Seminare fiori dai semi, piantare un giardino e sviluppare uno spazio verde comunitario sono atti di speranza. Non vi è alcuna garanzia che il tempo e le circostanze coopereranno con i nostri piani, ma se siamo disposti a sporcarci le mani, annaffiare ciò che abbiamo seminato e investire la nostra attenzione, allora spesso può essere una ricompensa sufficiente».
Il nuovo numero della rivista di arti applicate e artigianato Uppercase è dedicata al risveglio della natura ☞
❉ La designer Ayaka Ito ha deciso di mettere in vendita fino al 30 aprile due suoi meravigliosi caratteri tipografici.
Tutto il ricavato andrà a due organizzazioni che stanno lavorando per la popolazione civile dell'Ucraina ☞
❉ 100copies, sito specializzato in stampe in edizione limitata a tema ciclistico, ha creato un poster dedicato all'Ucraina 🇺🇦
Il ricavato andrà alla Croce Rossa internazionale per le attività realtive alla crisi dovuta alla guerra ☞
❉ Negli anni '40 il grande regista d'animazione ceco Karel Zeman realizzò un corto in stop-motion usando sculture in vetro 🐠
Si intitola Inspirace, “ispirazione” ☞
❉ Centinaia di ventagli d'epoca, decorati 🦚
Dalle collezioni del Museum of the City of New York ☞
❉ Spesso le line-up dei grandi festival musical sono fonte di polemiche tra chi organizza e chi si ritrova il proprio nome scritto in piccolo 🎤
Se ne parla su The Ringer ☞
❉ Kandinskij in 3D ❏
Un'animazione ☞
❉ Ogni giorno abbiamo a disposizione 144 rettangoli fatti 10 minuti l'uno ⏳
Fa comodo controllare quanti ne rimangono ☞
❉ Ti piace Wordle? 🤯
Qui tutti (o quasi) i tantissimi spin-off usciti finora ☞
Bonus La scrittura corsiva* di Enzo Mari
All’inizio del primo anno di scuola un bambino si addestra alla scrittura per non più di qualche settimana. Traccia serie di punti regolari, poi di piccoli tratti verticali, poi di piccoli cerchi, poi di cerchi con un ricciolo, e così via. Questo facendo spostare oppure ruotare in senso orario il pollice, l’indice e il medio della mano destra che, stringendo la penna, ne controllano il percorso intermittente. Non scrivono ancora: è solo una esercitazione ginnastica per addestrare i muscoli delle dita e del polso. La scrittura corsiva ha un andamento minuto ed è quindi sufficiente che il piccolo sistema di leve che fa perno sul polso interagisca mentre questo rimane ben appoggiato al tavolo, salvo qualche slittamento laterale.
Ma in quello stesso periodo così favorevole all’apprendimento non è stato fatto fare alcun esercizio per addestrare i muscoli necessari al disegno. Intanto soffermiamoci sui vantaggi della scrittura corsiva.
Immaginiamo un giovane che voglia inviare una lettera a una donna della quale è innamorato. Potrebbe scrivere: «Mia cara Beatrice…» ma, ripensandoci, riscriverebbe «Gentilissima Beatrice…» e, insoddisfatto, nuovamente «Cara, non solo io, ma tutti…» e, cambiando ancora foglio, «Cara, cara, cara…» e poi ancora diversamente, e ancora. Se avesse dovuto scrivere ogni parola con lettere maiuscole, dopo uno o due tentativi, avrebbe concluso. Oppure avrebbe confrontato mentalmente le alternative con l’aiuto incerto della memoria, perdendo il confronto più immediato e sicuro della vista.
Quindi si può dire che la scrittura corsiva fa emergere o, almeno, favorisce il principio innato della ricerca. Su quello stesso principio qualcuno potrebbe scrivere, prima o poi «tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand’ella altrui saluta».
Ritorniamo ai muscoli necessari al disegno. I movimenti sono più ampi di quelli necessari per la scrittura e occorre muovere il braccio facendo perno sulla spalla e, contemporaneamente, l’avambraccio facendo perno sul gomito. Per i disegni più piccoli, volendo, si può appoggiare il gomito, ma, in tal caso, il segno perde di fluidità. Inoltre la testa deve allontanarsi dal foglio per consentire alla vista di controllare un campo più vasto. Più il disegno è grande più ci si deve allontanare e i movimenti del braccio sono ampi e queste condizioni sono più vantaggiose per la fluidità anche per i disegni di medie dimensioni.
Se ogni bambino si esercitasse segnando punti a distanze regolari e, con uguali cadenze, tratti orizzontali e verticali, cerchi e spirali, stando in piedi, senza appoggiare la mano, per un periodo non superiore a quello degli esercizi per la scrittura, ogni adulto saprebbe disegnare. Almeno sommariamente, così come ogni adulto sa scrivere, almeno sommariamente.
Com’è noto, i processi mentali dipendono da ciò che si percepisce. L’udito e la vista sono percezioni fondamentali (del tatto si parlerà più avanti). Le loro diverse potenzialità sono in continuità poste mentalmente a confronto. Ma l’udito implica una percezione prevalentemente momentanea e la vista una percezione prevalentemente continuativa. Il dover comunicare ciò che si è udito solo per qualche istante ha favorito l’evoluzione di codici linguistici elementari, prima solo verbali, poi anche scritti. Il dover comunicare ciò che si vede e si può continuare a vedere, anche analizzandolo con focalità diverse, non ha favorito l’evolversi di codici visivi elementari. La mancanza di un codice visivo è stata sostituita dalla scrittura, ma non sufficientemente. Da qui le parole «mi dispiace di non saper disegnare», che potrebbero anche voler dire «di non saper completamente pensare».
* Testo tratto dal capitolo La scrittura corsiva, da Progetto e passione di Enzo Mari, Bollati Boringhieri, 2001.
Mari (1932 - 2020) è stato uno dei più grandi designer italiani. Vincitore di cinque premi Compasso d'Oro, è stato tra i più impegnati intellettuali del dopoguerra e si è molto occupato dell'aspetto sociale del design.
Di lui il collega Alessandro Mendini notoriamente disse: «Mari non è un designer, se non ci fossero i suoi oggetti mi importerebbe poco. Mari invece è la coscienza di tutti noi».