Foglie, talee, foto ritrovate e donne straordinarie
un magazine online di cultura visiva — dal 2006
Questa settimana, su Frizzifrizzi abbiamo scoperto che:
❉ nel suo saggio La camera chiara, Roland Barthes scrisse che «l’uomo che contemplò le prime foto dovette pensare che esse somigliassero come due gocce d’acqua a dei dipinti; egli sapeva tuttavia di trovarsi faccia a faccia con un mutante (un Marziano può assomigliare a un uomo); la sua coscienza poneva l’oggetto incontrato al di fuori di ogni analogia, come l’ectoplasma di “quel che era stato”: né immagine né reale, ma un essere nuovo in tutto e per tutto: un reale che non si può più toccare»;
❉ lo scienziato inglese dell'800 Edward Joseph Lowe era soprannominato “The Big Snowflake” per via della sua folta e grande barba bianca;
❉ per evitare denunce per oscenità, il magazine statunitense Physique Pictorial, nato nel ’51, mascherava i contenuti omoerotici dietro la facciata di una rivista di culturismo;
❉ le piante possono aiutarci a capire meglio le nostre emozioni e a cercare modelli diversi al nostro modo di stare nell’ecosistema che abitiamo;
❉ secondo un'analisi condotta l'anno scorso in occasione della Giornata Mondiale della Salute, le cittadine e i cittadini italiani pensano che le istituzioni diano maggiore importanza alla salute fisica rispetto al benessere psicologico.
Degli schizzi
Finlandese, classe 1920, Touko Valio Laaksonen — meglio conosciuto come Tom of Finland — ha di fatto inventato l'immaginario gay ipermascolino che ha attraversato praticamente indenne i decenni, dagli scatti di Robert Mapplethorpe ai porno gay degli anni ’70, dai Village People ai marinai di Jean Paul Gaultier.
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Un libro pubblicato da Skira raccoglie per la prima volta i suoi bozzetti.
Dei corpi
Guantoni e sacchi da boxe illustrati
L'Heracles Gymnasium è una palestra che è anche un centro culturale dove si tengono presentazioni di libri, concerti di classica e rappresentazioni teatrali.
Domenica 29 inaugurerà una mostra con 5 talenti dell'illustrazione che hanno disegnato sacchi da boxe in pelle e guantoni in ceramica.
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Dei corpi distanti
Studentesse e studenti di IED Firenze hanno lavorato a un progetto di comunicazione sul distanziamento attraverso foto e installazioni video e audio.
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La fotografia come testimonianza di sé
Tempo fa Andrea Campesi e Valentina Sestieri — che hanno fondato a Palermo BACO about photographs, una realtà culturale che si occupa di esposizioni e produzione di progetti fotografici — hanno scovato in un mercatino più di 100 foto ingiallite opera di un certo Giacomo Calò.
Le hanno raccolte in un libro.
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Delle talee
«Quello che vorrei far venire fuori è che esattamente come con una talea tu crei una nuova pianta in un luogo nuovo, così succede anche con l’ispirazione che nasce dall’ascolto di un piccolo gruppo di persone in cui la creatività si propaga più facilmente e più empaticamente».
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Giulia Capodieci ha appena lanciato un nuovo format di incontri e laboratori per parlare di creatività e di giardini, a Milano. La nostra Giulia Ficicchia l'ha intervistata.
Delle raccolte
Le tavole di un libro di botanica dell'800
Stampate in cromoxilografia e con dettagli a dir poco straordinari, sono state restaurate in digitale e si possono scaricare gratuitamente anche in alta risoluzione.
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I caratteri delle fonderie tipografie svizzere
Dopo la “mazzetta” tipografica dedicata agli studi e alle fonderie francesi, lo studio parigino Recto Verso porta avanti il progetto Typologie e dedica la nuova uscita alla Svizzera, presentando più di 80 font di 18 realtà indipendenti.
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Un nuovo festival
Si tiene a Torino (TO) ed è dedicato al fumetto (FU): si chiama, appunto, TOFU è l'ha ideato Emanuele Rosso. La prima edizione inaugura questo fine settimana ma più che un festival vero e proprio sarà una festa di presentazione di quello che diverrà un vero e proprio contenitore culturale attivo tutto l'anno.
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Appuntamento in via Giorgio Pallavicino 35 alle 15,00 per la prima di due giornate.
Delle riscoperte
30 donne straordinarie
Sono le protagoniste di una mostra e di un libro di Lorenzo Petrantoni, che si definisce “assemblatore di immagini dell’800” e crea le sue opere prendendo appunto immagini, lettere e decorazioni dagli antichi libri del XIX secolo.
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Cinque libri di Tomi Ungerer
Davide Calì omaggia il grande autore francese consigliando alcuni dei suoi tantissimi albi illustrati.
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Come ogni lunedì
È una rubrica a cura della giovane illustratrice e tatuatrice Alessandra Bruni, che ogni settimana illustra una notizia della settimana precedente.
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E inoltre
❉ «Se volete rimanere aggiornate o aggiornati senza fare una caduta troppo violenta nello slang di Twitch o nell'estetica di TikTok, credo possiate partire da qui».
Il nostro Federico Demartini parla del podcast Nuda & Cruda di Giada Arena ☞
❉ A Bologna un worshop di Fabrizio Falcone e Fruit Exhibition sulla tipografia che si trova per le vie della città.
Lettere di strada ☞
❉ L'alfabeto dei camion 🚛
Sulle strade girano interi alfabeti da scoprire ☞
❉ Come se la cava l'Intelligenza Artificiale nel disegnare logo? 👾
Un approfondimento di Edoardo Santamato su Invasione Creativa ☞
❉ Carte da gioco ispirate al '500 e super-super-elaborate 🂡
The Successor Playing Cards ☞
❉ Quando vai in vacanza puoi far rispondere alle tue mail da un cavallo islandese 🐴
Davvero ☞
❉ Architettura, urbanistica e segnaletica di 💩
Shit Planning, su twitter ☞
❉ Le battute di Ray Liotta (RIP 😥) in Quei bravi ragazzi sono state campionate e usate in decine di pezzi rap 💽
La lista su WhoSampled ☞
❉ Un museo interamente dedicato alla biancheria intima 🩲
I pezzi vanno dal '700 a oggi ☞
❉ Momento natura e momento dolcezza 🦊
Cinque cuccioli di volpe giocano con una GoPro ☞
Bonus I giochi di Achille* di Carlo e Livia Castiglioni
Achille amava i giochi. Credo che per lui fossero sopratutto degli espedienti per superare la sua timidezza intrinseca. Se ti conosceva poco, per entrare in comunicazione con te, per cercare una via meno convenzionale, che riportasse tutto su un piano più semplice, immediato, tirava fuori un gioco. E cercava di coinvolgerti. Come un bambino. Cercava di stupire, ma con artifici elementari e sinceri, come lo sono i giochi.
E sorprendeva certo vedere un adulto, un professionista, vestito di tutto punto, buttarsi con concentrazione infantile in giochi semplici o complessi, appannaggio di norma di bambini o tutt'al più di adolescenti. Ma tutti i Castiglioni hanno sempre mal sopportato certe convenzioni, e hanno di contro sempre amato giocare e divertirsi.
Perché un adulto non dovrebbe giocare? I Castiglioni giocavano sempre. Molto seriamente. Anche sul lavoro: era un gioco, di cui rispettavano le regole senza eccezioni. Sapevano bene che il gioco stempera le situazioni. Se percepivano nell'aria tensioni o attriti, cercavano sempre di alleggerire con una battuta, un diversivo, un espediente ludico...
Le mille lire
Studio di corso di Porta Nuova. Anni Cinquanta.
Stanza delle riunioni. Se aveste alzato gli occhi al soffitto, lo avreste trovato tappezzato di banconote da mille lire.
Non si trattava di una discutibile scelta estetica, ma era il risultato — appunto — di un gioco. Che i Castiglioni proponevano a tutti coloro che si azzardavano a passare di li. Immaginatevi il tal signor Beretta, chiamiamolo cosi, che una bella mattina passeggiando per Milano pensa: «Adess ciapi su e... vado a
fare un salto nello studio dei Castiglioni, che magari mi offrono un caffe!».
E cosi si avvia verso corso di Porta Nuova, si affaccia allo studio e i Castiglioni lo accolgono, con la velata insofferenza che riservano a tutti gli invasori/visitatori. Convenevoli vari, e il signor Beretta, che è un gran curioso, viene fatto accomodare nella stanza delle riunioni. Alza gli occhi.
«Uè, architetti, ma cosa l'è 'sto soffitto? L'è inscì pien de danè. Com'e possibile? Ma perché?».
E allora Achille — di solito era lui: non vedeva l'ora, fremeva internamente per innescare il gioco — diceva: «Guardi... scommettiamo che fissiamo mille lire sul soffitto? Ma senza nessuna scala, senza aiuti, di alcun tipo, niente pertiche, scope o quant'altro».
E il signor Beretta, ignaro, ingenuo e fiducioso, come tutti gli altri prima di lui, accettava la sfida e diceva: «Ma architetto... Ma sì, scommetto, ma è impossibile! Vöri propi vedè!».
«Bene, mi dia mille lire, che le facciamo vedere».
E qui partiva la preparazione meticolosa e quasi scientifica delle mille lire per la sfida. Lisciata in modo da non presentare piega o onda alcuna, soppesata quasi ad assicurarsi dell'autenticità della banconota stessa, dopo una disamina finale veniva approvata e dichiarata idonea al gioco. A questo punto, repentinamente, uno dei fratelli inseriva al cento della banconota una puntina, Attenzione, non una puntina qualunque, ma una tonda a tre punte, come quelle che si usavano per i fogli sui tavoli da disegno. Il lanciatore (che fosse Achille o Pier Giacomo faceva poca differenza, entrambi erano ormai abili e allenati) metteva poi la banconota sul palmo della mano, con la puntina rivolta al soffitto. Sul detto palmo, il tiratore di banconote scelto aveva precedentemente posto con somma astuzia una moneta, che ora si trovava dunque proprio sotto la puntina. Dopo numerosi collaudi, le monetine più idonee allo scopo del gioco risultarono essere le 500 lire d'argento, per rimanere in valuta italiana; furono però giudicati perfetti sotto tutti i punti di vista i 5 franchi elvetici, assai più pesanti.
Ma veniamo al lancio.
La banconota incastrata sulla puntina veniva catapultata con forza verso l'alto, trascinata dal peso della moneta. Era un meccanismo degno di un manualetto di fisica ludica!
Le tre punte, pressate dal peso della moneta unitamente alla spinta meccanica del lancio, che fungeva da propulsore, penetravano dunque nell'intonaco del soffitto. La moneta ricadeva giù, le mille lire restavano lì. Con tutte le altre che le avevano precedute.
I Castiglioni non si sono arricchiti con questo gioco di prestigio, nel caso qualcuno se lo stesse chiedendo.
Ma era indubbiamente divertente. Anche il signor Beretta di turno si faceva di sicuro grasse risate, o perlomeno si portava a casa un certo stupore — e mille lire in meno.
* Estratto da Affetti e oggetti. Cenni di un'antropologia famigliare alla Castiglioni, di Carlo e Livia Castiglioni, Corraini Edizioni, 2022.
Achille Castiglioni (1918 - 2002) è stato uno dei più grandi designer e architetti italiani. Le sue opere sono esposte nei musei di tutto il mondo e nella sua lunga carriera ha vinto nove Compasso d'Oro.
Il libro, scritto dal figlio e dalla nipote, racconta la sua storia e quella della famiglia, dalla prospettiva, appunto, degli affetti e degli oggetti.