Incontri, scarpe, ceramiche e scatole piene di romanzi
un magazine online di cultura visiva — dal 2006
Questa settimana, su Frizzifrizzi abbiamo scoperto che:
❉ nei bozzetti dei designer di calzature il realismo lascia il passo a un immaginario quasi onirico, a una fervida fantasia che può fare a meno delle effettive geometrie del piede per sintonizzarsi sulle forme più pure della visione, tra proporzioni improbabili, equilibri impossibili, tacchi che non reggerebbero mai in un mondo soggetto a forza di gravità, e tomaie che sembrano fatte d’aria;
❉ ci sono libri d'infanzia che lasciano addosso ricordi così vivi che sembra quasi di non aver mai smesso di leggerli;
❉ secondo il duo di designer Industrial Facility, in natura la complessità fiorisce con la razionalità e la bellezza è semplicemente il risultato di una crescita continua;
❉ l'artista e designer Diego Cibelli pensa che in Italia la cultura del progetto sia nata nei laboratori e nelle botteghe, dove «si celebra quello che è la condivisione, lo scambio, la continua discussione, la complessità dei materiali»;
❉ la ceramista Mara Grimaldi ha iniziato grazie a un baratto: lei dava lezioni di tedesco a un ragazzo e lui, architetto, le insegnava a lavorare la ceramica;
❉ la britannica Jo Underhill voleva diventare una fotografa forense ma poi è stata folgorata dall'architettura e ha preferito ritrarre edifici invece che scene del crimine e cadaveri.
Delle scatole piene di storie
Il progetto Romanzi.it fa uscire ogni due mesi una scatola dedicata a una piccola casa editrice indipendente italiana. Finora sono uscite sei box, con grafiche affascinanti e piene di libri e riviste letterarie.
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Abbiamo avuto l'occasione di sbirciare nelle scatole uscite finora e fare un bilancio di questa originale idea a un anno dal lancio.
Delle fiabe e delle calzature da favola
Le cose che succedono di notte
In occasione dell'uscita del nuovo albo di Mick Jackson e John Broadley abbiamo intervistato Benedetta Tosi, titolare di Nomos Edizioni e direttrice editoriale di Nomos Bambini.
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Scarpe scarpe scarpe
«Una sera stavo guardando una trasmissione in TV. Ad un certo punto era diventata un po’ noiosa, mi sono distratta. Non so come mai, ho pensato: potrei fare un disegno di scarpe» racconta Cristina Piccioli, agente di grandi nomi dell'illustrazione italiana, che ha appena pubblicato un libro pieno di illustrazioni di scarpe, vere e inventate.
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5 versioni moderne di favole e fiabe
Le consiglia il nostro Davide Calì, che si è appassionato al genere solo da grande.
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Delle parole di ceramica
«La ceramica è un po’ come l’arrampicata: pensi di aver capito i movimenti giusti, come arrivare in cima, ma poi in realtà è molto più difficile di quanto sembri, anche se la sensazione, quando arrivi alla fine della via, è bellissima. A complicare le cose è il fatto che l’argilla è veramente imprevedibile».
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Mara Grimaldi è la protagonista della prima puntata di una nuova rubrica ideata dalla nostra Giulia Ficicchia, che intervisterà ceramiste e ceramisti.
Un progettare e un fare
I totem in ceramica delle studentesse e degli studenti dell'ISIA di Faenza
L'istituto ha invitato il designer e artista napoletano Diego Cibelli a tenere un workshop e il risultato è una serie di 14 totem che è stata esposta alla Design Week di Milano.
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Come viene prodotta la sedia Branca di Mattiazzi
Progettata dal duo di designer Industrial Facility, è ispirata ai rami degli alberi ed è realizzata dall'azienda italiana con un mix di tecnologia e artigianalità.
Un filmato del Victoria & Albert Museum mostra e spiega tutto il processo.
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Un font da ultrà
Per il suo progetto di laurea all'ECAL di Losanna, il designer svizzero Romain Tronchin ha deciso di prendere spunto dal lettering vernacolare degli striscioni dei tifosi italiani, andando a studiare fanzine e riviste del mondo ultras degli anni '70 e '80.
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Da quelle ha creato un carattere tipografico che si chiama Tifo e ha cinque versioni, ispirate ad altrettante città italiane.
Un girare per la città
Il brutalismo britannico
Da più di 10 anni la fotografa d'architettura Jo Underhill porta avanti un progetto personale dedicato agli edifici brutalisti del Regno Unito. Una selezione di scatti l'ha raccolta in un libriccino autoprodotto.
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La scena creativa di Stoccolma
Per realizzare il nuovo numero della rivista, la redazione di Slanted ha passato diversi mesi nella capitale svedese, intervistando designer, visitando studi, agenzie e atelier.
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Incontri, scontri e intrecci causali
In pochi minuti di passeggiata in mezzo a una via possono incrociarsi centinaia di storie. Il più delle volte si sfiorano e basta. Talvolta si fanno silenziosamente compagnia per qualche tratto. In certi casi si scontrano, come nel coloratissimo corto d’animazione della regista neerlandese Lucette Braune.
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Come ogni lunedì
È una rubrica a cura della giovane illustratrice e tatuatrice Alessandra Bruni, che ogni settimana illustra una notizia della settimana precedente.
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E inoltre
❉ «Per quasi un decennio, infatti, Nestor ha scandagliato centinaia di studi scientifici sul tema, si è sottoposto personalmente ai test più estremi e ha viaggiato in lungo e in largo alla scoperta “dell’arte e della scienza della respirazione”, dei metodi per migliorarla, dei suoi effetti sulla salute. Nelle sue peregrinazioni in giro per il mondo ha incontrato scienziati eccentrici, sportivi radicali, terapeuti stravaganti, citizen scientit autodidatti e decine di altri personaggi accomunati dall’essere tutti a loro modo “polmonauti”, pionieri di una nuova disciplina che intende riportare la respirazione al centro dei dibattiti sulla salute umana. Perché respirare, assicura Nestor, è il pilastro mancante della salute: “tutto parte da lì”».
Su Il Tascabile Alessio Giacometti parla del saggio L’arte di respirare di James Nestor ☞
❉ Estinte o in via di estinzione 🦤
Alcune delle foto tratte dal nuovo libro Extinction del fotografo Marc Schlossman ☞
❉ Una serie di insetti illustrati 🪲
Opera dell'artista francese Léo Alexandre ☞
❉ Tutta la verità sul fato 🖖
Un corto d'animazione allucinante e NSFW ☞
❉ Vestirsi come le opere d'arte 👗
L'account Instagram di Ariel Adkins: Artfully Awear ☞
❉ La National Gallery of Art di Washington ha messo online una versione di Wordle con le opere d'arte 🖼
Si chiama Artle e bisogna indovinare autrice o autore in massimo 4 tentativi ☞
❉ «Un progetto della Netherlands Bach Society. Le registrazioni di alta qualità delle opere di Johann Sebastian Bach sono messe gratuitamente a disposizione di tutti» 🎼
All of Bach ☞
❉ La stessa melodia 🎻🎷🪗🪕
Suonata con 91 strumenti differenti ☞
Bonus Perché camminiamo? di Erling Kagge
Homo Sapiens ha sempre camminato. Fin da quando i nostri antenati hanno cominciato a girovagare, partendo dall’Africa orientale settantamila anni fa, la nostra è stata la storia di un cammino. Il bipedalismo, ovvero la capacità di camminare su due gambe, ha gettato le basi per tutto quel che siamo oggi. La nostra specie ha camminato attraverso l’Arabia e proseguito fino in cima all’Himalaya, si è diffusa per tutta l’Asia, ha superato lo stretto di Bering ghiacciato arrivando in America o ha preso verso sud, fino in Australia. Alcuni hanno scelto la via dell’Occidente, verso l’Europa, e sono finiti in Norvegia. I primi uomini erano capaci di muoversi a piedi per molto tempo, di cacciare con metodi sempre nuovi su vaste superfici e di vivere un gran numero di esperienze. Questo stile di vita ha permesso al nostro cervello di svilupparsi piú rapidamente rispetto a quello delle altre creature. Prima abbiamo camminato, poi abbiamo imparato ad accendere il fuoco e a preparare il cibo e infine abbiamo sviluppato il linguaggio.
Le lingue create dagli uomini rispecchiano l’idea che la vita sia una lunga camminata. In sanscrito, una delle lingue più antiche al mondo e originaria dell’India, il concetto di passato è espresso con il termine gata, «quel che abbiamo camminato», mentre il futuro si chiama anagāta, «quel che non abbiamo ancora raggiunto». Il termine gata è imparentato con il norvegese gått («andato»). Come è naturale, in sanscrito il presente è associato al significato di «quel che si manifesta proprio di fronte a noi», pratyutpanna.
Mi è impossibile tenere il conto delle camminate che ho fatto.
Ne ho fatte di corte e di lunghe. Ho camminato per lasciare una città o per entrarvi. Ho camminato di notte e di giorno, lasciando fidanzate o andando incontro ad amici. Ho camminato per boschi e montagne, su superfici ghiacciate e in paesaggi trasformati dall’uomo. Ho camminato annoiandomi e ho camminato per fuggire l’inquietudine. Ho camminato nel dolore e nella gioia. Ma a prescindere dai dove e dai perché, ho camminato tanto. Ho camminato fino alla fine del mondo, letteralmente.
Ogni camminata è stata diversa dalle altre, ma guardandomi indietro posso individuare un tratto comune: il silenzio interiore. Il camminare e il silenzio sono collegati. Il silenzio è astratto, il camminare concreto.
Finché non ho avuto una famiglia, una casa e un lavoro, non mi sono mai chiesto perché fosse così importante camminare. Invece i bambini volevano una risposta: perché bisogna camminare se si fa prima in macchina? Molti adulti con cui mi sono trovato a parlare si chiedevano la stessa cosa: qual è il senso di muoversi lentamente da un posto a un altro?
Seppure io e te camminassimo a fianco, avremmo due esperienze diverse. Finora mi sono sempre limitato a fornire la spiegazione semplificata, quella a cui si ricorre perché è immediata ma, in quanto tale, contraria all’essenza stessa del camminare: ho risposto che chi cammina vive più a lungo. E ha una memoria migliore. La pressione sanguigna più bassa. Si ammala più raramente. Ogni volta che mi sono trovato a raccontare queste cose, però, ero cosciente di dire solo metà della verità. Camminare, infatti, è molto di più che una lista di benefici per la salute degna di una pubblicità sulle vitamine. E allora, in cosa consiste l’altra metà della verità?
Perché camminiamo? Perché cammino? Da dove mi sto allontanando a piedi e verso cosa mi sto dirigendo?
Siccome le risposte sono piuttosto misteriose, alla fine ho sentito il desiderio di districare un po’ la matassa. Mi sono messo le scarpe, ho lasciato vagare un po’ i pensieri e ora di una cosa sono sicuro: mettere un piede davanti all’altro è tra le azioni più importanti che compiamo.
E allora andiamo.
* Il primo capitolo di Camminare. Un gesto sovversivo, di Erling Kagge, Einaudi, 2018.
Kagge (1963) è un esploratore, alpinista e scrittore norvegese. È stato avvocato, ha raggiunto a piedi sia il Polo Nord che il Polo Sud ed è salito sulla cima dell'Everest.