Librerie indipendenti, poster femministi e mostre d'illustrazione
un magazine online di cultura visiva — dal 2006
Questa settimana, su Frizzifrizzi abbiamo scoperto che:
❉ per chi vende libri e ama il suo lavoro, una delle più grandi vittorie è conquistare un lettore. Ecco cos'è successo ad Eleonora Zanrosso della libreria Quivirgola: «Un giorno è passato di qua un signore conosciuto in città come particolarmente burbero, che non frequentava la nostra libreria ma credo nemmeno altre librerie di Schio, e ha deciso di entrare. Mi ha subito “minacciato” con lo sguardo, dicendomi che lui non leggeva e che voleva che io gli facessi leggere qualcosa. Pensavo, tremando, che se sbagliavo questa…
Insomma sono arrivata allo scaffale e ho preso Benedizione di Haruf, consigliandoglielo. Dopo neanche una settimana è tornato, temevo fosse per dirmi che era stato un consiglio pessimo, invece comincia a dire che ero bravissima, perché l’avevo fatto leggere, e ne voleva un altro. Da allora il signor M. torna quasi ogni settimana o 10 giorni, entra e mi chiede di dargli un libro»;
❉ Mondrian, delle sue opere, diceva: «Per me non c’è differenza tra i primi e gli ultimi lavori: fanno tutti parte della stessa cosa. Non sento la distanza tra il vecchio e il nuovo nell’arte come tale, ma come continuità»;
❉ secondo la scrittrice, psichiatra, saggista e militante femminista egiziana Nawāl al-Saʿdāwī «il femminismo non è un invenzione occidentale»;
❉ il pane non è mai solo pane: tra i prodotti che mettiamo sulla nostra tavola è forse quello più carico di significati culturali, simbolici, economici e politici;
❉ i primi esperimenti di distillazione di alcool e ginepro furono opera dei monaci della Scuola Medica Salernitana;
❉ il pappagallo José Carioca, che fa parte dell'universo Disney, è stato probabilmente ispirato dai disegni dell'artista brasiliano J. Carlos. Pare anche che Walt Disney in persona gli propose di andare a lavorare nei suoi studios ma lui rifiutò.
Una polifonia
Le molte voci del femminismo intersezionale in una campagna di arte pubblica prodotta da CHEAP, a Bologna, con 50 manifesti inediti realizzati, appunto, da voci, stili e sensibilità differenti.
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Il progetto si chiama TACI, anzi PARLIAMO: il femminismo è la soluzione e il titolo si ispira a quello del diario dell’attivista femminista Carla Lonzi uscito a fine anni ’70.
Dei giganti dell'arte
Un Mondrian in evoluzione
La Fondation Beyeler di Riehen / Basel, in Svizzera, celebra i 150 anni dalla nascita del grande artista olandese con una grande mostra di 89 opere provenienti da collezioni pubbliche e private europee e americane. La nostra Giovanna Canzi è andata a vederla.
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Le copertine Art Déco di J. Carlos
Nella sua lunga carriera uno dei più prolifici illustratori e disegnatori brasiliani realizzò tantissime copertine (e probabilmente ispirò il personaggio di José Carioca).
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Le stampe di Klee e Kandinsky
La Lenbachhaus di Monaco di Baviera ospita una notevole collezione di arte moderna e contemporanea.
Molte opere sono state digitalizzate e alcune sono ormai in pubblico dominio, come una serie di splendide stampe di Kandinsky, Klee, Heine, Macke, Marc e Lasker-Schüler.
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Degli scaffali pieni di libri (e di storie)
La nostra Giulia Ficicchia si è messa in testa di scoprire le storie che stanno dietro ad alcune librerie indipendenti e di farsi consigliare qualche titolo dalle libraie e dai librai attraverso una serie di interviste.
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Le prime protagoniste sono le sorelle Zanrosso della libreria Quivirgola di Schio.
Delle illustrazioni
Una mostra in un furgone
Noi Libreria di Milano ha pensato di portare in tour una mostra di illustrazione con le opere di otto artiste taiwanesi.
Fino a novembre il furgone girerà alcuni dei principali festival creativi del nostro paese, tra Vicenza, Torino, Bologna e Milano.
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Un festival
Dopo aver slittato un anno, causa pandemia, il festival biennale di illustrazione Illustri ritorna più in grande che mai, con oltre 10 mostre, più di 100 artiste e artisti e centinaia di opere.
Per più di un mese Vicenza sarà la capitale italiana dell'illustrazione.
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Cinque libri
Davide Calì consiglia cinque albi di Marco Viale, che definisce come uno tra gli autori e illustratori più folli e divertenti che ci siano in Italia.
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Una cultura del pane
«Questa rivista parte dal pane per parlare di luoghi e di persone, di vicende straordinarie e aneddoti trascurabili. Parte dal pane, perché il pane è così antico che a divagare lungo la sua storia si finisce per ricostruire anche la nostra. Il pane ci farà intercettare narrazioni che spaziano in tutti i campi dell’esistenza, ed esplorare diversi modi di espressione: reportage, saggio, memoir, ricetta, poesia, fotografia, disegno».
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Un'intervista alla direttrice editoriale de L'Integrale, una rivista indipendente che fa cultura... col pane.
Un design che si ispira al territorio
Un vulcano e delle bacche di ginepro
Vesuvius Magma Gin è un nuovo gin prodotto a Napoli con le erbe raccolte tra le pinete del Vesuvio e sui versanti assolati del vulcano, là dove cresce la celebre ginestra cantata da Leopardi nell’omonima lirica.
Il design è stato affidato a BasileADV.
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Come ogni lunedì
È una rubrica a cura della giovane illustratrice e tatuatrice Alessandra Bruni, che ogni settimana illustra una notizia della settimana precedente.
VAI ☞
E inoltre
❉ Un documentario sperimentale che indaga sul rapporto tra linguaggio, immagine e ricordo.
Il regista ha ingaggiato un artista degli identikit della polizia e ha fatto tre esperimenti: nel primo un uomo doveva descrivere sua moglie, con la quale era sposato da decenni; nel secondo due gemelle identiche dovevano descriversi a vicenda; nel terzo un uomo cieco provava a descrivere sé stesso.
Composite ☞
❉ I robot di Google Street View si specchiano nei musei 🤖
Un Tumblr ☞
❉ «What is the rarest color in nature?» 🎨
Una video-lezione TED-ed sui colori più difficili da trovare in natura ☞
❉ La mappa dei rumori di Londra, New York e Parigi👂
Si può ascoltare a quanti decibel si arriva in ogni zona ☞
❉ Storie di oceano e di scienziate, scrittrici e attiviste 🌊
Un affascinante pezzo di Valentina Pigmei su Il Tascabile ☞
❉ Realtà alternative 🛹
In un video di skate ☞
❉ Una serie di modellini da costruire in carta ✂️
Si scaricano gratuitamente ☞
❉ Un “ragnetto” rosso che corre sulla mappa 🛫
E ti mostra gli aeroporti più vicini a ogni luogo del mondo ☞
Bonus Una magnifica forma di pane bianco* di Michael Pollan
Il buon pane mi piace moltissimo. A ben vedere, perfino il pane cattivo è abbastanza buono. Preferisco senz’altro mangiare una fetta di pane appena fatto che un pezzo di torta. Mi piace soprattutto il contrasto fra la crosta ruvida e l’interno umido, soffice, alveolato – la «mollica», come ho imparato a chiamarlo adesso che frequento i fornai. I professionisti chiamano «alveoli» le tasche d’aria che costituiscono la mollica; i gas intrappolati in quei vuoti dalle pareti ricurve contengono gran parte dell’aroma del pane, quel ricco complesso di profumi – di forno, lievito e nocciole, vagamente alcolico – che, per me, è più invitante dell’odore del vino o del caffè; benché in fondo io non veda alcun motivo per dover scegliere fra di essi, dal momento che il pane si accompagna benissimo con entrambi.Riempire la cucina con quell’aroma è già un buon motivo per fare il pane: anche se viene male, il profumo che emana mentre cuoce non manca mai di migliorare un ambiente o un’atmosfera. Spesso, a chi cerca di vendere la propria casa, si consiglia, prima di mostrarla ai potenziali acquirenti, di cuocere una forma di pane. L’idea di fondo è che il pane appena sfornato è la perfetta sineddoche della casa accogliente. Il che, se ci si pensa, è curioso – perché quanti di noi sono effettivamente cresciuti in una casa dove qualche volta si cuoceva il pane? In un modo o nell’altro, però, quella memoria sensoriale e la sua associazione con la felicità domestica resistono. Il trucco ha aiutato a far passare di mano parecchie case.Non è stato per riempire la mia con quel profumo meraviglioso, però, che mi sono imbarcato nell’impresa di fare il pane. Né l’ho fatto per mangiare una buona pagnotta, desiderio che oggi può essere facilmente soddisfatto acquistandola in una delle numerose buone panetterie che si sono moltiplicate negli ultimi anni. La panificazione è un caso in cui l’aver affidato il lavoro all’esterno, a dei professionisti, ha reso un ottimo servizio all’umanità per gran parte degli ultimi seicento anni (salvo, forse, nell’ultimo secolo, noto anche come l’Era di Wonder Bread, un’epoca decisamente infelice per il pane). No: ho cominciato a fare il pane per imparare quello che potevo su come viene preparato, per capire che cosa significa per noi, e per comprendere il suo arcano, persistente potere. Poche cose sono comuni come una forma di pane, eppure il processo mediante il quale la si ottiene è straordinario, e in una certa misura ancora misterioso perfino per chi lo studia, o per chi lo mette in pratica ogni giorno.
* Estratto dall'omonimo capitolo di Cotto. Storia naturale della trasformazione, di Michael Pollan, Adelphi, 2014.
Pollan (1955) è un pluripremiato giornalista, saggista e docente statunitense. Nei suoi libri parla spesso di cibo e la sua opera più celebre, Il dilemma dell'onnivoro, è un'illuminante inchiesta sul sistema alimentare americano.
Da Cotto è stata tratta la serie Netflix Cooked.