Piume colorate, design liquido e sistemi di scrittura
un magazine online di cultura visiva — dal 2006
Questa settimana, su Frizzifrizzi abbiamo scoperto che:
❉ dei quasi 300 sistemi di scrittura usati dall'umanità nel corso della storia, più di un terzo non è ancora stato codificato negli standard Unicode. E non si tratta solo di script appartenenti a lingue morte;
❉ con un'infanzia segnata dalla fame, lo scrittore e alpinista Mario Curnis cominciò a lavorare prestissimo. A 13 anni era già in cantiere, e la madre, ogni giorno, gli metteva nel sacchetto del pranzo 18 castagne;
❉ secondo Kazuō Shinohara, uno dei più grandi architetti giapponesi del '900, «la casa è un'opera d'arte». Se n'è convinto dopo aver progettato una minuscola abitazione che però non mancava di nulla, ispirata a una fattoria tradizionale e a un ombrello di carta;
❉ a Key West, in Florida, c'è una colonia di gatti polidattili che discendono da Biancaneve, la gatta di Hemingway;
❉ fondato nel 1863, per i primi decenni di vita l'odierno colosso farmaceutico Bayer era un'impresa specializzata in coloranti.
Delle idee di design
«La forma non è più il campo centrale entro il quale si svolge la partita del design. Anche quando l’oggetto è presente il suo valore primario è determinato non tanto dalla funzione pratica, ma dalla semantica del messaggio che riesce a esprimere. [...] Il “design solido” a cui siamo stati abituati si è sciolto in un design più dinamico, mutevole, instabile, fluido».
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Negli anni il nostro Tommaso Bovo ha pubblicato su Frizzifrizzi numerose interviste ad alcuni dei più interessanti nomi del design contemporaneo. Ora quelle interviste sono state raccolte in un libro: Design liquido.
Un salvare dall'oblio
La Umbrella House di Kazuō Shinohara
Uno dei primi progetti del grande architetto giapponese stava per essere demolito per far posto a una strada.
L'azienda svizzera Vitra ha smontato la struttura pezzo per pezzo e l'ha ricostruita nel suo campus vicino a Basilea.
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I sistemi di scrittura del mondo
Ad oggi ne sono stati censiti 294, e il Missing Scripts Project tenta di identificare e studiare tutti quelli che non fanno ancora parte dello standard Unicode, e che quindi non possono essere usati sulle piattaforme digitali.
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Delle piume colorate
Sono quelle contenute in un campionario di inizio '900 che mostrava la resa dei coloranti della Bayer. Una copia è stata digitalizzata e si può consultare e scaricare.
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Un'amicizia
Quella tra il grande scrittore Ernest Hemingway e la sua gatta Biancaneve, che aveva sei dita per ogni zampa. A raccontarla è un bell'albo scritto da Luca Tortolini e illustrato da Alice Barberini.
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Lo ha pubblicato Orecchio Acerbo, e la nostra Giulia Ficicchia ha intervistato i due autori.
Una vita intera
Le 18 castagne di Mario Curnis
È stato operaio edile e alpinista, ha vissuto la miseria, il fallimento e la malattia, ma ha anche arrampicato le vette più alte del mondo.
Mario Curnis, che oggi ha più di ottant'anni, racconta la sua lunga e intensa storia in un libro pieno di foto.
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Del buon cinema
Otto film italiani che fotografano il decennio dei grandi cambiamenti: gli anni '60. Dall'Alberto Sordi de I magliari a Simone Signoret e Sandra Milo in Adua e le compagne, fino all'originale fantascienza di Ugo Gregoretti e di Elio Petri.
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Con Cinemasessanta Davide Calì propone una mini-rassegna con pellicole che si possono trovare online.
Dei cortometraggi
Questione di spazio
In una relazione è lo spazio che si dà all'altra persona e che ci si prende a tenere vivo il rapporto?
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Un uomo si trasforma in albero e...
Un esilarante corto ispirato alla storia “vera” capitata a un amico dei due registi, che durante un trip di salvia divinorum diventò, appunto, una pianta.
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Come ogni lunedì
È una rubrica a cura della giovane illustratrice e tatuatrice Alessandra Bruni, che ogni settimana illustra una notizia della settimana precedente.
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E inoltre
❉ Sono tantissime le versioni illustrate della fiaba de I tre porcellini.
Davide Calì consiglia cinque tra le sue preferite ☞
❉ Una serie di grafici a torta riassume le proporzioni corporee di alcune razze canine 🐩
E fanno molto ridere (soprattutto il Basset Hound) ☞
❉ Il designer Jon-Paul Wheatley crea artigianalmente palloni da calcio ⚽️
E sono bellissimi ☞
❉ I confini sono linee immaginarie che, nel corso della storia, sono cambiate spesso 🌏
Un sito permette di puntare su qualsiasi luogo della Terra e vedere (non sempre con gran precisione, questo va detto) tutti i cambiamenti di confine ☞
❉ «Questo libro guarda Napoli dando le spalle al panorama, rifiuta il vecchio e il nuovo pittoresco e abbraccia una prospettiva lontanissima dalle scenografie di fascino anarchico o in stile Gomorra che nutrono l’immaginario turistico contemporaneo» 🏢
Napoli. Contro il panorama, un libro di Giovanna Silva e Lucia Tozzi ☞
❉ «Con strumenti molto primitivi, scavano centinaia di piccoli stagni nelle rive del letto del fiume. Stretti canali collegano gli stagni con il fiume. Le alte maree stagionali inondano gli stagni poco profondi di acqua di mare. L'evaporazione solare trasforma l'acqua in una salamoia. A causa delle concentrazioni variabili di alghe, si creano colori vividi, dal verde pallido all'arancione brillante. Il colore indica la salinità degli stagni. I microrganismi nell'acqua cambiano colore all'aumentare della salinità dello stagno. Nei mesi estivi, la salamoia diventa abbastanza densa da cristallizzarsi e i cristalli di sale cadono sul fondo dello stagno, dove possono essere raccolti»🧂
Le saline del Senegal nelle ammalianti foto dal cielo di Tom Hagen ☞
❉ La prima uscita cartacea della rivista culturale online L'Indiscreto 📖
Titolo: L’Indiscreto. Il fine del mondo ☞
❉ Fino al 26 giugno Taschen mette in vendita alcune copie da esposizione a prezzi scontatissimi 💰
Dal 25 al 75% in meno ☞
Bonus Lo schermo, la luce e l'elettricità: i nuovi strumenti di scrittura* di Ewan Clayton
Oggi si costruiscono schermi sempre più grandi e luminosi. Il loro vantaggio sta nella labile natura della luce; la sorgente luminosa, diversamente dall'inchiostro e dai pigmenti, va continuamente rinnovata sullo schermo e può quindi cambiare fra un istante e l'altro, perciò le immagini possono muoversi o cancellarsi facilmente: un vantaggio paradossale se si considera lo sforzo che l'umanità ha fatto nei secoli per rendere la scrittura durevole. Dai tempi delle tavolette di cera degli antichi Romani, mai superficie scrittoria era stata così istantaneamente modificabile.
Nella storia della scrittura la luce ha un ruolo costante e profondamente emblematico. I miniaturisti medioevali impreziosivano le pagine dei libri usando il colore e scintillanti foglie d'oro. Possiamo immaginare lettere e figure brillare alla luce delle candele, prendere vita e movimento nel buio di una cattedrale. La luce era una metafora della conoscenza, e la conoscenza era considerata di origine divina. Nei mosaici e nelle vetrate policrome, negli smalti e sulle geometrie alfabetiche che adornavano moschee e palazzi, si cercava di far danzare la luce sulle parole. Nel XX secolo arrivò l'elettricità; neon e quadranti luminosi cominciarono ad animare le strade cittadine e le zone dei teatri, mentre sugli schermi cinematografici scorrevano titoli spesso composti di lettere e immagini in movimento; era arrivata l'animazione.
Anche la tastiera contribuì al nuovo modo di comunicare. Veniva utilizzata per perforare le schede e i nastri di carta con cui erano programmati i computer, nonché, soprattutto, in speciali macchine per scrivere impiegate come stampanti. Una macchina per scrivere elettromeccanica per il telegrafo, una "telescrivente" usata per la prima volta a scopo commerciale nel 1910, fu impiegata come stampante su Colossus 2, un'apparecchiatura per decrittare messaggi costruita dagli inglesi fra il 1943 e il 1944. Il computer Harvard Mark I, assemblato all'Università di Harvard negli stessi anni, utilizzava allo stesso scopo una Flexowriter. La
“Flexo” era una macchina per scrivere elettromeccanica controllata da un nastro perforato. Entrambi questi sistemi di stampa funzionavano tramite comandi elettronici. Il comando partiva da un tasto premuto da un operatore, oppure da un impulso che attraversava un nastro perforato o passava lungo un cavo del telegrafo. I comandi, un'evoluzione del codice Morse originariamente adottato dal telegrafo, utilizzavano treni d'impulsi emessi in serie di 5 bit per ogni lettera o simbolo. Questi impulsi venivano configurati in una serie, accendendo o spegnendo un circuito elettronico. I codici elettronici erano il ponte naturale verso un linguaggio leggibile dal computer, e una volta utilizzati per codificare le informazioni in uscita, fu facile rendersi conto che potevano servire anche per inserire testi. I codici elettronici vennero ulteriormente standardizzati e ampliati.
Nel 1963 l'American Standards Institute introdusse l'American Standard Code for Information Interchange (ASCII) e, nel 1987, gli scienziati della Xerox e della Apple, ansiosi di trovare un approccio multilingue, istituirono l'Unicode, un nuovo sistema di codifica a 16 bit.
Oggi l'Unicode dispone di codici binari per quasi tutti i sistemi di scrittura del mondo, antichi e moderni; persino i geroglifici egiziani ne hanno uno.
* Estratto dall'omonimo capitolo di Il filo d'oro. Storia della scrittura, di Ewan Clayton, Bollati Boringhieri, 2014.
Clayton (1956) è un calligrafo, docente e scrittore britannico.
Negli anni ottanta è stato un monaco benedettino e ha vissuto presso la Worth Abbey, nel Sussex, per poi abbandonare la vita monastica e lavorare allo Xerox’s Palo Alto Research Laboratory, in California, dove sono stati sviluppati i computer connessi in rete, le finestre di Windows, la stampa laser e le basi dell’odierna scrittura elettronica.