Parate, gastriti, comunisti e design inclusivo
un magazine online di cultura visiva — dal 2006
Questa settimana, su Frizzifrizzi abbiamo scoperto che:
❉ nel 1838 Daguerre pubblicizzava così il suo dagherrotipo: «Con questo procedimento, senza alcuna nozione di disegno, senza alcuna conoscenza di chimica e fisica, si potranno riprendere in pochi minuti le vedute più dettagliate, i siti più pittoreschi»;
❉ il primo contenuto d'intrattenimento mandato in onda via radio nel Regno Unito fu un recital della soprano australiana Nellie Melba. Era il 1920 e la compagnia che lo trasmesse era quella fondata da Guglielmo Marconi;
❉ la Carta dei diritti della comunicazione, scritta dalla sezione italiana della Società per la Comunicazione Aumentativa e Alternativa comincia così: «Ogni persona, indipendentemente dal grado di disabilità, ha il diritto fondamentale di influenzare, mediante la comunicazione, le condizioni della sua vita»;
❉ nel 2002 l’educatore britannico Maurice Holt lanciava lo Slow School Movement con un articolo in cui scriveva: «L’approccio lento al cibo consente la scoperta, lo sviluppo della conoscenza. I festival slow food presentano nuovi piatti e nuovi ingredienti. Allo stesso modo, le scuole lente danno spazio all’invenzione e rispondono al cambiamento culturale, mentre le scuole veloci si limitano a produrre gli stessi vecchi hamburger»;
❉ un giorno uno stormo di uccelli migratori, multietnico e coloratissimo, lasciò Milano e il bosco di Gioia per andare a svernare altrove, ma quando poi ci tornò, in primavera, scoprì che il bosco non c’era più e al suo posto era sorto un “bosco” verticale, non più di tutti ma di pochi…;
❉ l'artista del collage Oscar Sabini considera il bordo strappato di un pezzo di carta un'area in cui c'è fermento.
Una gastrite
La “rivista per chi ama odiare” è uscita con un nuovo numero (il primo, dopo il n.0) dove, con tanta ironia, vengono commentati articoli realmente usciti per demolire luoghi comuni, disinformazione e pose giornalistiche. Il tema di questa uscita è l'educazione.
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Per odiare, tra le altre cose, i boomer che fanno i boomer, chi tocca troppo, le persone troppo gentili, i bambini che fanno le lagne e il sistema scolastico: Gastrite n.1.
Un apprendere
Imparare lentamente
La nuova edizione del prestigioso concorso internazionale Posterheroes ruota attorno al tema dei modelli di apprendimento, invitando a riflettere sui danni che il paradigma della produttività ha causato e sta causando alla scuola.
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Un design per delle letture inclusive
Per la sua tesi di laurea, la giovane designer Aleana Percivalle ha affrontato il tema della CAA — la Comunicazione Aumentativa e Alternativa, cioè le strategie e le tecniche che servono a migliorare la comunicazione delle persone che hanno difficoltà a usare i canali comunicativi tradizionali — e ha anche progettato un albo illustrato in due versioni.
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Delle parate
La nostra Emma Cacciatori ha intervistato l'artista e illustratore Ruggero Asnago, che da cinque anni immagina e organizza coloratissime parate frutto di laboratori con bambine, bambini e non solo.
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Sono piene di insetti giganti e mostri buoni, e servono per lavorare sulle comunità e sullo stare assieme, e per interrogarsi su temi come la paura e il diverso.
Dei draghi, dei sogni e degli scossoni
Mutty inaugura la stagione estiva con una mostra di Oscar Sabini
L'artista veneziano, grande maestro dei collage, ha creato 20 nuove opere per l'occasione, ispirate ai sogni, ai libri e al mondo dell'infanzia.
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Cinque libri sui draghi
I draghi sono tra le creature più amate da bambine e bambini.
Il nostro Davide Calì consiglia cinque albi illustrati che li vedono come protagonisti.
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Fare tilt su una tavola illustrata
La nuova edizione dell'ormai storico concorso d'illustrazione indetto dall'associazione Tapirulan è dedicata a questo tema. Si vincono una mostra e 2500 Euro.
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Una notte
Dalle 20,00 alle 6,00 del mattino tra mostre e incontri all'insegna della fotografia. Succede a Prato, grazie al gruppo Sedici, che ogni anno organizza Ultra, una lunga notte di immagini e cultura.
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Nel momento in cui esce la newsletter l'evento è già passato, ma le mostre — che in questa edizione sono dedicate al tema delle generazioni — rimangono aperte fino al 5 agosto.
Un fotografare
Due secoli di storie e immagini
Dai primi esperimenti “magici” dell'800 fino alle fotografie sconnesse dalla realtà create dall'Intelligenza Artificiale: un libro di Walter Guadagnini racconta in maniera insolita e intelligente 200 anni di immagini fotografiche.
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Il volto inaspettato del comunismo
Tra gli anni '70 e '80, grazie al suo visto, il fotografo statunitense Arthur Grace riuscì a viaggiare per i paesi del blocco orientale e a sfuggire all'immagine vittoriosa che il regime voleva dare di sé, ma anche a quella stereotipata di povertà e infelicità che solitamente arrivava in occidente.
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Come ogni lunedì
È una rubrica a cura della giovane illustratrice e tatuatrice Alessandra Bruni, che ogni settimana illustra una notizia della settimana precedente.
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E inoltre
❉ «Something that belongs to all of us, everyone of us» 📺
BBC compie 100 anni e li celebra con un video-collage ☞
❉ Al Design Museum di Londra è stata inaugurata una grande mostra sul design del calcio ⚽️
Football: Designing the Beautiful Game ☞
❉ Le piscine di Maria Svarbova 🏊♀️
Two Sides: una nuova serie fotografica ☞
❉ Le bolle nella storia dell'arte 🫧
Sul Public Domain Review ☞
❉ Il puzzle con la foto della Nebulosa della Carena rilasciata qualche giorno fa dal James Webb Space Telescope 🧩
264 pezzi ☞
❉ Una scarpa da skate che più si rovina e più diventa colorata 🛹
La pubblicizza Jimmy Fallon ☞
❉ L'orologio più sottile del mondo ⏰
Ma decisamente non il più bello ☞
❉ Nel paradiso terrestre Eva incontra Lilith, la prima moglie di Adamo, che le insegna il femminismo 🙅♀️
Lilith & Eve, Un corto d'animazione ☞
❉ Come individuare i segnali di pericolo di una relazione creativa tossica 🚨
Su It's Nice That una guida per individuare clienti da cui tenersi alla larga ☞
❉ Oltre 1700 specie e più di 14.000 foto 🪶
Featherbase è un enorme database online di piume d'uccello ☞
❉ Una serie fotografica sul West degli Stati Uniti, tra rocce e colori ⛰
Eons, di Cody Cobb ☞
❉ I nuovi ritratti canini di Lola Dupre ✂️
Hercules and Randy ☞
Bonus L'immagine impossibile* di Luigi Ghirri
Tutti hanno sempre cercato definizioni per la fotografia: Roland Barthes l'ha descritta come un linguaggio senza codice, altri hanno detto che la fotografia è semplice riproduzione della realtà, qualcuno, come Baudelaire, ha sostenuto che non era neanche una forma d'arte ma soltanto una tecnica al servizio dell'arte... Sono sorte enormi diatribe sul fatto che la fotografia fosse o non fosse arte. Che cos'è? Un prodotto di consumo, un prodotto d'uso, un prodotto di comunicazione? È una querelle che continua ancora oggi, inevitabile, inarrestabile.
Ritengo invece che la fotografia non abbia bisogno di alcuna definizione. Intanto perché, almeno secondo il mio punto di vista, si tratta di un'immagine straordinariamente nuova per la storia dell'umanità. Se pensiamo ai nostri codici di stesura e lettura dell'immagine, guardando anche all'architettura delle nostre città e agli spazi che viviamo abitualmente, ci accorgiamo che questi sono segnati molto di più dalla frequentazione e dal rapporto con la pittura piuttosto che dall'immagine ottica. Prendiamo ad esempio la Città ideale dipinta da Piero della Francesca: è stata un modello per la rappresentazione e la costruzione di città reali, come Pienza o per certi versi Sabbioneta. Il paesaggio che vediamo abitualmente — per non parlare della Toscana, dove l'umanizzazione del paesaggio si è espressa ai massimi livelli — rivela un rapporto molto più profondo con la storia dell'immagine pittorica, letteraria o architettonica che non con l'immagine ottica. Oggi abbiamo un rapporto molto assiduo con l'immagine ottica (fotografica, cinematografica e video), un rapporto che diamo ormai per scontato ma che è, in realtà, molto giovane, ancora in fase di strutturazione. Rispetto al rapporto, consolidato da secoli, con la tradizione visiva della pittura, della scultura o dell'architettura, lo stadio di crescita del nostro rapporto con l'immagine ottica potrebbe essere definito adolescenziale. Questo tipo di freschezza, questa sensazione di campo non completamente coltivato presente davanti a noi, da una parte ci provoca una serie di indecisioni, di andature frammentarie, ma dall'altra ci offre la prospettiva di un rapporto meno stanco con la realtà.
Tornando al discorso che facevo prima, io ho sempre guardato all'immagine fotografica come a qualcosa che non si può definire, una specie di immagine impossibile. L'ho sempre vista come una strana sintesi tra la staticità della pittura e la velocità, che è qualcosa di interno alla fotografia, al suo processo di costruzione, cosa che l'avvicina al cinema. Perché io la fotografia la guardo, la osservo dal punto di vista dell'immagine. Il mio tempo di osservazione, il mio tempo di lettura non è molto dissimile dalle modalità di lettura, e quindi anche probabilmente di percezione, di un dipinto classico. D'altra parte il cinema è un insieme di fotografie in sequenza, fotografie scattate secondo una velocità propria della macchina da presa e proiettate ancora secondo una velocità predeterminata. Il cinema è figlio della fotografia, nel senso che viene dopo, non per stabilire delle priorità araldiche ma nel senso che rappresenta, in termini temporali, un episodio successivo alla nascita della fotografia. Credo che proprio in questo senso la fotografia sia un'immagine impossibile: un'immagine che da una parte ha la staticità della pittura, dall'altra il dinamismo del cinema.
Nello stesso tempo, la fotografia si esplica sempre all'interno di un dualismo perfetto. Se uno ci pensa, nella fotografia c'è il negativo e il positivo. È un rapporto tra la luce e il buio. È un giusto equilibrio tra quello che c'è da vedere e quello che non deve essere visto.
Quando noi fotografiamo, vediamo un parte del mondo e un'altra la cancelliamo.
Il rapporto giusto e corretto con la fotografia va probabilmente pensato proprio nei termini di una dialettica perenne. C'è stato un filosofo, del quale ho letto recentemente un'intervista, che ha dato la definizione forse più bella che abbia mai sentito della fotografia. Ha detto: «La fotografia non è un problema, la fotografia è un enigma, perché il problema ha una soluzione e l'enigma è un problema che non ha soluzione».
* Estratto dal capitolo Dimenticare se stessi del saggio Lezioni di fotografia, di Luigi Ghirri, Quodlibet, 2010.
Il libro raccoglie le trascrizioni di una serie di lezioni sulla fotografia che Ghirri tenne all’Università del Progetto di Reggio Emilia tra il 1989 e il 1990.
Ghirri (1943-1992) è stato uno dei più grandi fotografi italiani e ha fatto scuola (e continua a farle) a generazioni di fotografe e fotografi.