Residenze artistiche, animazione polacca e leggende sicule
un magazine online di cultura visiva — dal 2006
Questa settimana, su Frizzifrizzi abbiamo scoperto che:
❉ tra i primissimi esempi di animazione, in Polonia, ci sono i cortometraggi del cineasta e appassionato entomologo Władysław Starewicz, che realizzò dei filmati in stop-motion con pupazzi di insetti da lui stesso costruiti;
❉ nel corso della sua breve vita, lo scrittore ceco Karel Čapek scrisse di tutto: drammi, romanzi, racconti, albi illustrati, saggi di giardinaggio e reportage di viaggio;
❉ anche se spesso, romanticamente, pensiamo che libraie e librai passino il loro tempo in libreria a leggere, in realtà fanno davvero di tutto tranne quello;
❉ a Belmonte Calabro, in provincia di Cosenza, c'è un luogo immaginario che si chiama BelMondo e si sovrappone alla geografia di quello reale coinvolgendo diverse comunità;
❉ secondo la poesia di un autore anonimo siciliano, la Sicilia sarebbe un diamante che Dio in persona, un giorno in cui egli era particolarmente felice, ha strappato dalla sua stessa corona e posato in mare.
Un intervento di arte pubblica
«Questa non è una cartolina». «Qui abita una comunità». «Ci vediamo in piazza». Le attiviste di CHEAP hanno partecipato all'ultima edizione di Crossing, progetto dell'iper-collettivo La Rivoluzione delle Seppie, a Belmonte Calabro, ideando una serie di poster affissi negli spazi pubblici per innescare una conversazione sull'idea di comunità e sulla cattiva narrazione del concetto di “borghi”,
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Il progetto si chiama I borghi muoiono, i paesi vivono.
Dei luoghi e delle storie
Una tesi sulle leggende della Sicilia
È opera del giovane designer Federico Mazzotta, che si è ispirato a un vecchio saggio dello storico Santi Correnti regalatogli dal nonno e ha fatto un grandissimo lavoro di ricerca iconografica e di design editoriale.
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I francobolli immaginari delle città del mondo
Li realizza da sei anni lo studio sudafricano Makers Company come progetto “laterale” per tenersi in costante allenamento creativo, staccare un po’ dal flusso lavorativo più rigido e sperimentare cose nuove al di fuori delle commissioni dei clienti.
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Una libreria
«I lettori della libreria sono diventati anche amici della libreria, alcuni hanno fatto amicizia tra di loro, alcuni passano anche solo per un saluto, per scambiare quattro chiacchiere o parlare dell’ultimo libro che hanno letto. Ci si consiglia a vicenda sui libri, sugli autori».
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Per la terza tappa del suo tour virtuale alla scoperta delle librerie indipendenti, la nostra Giulia Ficicchia ha intervistato Elena Baldini della libreria I libri di Elena, a Cesena.
Degli albi illustrati
La storia di Dášenka, la cagnolina di Karel Čapek
La nuova casa editrice WoM Edizioni pubblica un albo illustrato — tra disegni e fotografia — dell'autore ceco, originariamente uscito nel 1933.
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Cinque libri di Miguel Tanco
«Le sue storie sono sempre delicate e minimali, i suoi personaggi molti timidi, come il tratto sottile che ne disegna il contorno».
Davide Calì consiglia cinque albi illustrati dell'autore.
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Dei tesori d'archivio
Nel 2018 il Polish Film Institute, il Warsaw Documentary and Feature Film Studios e lo Studio Filmow Rysunkowych hanno iniziato a digitalizzare e restaurare centinaia di lungometraggi, documentari e film d’animazione polacchi. Ne è nato un archivio online in cui poterli vedere liberamente e gratuitamente.
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Si chiama 35mm.online ed è pieno di gioielli, soprattutto nelle sezioni dedicate all'animazione e ai corti per l'infanzia.
Un festival e una residenza
Le arti visive invadono Civitanova Marche
Il festival ideato dal designer e artista Giulio Vesprini giunge alla sua seconda edizione.
Tra mostre, installazioni, laboratori, incontri e una selezionatissima mostra-mercato, il tema di quest'anno è “La città museo”.
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Una residenza in Estonia all'insegna di stampa e tipografia
Il centro culturale TYPA, a Tartu, apre le porte ad artiste e artisti di tutto il mondo.
Chi si candida a partecipare «deve presentare domanda con un piano di progetto, qualcosa che risponda al luogo, che si tratti di TYPA, di Tartu o dell’Estonia».
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Come ogni lunedì
È una rubrica a cura della giovane illustratrice e tatuatrice Alessandra Bruni, che ogni settimana illustra una notizia della settimana precedente.
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E inoltre
❉ Uno specimen in forma di magazine 🗞
Si chiama Character e dedica ogni numero a un singolo carattere tipografico ☞
❉ Le sempreverdi grafiche dei maglioni, che non passano mai di moda 🧶
Se ne parla su Eye on Design ☞
❉ Consigli per letture estive 📖
Dalle autrici e gli autori de L'Indiscreto ☞
❉ Dune di sabbia ⏳
Una serie fotografica di Kevin Krautgartner ☞
❉ Container 🏗
Una serie fotografica di Tom Hagen ☞
❉ Un breve documentario della rivista New Yorker segue un arbitro di calcio durante un incontro internazionale ⚽️
The Game ☞
❉ Se Rothko, Basquiat, Picasso e Monet avessero disegnato dei grafici, come sarebbero stati? 📊
L'ha immaginato l'Intelligenza Artificiale ☞
❉ Dall E 2 se la cava ottimamente anche con le foto di cibo 🍛
«A peanut butter and jelly sandwich in the shape of a Rubik’s cube, professional food photography» ☞
❉ Breve storia di 30 formati per ascoltare musica 🎧
Su Loudwire ☞
❉ Le aree degli Stati Uniti in cui si cercano di più i porno transgender sono quelle a maggioranza repubblicana 🙈
Ma guarda un po'... ☞
Bonus La migrazione di Gerald Durrell
Luglio si era spento come una candela sotto il soffio di un vento tagliente che aveva fatto da scorta a un plumbeo cielo d'agosto.
Cadeva una pioggerella pungente e fitta che ogni raffica di vento faceva ondeggiare come opachi lenzuoli grigi. Lungo il litorale di Bournemouth le cabine volgevano le loro vuote facce di legno verso un mare grigioverdastro e crestato di spuma che balzava impetuoso contro il parapetto di cemento lungo la riva. I gabbiani erano stati rovesciati a valanghe sopra la città, e ora vagavano alti sui tetti, ad ali tese, lamentandosi queruli. Era proprio un tempo fatto apposta per mettere a dura prova la pazienza di tutti.
Considerata in gruppo, la mia famiglia quel pomeriggio non offriva uno spettacolo molto edificante, perché il tempo aveva portato con sé la solita selezione di malattie alle quali andavamo soggetti. A me, che me ne stavo sdraiato sul pavimento a catalogare le conchiglie della mia collezione, aveva portato il catarro, rovesciandomelo nel cranio come una colata di cemento, sicché respiravo rantolando con la bocca aperta. A mio fratello Leslie, rincantucciato cupo e torvo accanto al fuoco, aveva infiammato i canali semicircolari delle orecchie a tal punto che gli sanguinavano, in modo leggero ma persistente. A mia sorella Margo aveva regalato una nuova fioritura di acne su un viso che era già marezzato come un velo rosso. Per mia madre c'era un bel raffreddore gorgogliante, insaporito da un attacco di reumatismi. Era indenne soltanto il mio fratello maggiore, Larry, ma il fatto che fosse irritato dai nostri malanni bastava.
E naturalmente fu Larry a cominciare. Noi ci sentivamo troppo apatici per pensare ad altro che ai nostri mali, ma Larry è stato designato dalla Provvidenza a passare attraverso la vita come un piccolo, biondo fuoco d'artificio, facendo esplodere idee nelle menti altrui e poi raggomitolandosi al modo mellifluo di un gatto e declinando ogni responsabilità per le conseguenze. Man mano che il pomeriggio avanzava era diventato sempre più irritabile. Infine, girando uno sguardo truce per la stanza, decise di attaccare mamma, come se fosse l'ovvia causa di tutti i guai.
«Perché sopportiamo questo maledetto clima?» domandò all'improvviso, facendo un gesto verso la finestra coi suoi obliqui ruscelli di pioggia. «Guarda lì! E quanto a questo, guarda noi... Margo tutta gonfia come un piatto di porridge rosso... Leslie che se ne va in giro con dieci metri di ovatta nelle orecchie... Gerry che pare che abbia il palato fesso dalla nascita... E guarda te: ogni giorno che passa hai un'aria più decrepita e stravolta».
Mamma gettò un'occhiata al di sopra di un grosso volume intitolato Ricette facili del Rajputana.
«Neanche per sogno!» disse sdegnata.
«E invece sì,» insistette Larry «cominci a somigliare a una lavandaia irlandese... e i tuoi figli sembrano le illustrazioni di un'enciclopedia medica».
A questo mamma non riuscì a trovare nessuna risposta veramente schiacciante, quindi si accontentò di dargli un'occhiata severa prima di tornare a rifugiarsi dietro il suo libro.
«Quello che ci vuole per noi è il sole,» continuò Larry «non sei d'accordo, Les?... Les... Les!».
Leslie si srotolò da un orecchio un bel pezzo d'ovatta.
«Cosa hai detto?» domandò.
«Eccoti servita!» disse Larry, voltandosi trionfante verso mamma.
«Parlare con lui è diventata un'impresa problematica. Dimmi tu che razza di situazione! Un fratello non sente quello che gli dici e l'altro non lo si capisce quando parla. Francamente è ora di fare qualcosa. Non si può pretendere che io crei la mia prosa immortale in un'atmosfera pregna di tetraggine e di eucalipto».
«Sì, caro» disse mamma in tono vago.
«Quello che ci vuole per tutti noi» disse Larry tornando in argomento «è il sole... un paese dove possiamo espanderci».
«Sì, caro, sarebbe bello» convenne mamma senza ascoltare veramente.
«Stamattina mi è arrivata una lettera di George — dice che Corfù è magnifica. Perché non facciamo le valigie e non andiamo in Grecia?».
«D'accordo, caro, se ti fa piacere» disse mamma incautamente.
Quando si trattava di Larry, di solito stava molto attenta a non compromettersi.
«Quando?» domandò Larry, alquanto stupito di questa cooperazione.
Mamma, rendendosi conto di avere commesso un errore tattico, abbassò con circospezione le Ricette facili del Rajputana.
«Be', penso che sarebbe ragionevole che tu andassi avanti e sistemassi tutto. Poi scrivi e mi dici se è un posto carino, e noi possiamo seguirti» disse abilmente.
Larry la incenerì con uno sguardo.
«Questo lo dicesti già quando proposi di andare in Spagna,» le ricordò «e io sono rimasto due mesi interminabili a Siviglia ad aspettare il vostro arrivo, mentre tu non facevi altro che scrivermi lettere chilometriche sulle fognature e sull'acqua potabile come se io fossi il segretario comunale o qualcosa del genere. No, se dobbiamo andare in Grecia ci andiamo tutti insieme».
«Ora stai esagerando, Larry,» disse mamma in tono querulo «in ogni modo, ora come ora non posso partire. Devo prima risolvere il problema di questa casa».
«Risolvere? Risolvere che cosa, per amor del cielo? Vendila».
«Questo non posso farlo, caro» disse mamma, un po' scossa.
«Perché no?».
«Ma l'ho appena comprata!».
«Appunto, vendila finché è ancora in buono stato».
«Non essere ridicolo, caro,» disse mamma con fermezza «non se ne parla nemmeno. Sarebbe una pazzia».
Perciò vendemmo la casa e scappammo dalla tetraggine dell'estate inglese come uno stormo di rondini migratrici.
* Estratto dall'omonimo capitolo del romanzo La mia famiglia e altri animali, di Gerald Durrell, Adelphi, 1990.
Durrell (1925-1995) è stato uno scrittore, naturalista ed esploratore britannico. I suoi libri sono ibridi tra memoir e saggi naturalistici, nonché tra i migliori esempi di “nature writing”.
La mia famiglia e altri animali è il più celebre e racconta l'infanzia dello scrittore, passata sull'isola di Corfù.
Scrive Durrell introducendo l'opera: «Questa è la storia dei cinque anni che ho trascorso da ragazzo, con la mia famiglia, nell’isola greca di Corfù. In origine doveva essere un resoconto blandamente nostalgico della storia naturale dell’isola, ma ho commesso il grave errore di infilare la mia famiglia nel primo capitolo del libro. Non appena si sono trovati sulla pagina non ne hanno più voluto sapere di levarsi di torno, e hanno persino invitato i vari amici a dividere i capitoli con loro».