Grafica, ceramiche, bronci pelosi e fallimenti
un magazine online di cultura visiva — dal 2006
Questa settimana, su Frizzifrizzi abbiamo scoperto che:
❉ quella che per decenni è stata considerata la storia ufficiale della grafica e della comunicazione visiva è in realtà una storia incompleta, relativa perlopiù a professionisti uomini, bianchi e occidentali. Chiunque non rientrasse in certi canoni è stato spesso lasciato fuori dai libri e dagli archivi;
❉ il Kuwasawa Design Institute di Tokyo è stata la prima scuola di design giapponese a basarsi sui principi del Bauhaus;
❉ c'è un isola — la più a nord della Groenlandia — che ha il nome che sembra quello di un bar (o di una libreria!): Kaffeklubben;
❉ Airavata è una creatura delle mitologia induista. È un divino elefante bianco con molteplici teste che porta sul dorso il dio Indra e con la proboscide estrae l’acqua dal sottosuolo, diffondendola in aria e creando le nuvole;
❉ se sei un fico, prima o poi farai frutti; se sei artista, prima o poi farai arte, sostiene la regista d'animazione Anna Samo;
❉ secondo la ceramista Chiara Caselli «siamo cresciuti con l’idea che dobbiamo saper fare tutto, rispondere a tutto, non dobbiamo mai esporre i nostri sentimenti o le nostre paure, e non ci è stato invece insegnato di condividere le nostre debolezze, i nostri timori, i nostri limiti. Parlarsi con onestà è difficile, ma aiuta ad attirarsi le persone giuste e a stare fuori da dinamiche troppo competitive».
Un posto
La nostra Giulia Ficicchia sta andando alla scoperta delle librerie indipendenti italiane attraverso una serie di interviste a libraie e librai. In questa nuova puntata ha parlato con Serena Caramaschi e Nicolò Artoni di Kafféklubben, a Guastalla (Re).
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È un progetto nato a partire da una fanzine e, oltre ai libri, vende anche dischi e organizza concerti in libreria.
Delle storie disegnate
Un festival
È iniziata ieri, a Mondovì (Cn), la nuova edizione di Illustrada, un festival dedicato alla diffusione della cultura della letteratura per l’infanzia e dell’albo illustrato.
Il programma propone mostre, workshop, presentazioni, una mostra-mercato, e un “salotto del libro”.
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Un fallimento che dà ispirazione
La regista d'animazione Anna Samo è partita dalle lettere di rifiuto dei festival per raccontare, attraverso un corto, una storia che parla di come ci si può avvicinare all'essenza del proprio lavoro proprio grazie a una sconfitta.
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Un insolito Harry Potter
È quello — ribattezzato Hairy Pouter, cioè “broncio peloso” — che esce fuori dalla bizzarra collaborazione tra una lettrice ultranovantenne che della trama ha capito poco e un programma di Intelligenza Artificiale che ha interpretato visivamente i suoi spunti.
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Un archivio
Il People’s Graphic Design Archive è un archivio online virtuale e “crowd-sourced”, cioè sviluppato collettivamente da chiunque abbia materiale interessante da catalogare e al quale dar visibilità. È nato con l'intento di ampliare, in maniera il più possibile inclusiva, la storia della progettazione grafica, puntando su ciò che solitamente è stato escluso dai suoi canoni: cioè lavori e idee di donne, persone queer, nere, latine, meticce, indigene...
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Lanciato l'anno scorso, ora il progetto ha trovato una nuova casa e una sua piattaforma realizzata ad hoc.
Delle cose di carta (e di carte)
Le Vilàne, le carte friulane
Nate dal progetto universitario di due studentesse e uno studente dell’Accademia di Belle Arti “G.B. Tiepolo” di Udine, sono diventate un mazzo in edizione limitata prodotto da Modiano.
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Un mazzo ispirato alla mitologia induista
Il duo anglo-indiano-canadese Humble Raja ha progettato un mezzo di carte che vede come protagoniste alcune creature leggendarie.
L'ha prodotto il marchio statunitense Art of Play.
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Un alfabeto
L'artista giapponese Kamihasami ha unito paper art, tipografia, architettura e design in una serie di 30 darsene di carta, che hanno la forma delle lettere dell’alfabeto e di quattro altri glifi.
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Delle ceramiche
«È importante, quando si approccia l’argilla, non avere paura di sporcarsi, di sbagliare, è questione di domarla. Non a caso una delle prime cose che si imparano a fare sulla ruota del tornio è il centrarla, che è un’attività anche molto meditativa. È l’unico momento in cui riesco a fermare il mio cervello, sento di avere i piedi ben radicati a terra e le mani nell’argilla, sono consapevole solo di quello, e diventa ancora più bello quando realizzi di averla centrata».
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La giovane ceramista Chiara Caselli racconta alla nostra Giulia Ficicchia il suo percorso artistico.
Dei sapori
L'arte del cibo di Jun Giovannini
La chef giapponese di MU fish è anche una pittrice, e parla alla nostra Giovanna Canzi delle ispirazioni che trae dal mondo dell'arte.
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Fino al 10 settembre, a Mantova
E inoltre
❉ La Baviera non è solo birra, Lederhosen, knödel, brezeln, weißwürste, BMW e oktoberfest 🍻
Nel suo nuovo numero, la rivista Slanted è andata a scoprire la ricchissima scena creativa bavarese, tra grafica, illustrazione, fotografia e design ☞
❉ La persona più famosa in ogni città del mondo 👑
Qui a Bologna, ad esempio, abbiamo Pasolini ☞
❉ Visualizzare l'impatto dello “overtourism” — o sovraffolamento turistico — nella serie Theatre of Authenticity della fotografa belga Natacha de Mahieu 🎒
Sono fotomontaggi, ma davvero impressionanti ☞
❉ Il colosso Monotype continua a espandersi. Ha appena acquisito lo storico catalogo di caratteri tipografici Berthold, che prende il nome dall'omonima fonderia tipografica nata a Berlino a metà '800 🔡
Il catalogo si compone di oltre 700 caratteri ☞
❉ Un generatore automatico di devianze 😎
Dopo il 25 settembre potrebbe far comodo [via Una cosa al giorno] ☞
❉ Le copertine delle riviste sono diventate i manifesti politici del nostro tempo? ✊
Quattro art director ne discutono su Eye on Design ☞
❉ Lavoratori e lavoratrici 🚬
E pause-sigaretta ☞
❉ Utilizzando l'intelligenza artificiale di DALL·E, il fumettista Randall Munroe ha tirato fuori le ipotetiche versioni vintage e antiche delle Pokémon card, dalla preistoria ai primi anni 2000 👾
Un 🧵 su Twitter ☞
❉ Un cortometraggio racconta una storia📱
Usando solo app di un iPhone ☞
❉ 12 specie di falene e coleotteri riprese a rallentatore e in alta definizione 🐝
Mentre spiccano il volo ☞
Bonus Il pergamino* di Roberto Calasso
A partire da un certo anno, ho fatto in modo che quasi tutti i libri che mi circondano fossero ricoperti con quella specie di carta velina che si chiama pergamino e ancora oggi viene usata dai librai antiquari in Francia, dove la maggior parte dei libri sono in brossura e l’utilità del pergamino è più evidente (nei paesi anglosassoni si usano invece sovra-sovracoperte in plastica).
Mi hanno chiesto ogni tanto perché lo faccio. Il motivo ufficiale è che il pergamino protegge la copertina dall’invecchiamento. Ma non è quello il punto decisivo, che invece è difficilmente confessabile: il pergamino serve a complicare la vita con i libri. La sua vera ragione è quella di rendere meno leggibile – o addirittura non leggibile – ciò che è scritto sui dorsi. Il pergamino fa sì che siano molto meno riconoscibili. E questo allevia chi vive in mezzo a loro – e non vuole essere obbligato a percepire in qualsiasi momento la presenza incombente di un certo libro. Mentre preferisce ritrovarlo quasi al tatto, delicatamente mummificato.
E c’è un motivo ulteriore, ancora meno confessabile. Il pergamino rende molto più difficile, per un occasionale visitatore, individuare i titoli dei libri. E questo frena ogni eccesso di intimità. Impedisce quella imbarazzante situazione in cui, entrando in una stanza, si riconosce rapidamente, anche solo dal colore e dalla grafica dei dorsi, di che cosa è fatto il paesaggio mentale del padrone di casa. Nulla di più desolante di certe interviste televisive con uomini politici e sindacalisti italiani, girate nei loro uffici. Dietro la persona che parla si intravedono due o tre scaffali e si capisce subito che lì non c’è un solo libro. Sono atti di convegni, relazioni, pubblicazioni in omaggio, repertori, annuari, forse anche le poesie di un parente. Nulla che sia destinato a essere letto. Con buone ragioni.
* Estratto da Come ordinare una biblioteca, di Roberto Calasso, Adelphi, 2020.
Il libro parla — tra autobiografia, aneddoti e storie — di mille e mille cose, con la “scusa” di trattare, appunto, di come ordinare i propri volumi (l'autore, per la cronaca, usava l'affascinante regola del buon vicino: nel saggio spiega in cosa consiste).
Calasso (1941-2021) è stato un gigante della cultura e dell'editoria italiana. Nel 1971 è diventato direttore editoriale di Adelphi, casa editrice che Andrea Zanni, su Il Tascabile, ha definito «la storia delle letture di Calasso, un’espressione di quello che lui pensa debba essere un libro: e si può anche aggiungere che in Italia (e forse in Europa) nessuno possa vantare questo triplice ruolo di editore, scrittore e lettore a livelli così alti».
P.S.
Tutti i libri dei quali presentiamo degli estratti in questa sezione Bonus si possono anche trovare e acquistare qui.