Carte, fiamme, lupi, salvadanai e logogrammi
un magazine online di cultura visiva — dal 2006
Questa settimana, su Frizzifrizzi abbiamo scoperto che:
❉ per alfabetizzare le masse, a metà del secolo scorso il Partito Comunista Cinese promosse una versione semplificata degli Hanzi, i logogrammi che si utilizzano nella scrittura cinese, dai quali derivano anche quelli giapponesi e coreani. Tale versione è ancora oggi in uso;
❉ nel 1980 un designer francese ideò un sistema di classificazione dei caratteri tipografici che prendeva a modello le tassonomie dei biologi. Tra le categorie inventate per descriverne le forme c'erano anche caratteristiche assai soggettive tipo “monotono”, “laborioso”, “mondano”, manierista”;
❉ nell'inglese medievale l'argilla con cui si costruivano i salvadanai si chiamava pygg. Alcuni sostengono che sia per l'assonanza con la parola pig che si iniziarono a fabbricare salvadanai a forma di porcello;
❉ dagli esperimenti di Charles & Ray Eames con il filo d'acciaio, usato per le loro sedute, nacque un appendiabiti per le camerette di bambine e bambini;
❉ a metà '800 ogni singola stampa delle oltre 100 che componevano la serie sulle Cento vedute famose di Edo di Hiroshige vendette più di 10 mila copie;
❉ il poeta e scrittore spagnolo Juan Eduardo Cirlot scriveva che «Rubare il fuoco o consegnarvisi (rispettivamente Prometeo ed Empedocle) è la dicotomia in cui si trova l’uomo dinanzi alle cose. La via intermedia sta nella scelta borghese di limitarsi a usare i benefici del fuoco».
Delle fiamme
Mesi fa il collettivo CHEAP ha lanciato una call a tema “On Fire”, ricevendo poster da tutto il mondo. Nelle loro intenzioni doveva essere un fuoco celebrativo — una sorta di rituale post-pandemia — e invece poi ci ha pensato la realtà a cambiare prospettiva, tra guerra, siccità, destre che avanzano e una società che sta andando in fumo.
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Ora i manifesti sono affissi sui muri di Bologna, dove rimarranno per circa un mese.
Un sapore d'oriente
Centinaia di opere di Utagawa Hiroshige
Il grande artista del periodo Edo ne realizzò tantissime e oggi sono sparse nei musei di mezzo mondo. RawPixel ne ha raccolte più di 500, che si possono scaricare gratis.
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I caratteri orientali nella grafica
La casa editrice Victionary ha pubblicato il seguito di un fortunato libro che indagava l'uso dei caratteri Hanzi (cinesi), Kanji (giapponesi) e Hanja (coreani) nella comunicazione visiva contemporanea.
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Una mostra
Il 21 settembre, in occasione del 70º congresso dell'AGI, l'Alliance Graphique Internationale, ha inaugurato a Trieste una mostra che vede protagonisti 25 grandi maestri della grafica del '900.
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Si intitola L’Italia e l’Alliance Graphique Internationale, rimarrà allestita fino a gennaio 2023 e Francesco Liggieri è andato a visitarla per noi.
Delle lettere
Un carattere pieno di “grazie”
Si chiama CX80 e si ispira a una bizzarra tassonomia tipografica degli anni '80 e alla moda di truccare i motorini.
In uno stesso glifo si possono combinare fino a 4 diversi tipi di “grazie”.
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Dei lupi
Nel 2012 i lupi sono tornati sulle Alpi centro-orientali. Un gruppo di tre fotografi, filmmaker e appassionati naturalisti ha deciso di celebrare il decennale del loro arrivo con un progetto multimediale pieno di storie, foto e video inediti.
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Si chiama Lessinia Bolf (bolf è la parola che in antica lingua cimbra indicava il lupo) e la nostra Giulia Ficicchia ha intervistato uno dei fondatori.
Degli oggetti ludici
I salvadanai meccanici di oltre un secolo fa
Tra la fine dell'800 e l'inizio del '900 negli Stati Uniti esplose la moda delle mechanical bank, dei salvadanai metallici che attraverso dei meccanism si animavano quando si inseriva la moneta.
Oggi sono tutti pezzi da collezione.
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Le carte ispirate a un progetto di Charles & Ray Eames
Nel '53 la coppia ideò un coloratissimo appendiabiti per le stanze di bambine e bambini. Dai bozzetti e dall'oggetto è stato creato un mazzo di carte.
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Come ogni lunedì
A Kitakyushu, città del sud del Giappone, una residenza per anziani ha pensato di introdurre bambini nella struttura per fare compagnia ai suoi ospiti.
VAI ☞
E inoltre
❉ Lo studio statunitense Pop Chart ha lanciato la versione a cartoline dei suoi celebri poster fatti di infografiche 📨
I primi tre kit sono sui romanzi essenziali, i parchi nazionali degli USA e le sneaker ☞
❉ Secondo i calcoli degli scienziati sulla terra ci sarebbero 20 quadrilioni di formiche 🐜
In pratica ne abbiamo 2,5 milioni a testa ☞
❉ Un pitone 🐍
Che si arrampica su un albero ☞
❉ Alcune nuove illustrazioni dell'artista estone Eiko Ojala ✍️
Sembrano paper art ☞
❉ Occhio a ruotare e fare screenshot delle immagini su smartphone ⤵️
Se si esagera con le rotazioni l'immagine potrebbe «finire nella schiuma quantistica dell'universo» ☞
❉ Si inseriscono una città di partenza e una di arrivo, ricevendo consigli sulle tappe interessanti da fare lungo il viaggio📍
Makemydrivefun ☞
❉ L'artista Dries Depoorter ha registrato per diverse settimane i filmati di alcune videocamera di sorveglianza pubbliche poi ha incrociato i dati georeferenziati di Instagram con quelli delle videocamere e ha fatto riconoscere all'Intelligenza Artificiale le persone protagoniste degli scatti.
Ne sono usciti i “dietro le quinte” 📹
Il progetto si chiama The Follower ☞
❉ Domani si vota.
O NON si vota 🗳
Su Not Tiziano Cancelli fa l'apologia dell'astensione ☞
Bonus Tabù sull'uscire di casa* di James G. Frazer
[...] è qualche volta proibito ai re di uscire dai loro palazzi; o, se questo è permesso, è proibito ai sudditi di vederli per via. Il re feticcio di Benin, che era adorato come una divinità dai suoi sudditi, non poteva lasciare il suo palazzo. Dopo la sua incoronazione, il re di Loango è confinato nel suo palazzo che non può mai lasciare. Il re di Onitsha «non esce dalla sua casa per andare nella città se non si fa un sacrificio umano per propiziare gli dei; per questa ragione non esce mai dalla sua residenza». Ci viene anzi detto che egli non può mai lasciare il palazzo sotto pena di morte, o di dare uno o più schiavi da sacrificare in presenza sua. Siccome la ricchezza del paese è calcolata a schiavi, il re si guarda bene dal contravvenire alla legge. Eppure una volta l’anno, nella festa delle patate dolci, è permesso, anzi è imposto dall’uso, al re, di ballare davanti al suo popolo fuori delle mura di fango del suo palazzo. Ballando egli porta un gran peso, generalmente un sacco di terra sulla schiena, per provare che è ancora capace di sopportare il carico e le cure dello Stato. Se egli fosse incapace di compiere questo dovere sarebbe immediatamente deposto, e forse anche lapidato. I re d’Etiopia erano adorati come dei, ma erano perlopiù tenuti chiusi nei loro palazzi.
Sulla costa montagnosa del Ponto viveva in tempi antichi un popolo rude e guerriero, i Mossini o Mossineci, attraverso il cui aspro paese marciarono i Diecimila nella loro famosa ritirata dall’Asia all’Europa. Questi barbari tenevano il loro re strettamente custodito in cima a un’alta torre, dalla quale dopo la sua elezione non gli era mai più permesso di scendere. Qui egli dispensava la giustizia al popolo: ma se li offendeva essi lo punivano interrompendogli per un giorno le razioni, o lo facevano anche morire di fame. I re di Sabaea o Seba, il paese delle spezie d’Arabia, non dovevano uscire dai loro palazzi e se lo facevano la folla li lapidava a morte. Ma in cima al palazzo era una finestra da cui pendeva una catena. Se un uomo riteneva di avere sofferto un torto tirava la catena e il re, che lo vedeva, lo chiamava a palazzo e giudicava.
* Estratto dal saggio Il ramo d'oro, di James G. Frazer, Bollati Boringhieri, 2012.
Frazer (1854-1941) è stato un antropologo e uno storico delle religioni.
Il ramo d'oro è uno dei testi fondamentali sulla magia e la religione.