Grafica, bellezza, specimen e una nuova rubrica
un magazine online di cultura visiva — dal 2006
Questa settimana, su Frizzifrizzi abbiamo scoperto che:
❉ Henry Mintzberg, accademico canadese studioso di scienze gestionali, ricordava che «i cambiamenti nascono e crescono come erbacce nel giardino, non come pomodori in serra»;
❉ «la bellezza è dove la si desidera e dove si accetta di vederla» pensa l'illustratrice Marie Casaÿs;
❉ «mia madre venne arrestata solo perché andò a fare un picnic nel bosco con il suo fidanzato» racconta l'artista estone Regina Lukk-Toompere, nata in un campo di prigionia in Siberia;
❉ a fine '800, a due passi dalla strada londinese con la più grande densità di tipografie, editori e redazioni giornalistiche, nacque un centro culturale, educativo e ricreativo per i lavoratori del settore tipografico e per la gente del posto. Esiste ancora, e ha una sterminata biblioteca con 4km di scaffali;
❉ secondo Leonardo Sonnoli oggi ha poco senso parlare di “grafica italiana”, esiste la grafica, al di là della nazionalità.
P.S.
Non perdetevi la mostra Come ogni lunedì, con cui l'illustratrice Alessandra Bruni festeggia il primo compleanno della sua omonima rubrica, che esce ogni settimana proprio su Frizzifrizzi.
L'esposizione ha inaugurato ieri e sarà visibile fino al 6 novembre negli spazi di Zoo, a Bologna.
Uno studio milanese
«Dopo avere scoperto il fascino della carta, un materiale che amo moltissimo, ho iniziato a proporre agli architetti delle carte da parati dipinte a mano o realizzate con la tecnica del frottage. Pezzi unici prima monocromatici, ora aperti alle suggestioni del colore» racconta l'artista e decoratrice Francesca Zoboli.
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È lei la protagonista della prima puntata di Viaggio intorno al mio studio, una nostra nuova rubrica ideata e curata dalla giornalista Giovanna Canzi.
Dei quaderni per appuntare
La collaborazione tra Fabriano e Wallace Sewell
Il marchio britannico — che crea pattern tessili per la Tate Gallery e la metropolitana di Londra — ha messo i suoi caratteristici motivi sulle copertine di una piccola collezione di taccuini.
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Un'idea di grafica
«Capisco un ragazzo che per conoscere cosa succede nel mondo della grafica oggi si affida a Instagram, è un po’ il corrispettivo di quando da giovane guardavo le riviste. C’è una differenza fondamentale però, nelle riviste che leggevo c’era qualcuno che faceva una selezione, c’era un articolo di critica che raccontava e spiegava quello che si vedeva. In questo momento c’è un algoritmo che ti dice cosa guardare, senza nessun apparato critico, senza nessuna selezione, senza nessuna spiegazione».
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Leonardo Sonnoli è tra i più rispettati e stimati grafici italiani. Il nostro Tommaso Bovo è andato a trovarlo nel suo studio di Rimini e si è portato a casa una bella intervista.
Una collezione digitalizzata
Gli antichi specimen tipografici della St Bride Library
La biblioteca londinese ha messo online, liberamente fruibili e scaricabili, oltre 100 esemplari risalenti a prima del 1830.
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Una lunga carriera
Con una carriera lunga oltre 40 anni, l'illustratrice estone Regina Lukk-Toompere ha iniziato durante l'epoca dei Soviet.
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Oggi è conosciuta in tutto il mondo e ha recentemente illustrato un albo pubblicato da Kite Edizioni e scritto dal nostro Davide Calì, che l'ha intervistata.
Dei linguaggi visivi
Un rappresentare la bellezza
Il nuovo numero della rivista di illustrazione e fumetto Lök Zine è dedicato all'inafferrabile concetto di bellezza.
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Le animazioni premiate all'Animaphix
Lo scorso 16 ottobre si è chiusa l'ottava edizione del prestigioso festival siciliano. Ecco tutte le opere premiate.
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Come ogni lunedì
La Nasa è riuscita per la prima volta a deviare la traiettoria di un asteroide con una sonda. La missione ha lanciato la sonda Dart contro Dimorphos, un asteroide lungo circa 160 metri.
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E inoltre
❉ L'archivio storico dell'Azienda Trasporti Milanesi 🚋
[via Una cosa al giorno]
Ci sono 3000 foto da vedere ☞
❉ Un'intervista (in inglese) dello storico del design Michele Galluzzo a Brockett Horne e Briar Levit, co-fondatrici del People’s Graphic Design Archive 🗄
«Preservation, not Perfection!» ☞
❉ Le palette cromatiche della metro di Seoul 🚇
Su Present & Correct ☞
❉ La pubblicità di Milliways, un chewing gum che non contiene plastica 🦷
A quanto pare gli altri sì 😳 ☞
❉ «Un universo digitale/analogico sottosopra creato da materiali grafici e registrazioni originali per festeggiare il raggiungimento della maggiore età negli Stati Uniti di Kid A e Amnesiac dei Radiohead» 💿
Una mostra digitale da scaricare gratuitamente ☞
❉ Le copertine dei dischi di Brian Eno 🎹
Se ne parla su Eye on Design ☞
❉ La nuova Classifica di qualità de L'Indiscreto 🥇
I migliori libri da leggere, ora ☞
Bonus L'uomo che piantava gli alberi di Jean Giono
Il pastore fece uscire il suo gregge e lo portò al pascolo. Prima di uscire, bagnò in un secchio d'acqua il sacco in cui aveva messo le ghiande meticolosamente scelte e contate.
Notai che in guisa di bastone portava un'asta di ferro della grossezza di un pollice e lunga un metro e mezzo. Feci mostra di voler fare una passeggiata di riposo e seguii una strada parallela alla sua. Il pascolo delle bestie era in un avvallamento. Lasciò il piccolo gregge in guardia al cane e salì verso di me. Temetti che venisse per rimproverarmi della mia indiscrezione ma niente affatto, quella era la strada che doveva fare e m'invitò ad accompagnarlo se non avevo di meglio. Andava a duecento metri da lì, più a monte. Arrivato dove desiderava, cominciò a piantare la sua asta di ferro in terra. Faceva così un buco nel quale depositava una ghianda, dopo di che turava di nuovo il buco. Piantava querce. Gli domandai se quella terra gli apparteneva. Mi rispose di no. Sapeva di chi era? Non lo sapeva. Supponeva che fosse una terra comunale, o forse proprietà di gente che non se ne curava? Non gli interessava conoscerne i proprietari. Piantò così le cento ghiande con estrema cura.
Dopo il pranzo di mezzogiorno, ricominciò a scegliere le ghiande. Misi, credo, sufficiente insistenza nelle mie domande, perché mi rispose. Da tre anni piantava alberi in quella solitudine. Ne aveva piantati centomila. Di centomila, ne erano spuntati ventimila. Di quei ventimila, contava di perderne ancora la metà, a causa dei roditori o di tutto quel che c'è di imprevedibile nei disegni della Provvidenza. Restavano diecimila querce che sarebbero cresciute in quel posto dove prima non c'era nulla.
Fu a quel momento che mi interessai dell'età di quell'uomo. Aveva evidentemente più di cinquant'anni. Cinquantacinque, mi disse lui. Si chiamava Elzéard Bouffier. Aveva posseduto una fattoria in pianura. Aveva vissuto la sua vita.
Aveva perso il figlio unico, poi la moglie. S'era ritirato nella solitudine dove trovava piacere a vivere lentamente, con le pecore e il cane. Aveva pensato che quel paese sarebbe morto per mancanza d'alberi. Aggiunse che, non avendo altre occupazioni più importanti, s'era risolto a rimediare a quello stato di cose.
* Estratto dal racconto L'uomo che piantava gli alberi, di Jean Giono, Salani, 1996.
Giono (1895-1970) è stato uno scrittore francese. Figlio di un calzolaio e di una stiratrice, di lui l'autore e traduttore Leopoldo Carra scrive: «Giono ci appare innanzitutto come un inclassificabile, come una di quelle figure cui la storia letteraria stenta a trovare la casella giusta, la formula che possa semplificare una complessità e una ricchezza straordinarie. Refrattario ai giochi della società letteraria parigina, si recò per la prima volta nella capitale a trentaquattro anni, per firmare le copie destinate al servizio stampa di Collina, il romanzo che gli diede la notorietà. Nell'assumere posizioni e nel sostenere idee, poi, Giono non mancò mai di considerare i problemi secondo un'angolazione originale, e questo gli valse, come vedremo, le condanne più contraddittorie, pronunciate magari da schieramenti opposti. Succede sempre così, pare, agli spiriti veramente indipendenti».