Pattern, carte da parati, censure, locandine e antichi albi
un magazine online di cultura visiva — dal 2006
Questa settimana, su Frizzifrizzi abbiamo scoperto che:
— la tecnica di stampa più antica, la xilografia, è nata in Cina, probabilmente nel periodo della dinastia Han (206 a.C. al 220 d.C), lo stesso in cui fu inventata la carta;
— con la presa del potere dei nazisti in Austria, all'architetto e designer Otto Prutscher fu imposto di divorziare da sua moglie Helene, che era di origine ebraica. Lui si rifiutò e per questo lo cacciarono dalla scuola in cui insegnava;
— le donne di molti paesi dell’Africa occidentale eseguono sulle pareti esterne e interne delle loro case delle decorazioni destinate a sparire, in quanto prodotte con colori naturali che, con la pioggia, si degradano;
— «La Guarimba è una parola venezuelana che originariamente significa “luogo sicuro”», spiega Giulio Vita, direttore dell'omonimo festival. «Nel corso dei decenni si è trasformata per definire le proteste contro i diversi governi ed è diventata popolare nel 2003, durante le proteste contro Hugo Chávez, il dittatore del Paese. Durante il suo mandato, ha usato la violenza militare contro i cittadini disarmati che protestavano. Desaparecidos, torture e rapimenti hanno fatto parte dell’agenda venezuelana politica negli ultimi due decenni. Noi fondatori del festival siamo venezuelani in Italia, e vogliamo ripristinare le origini del significato, il “luogo sicuro” che è il cinema».
Delle tecniche di stampa
«Il printmaking è un’arte mutevole e in continuo divenire, con la caratteristica di rinnovarsi costantemente, non solo in rapporto ai contesti sociali che attraversa ma anche per la capacità di plasmarsi sulle modalità tecniche e di comunicazione con cui necessariamente viene a confrontarsi. Guardando le prospettive della grafica contemporanea e pensando ai nuovi linguaggi che si stanno sviluppando, vorrei che Printmaking Tales schiudesse una porta da cui osservare quel viaggio artigianale e artistico, iniziato molti secoli fa». ☞ Nato dalla collaborazione tra Fabriano, Central Saint Martins e Opificio della Rosa, Printmaking Tales è un prezioso volume in edizione limitata che mostra e racconta le varie tecniche di stampa artigianale.
Dei pattern
Quelli delle piastrelle
Un catalogo di fine '800 della compagnia britannica Threlkeld Granite Co. Ltd.
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Quelli delle carte da parati
Il marchio italiano Wall&decò ha presentato la sua nuova collezione, frutto della collaborazione con quasi 30 tra designer e studi.
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Un'opinione
«Esiste questo equivoco per cui libri e film servano a educare i bambini al posto dei genitori, degli insegnanti, degli adulti in generale. Esiste anche l’equivoco per cui gli unici a cui si debba “insegnare” qualcosa, come la storia per esempio, siano appunto i bambini». ☞ Un editoriale di Davide Calì, che ragiona a partire dal “caso Dahl”, protagonista, in questi giorni, delle discussioni di chi si occupa di editoria per l'infanzia (e non solo).
Degli albi
Una collezione di albi austriaci di inizio '900
Beba Restelli, che è stata allieva e collaboratrice di Bruno Munari e si occupa di progetti educativi per lo sviluppo del pensiero, ha donato alla Biblioteca Nazionale Braidense di Milano la collezione di albi per l'infanzia austriaci appartenuta a suo nonno, l'architetto e designer viennese Otto Prutscher.
Dalla donazione sono nati una mostra e un catalogo pubblicato da Corraini.
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I libri di Magali Le Huche
Il nostro Davide Calì consiglia cinque libri dell'illustratrice francese, tra più rappresentative della sua generazione.
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Delle locandine
Il prossimo agosto, ad Amantea (Cs), si terrà la nuova edizione del festival internazionale di cinema La Guarimba. Intanto sono uscite le locandine, realizzate da 15 artiste e artisti di tutto il mondo per il progetto Artists For La Guarimba, che in questi anni ha coinvolto più di 200 talenti. ☞ Vi mostriamo tutti i poster, selezionati dalla nuova curatrice Valeria Weerasinghe.
Degli oggetti
L'artista francese Alain Biet sta disegnando all'acquerello tutti gli oggetti che ha
Nel 2018, quando è arrivato a 7200 tavole, le ha usate per realizzare un cortometraggio sperimentale.
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Una meditazione in forma di animazione sul dualismo soggetto/oggetto
Il corto è stato realizzato utilizzando soltanto incisioni del '700 e dell'800, digitalizzate e poi rese disponibili a chiunque, da scaricare gratuitamente.
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Come ogni lunedì
Sebbene Dio non abbia sesso, in quanto (per chi ci crede) essere puramente spirituale, la Chiesa lo ha sempre declinato e rappresentato al maschile.
Ora la Chiesa anglicana si interroga sull’esigenza di rendere il suo genere neutro, adottando un linguaggio liturgico che non ne specifichi il genere.
VAI ☞
E inoltre
🇯🇵 La Tokyo degli anni '70 negli scatti del fotografo Greg Girard.
Li realizzò nei primi anni della sua carriera ☞
⛔️ La casa editrice di guide di viaggio Fodor's ha compilato una lista di destinazioni sconsigliate (per via del sovraffollamento, per non rovinare l'equilibro naturale, per la siccità, ecc.).
Tra le località figurano pure Venezia e la costiera amalfitana ☞
🇺🇦 I paesi che hanno aiutato e stanno aiutando di più l'Ucraina da quando è iniziata l'invasione russa.
Una serie di grafici ☞
🏠 Un video-tour dell'appartamento del regista di culto John Waters, a Baltimora.
Il cicerone è lui medesimo, nel 1986 ☞
🌺 Papaveri.
Una serie fotografica di Thais Varela ☞
📚 Foto giganti di costole di raccolte rilegate di riviste.
Sorprendentemente affascinanti ☞
⚙️ 20 principi della meccanica combinati in un'unica macchina che non serve a nulla.
Ma è fatta interamente di Lego ☞
🖲️ Un libro dedicato alla “bellezza interiore” delle componenti elettroniche.
Open Circuits ☞
🚀 «C’è qualcosa di affascinante nel pallone spia, nella sua natura spettrale, nella sua lentezza, nella sua irrisolta tensione tra la rappresentanza di un passato tecnologico che pensavamo concluso e quella di un futuro ipotetico e forse low-tech ancora non del tutto materializzato».
Philip Di Salvo scrive a proposito del “fenomeno” palloni sonda su Il Tascabile ☞
💩 Vi viene un improvviso stimolo a fare la cacca appena entrate in una libreria?
Allora soffrite di quello che è conosciuto come il Mariko Aoki phenomenon ☞
Bonus
Tante care cose * di Chiara Alessi
Che le cose siano molto più di semplici «cose» è cosa nota. Le cose sono concentrati di racconti, memorie, odori, affetti, transizioni, ricordi. Quando si perde un oggetto (o lo si lascia andare), o un oggetto si perde nella storia (o la storia lo supera), si avverte uno smarrimento che non coincide mai solo con la perdita del suo valore economico. Quando perdiamo un oggetto, per dirla con Sartre per cui «il passato è un lusso da proprietari», perdiamo proprio un pezzo di passato.
Sartre non poteva sapere che molte cose col tempo sarebbero state sostituite da non-cose, che oggetti materiali avrebbero trovato un corrispettivo immateriale, che i cosiddetti servizi avrebbero preso il posto di alcuni beni. Ma aveva chiaro che possedere delle cose corrisponde ad avere un passato. E il passato è un lusso, come una casa, a cui fare ritorno e in cui rifugiarsi ma anche da cui guardare fuori, spostarsi, evolvere e, a un certo punto, da abbandonare. Solo chi ha un passato cresce. «Il futuro» ha detto Carlo Levi «ha un cuore antico.»
Cosa significa essere proprietari di una cosa? Se la questione economica del possesso è sempre riduttiva quando si parla di oggetti, allora potremmo dire che lo è anche la questione del possesso fisico, reale. Quando diciamo di possedere un vocabolario, una gestualità, una data caratteristica, non ci riferiamo certo a un'esclusiva che ci viene conferita da quella proprietà, ma a una possibilità, che ha a che fare con la conoscenza, con l'esperienza, col sapere, con l'utilizzo opportuno, con la memoria. In definitiva, con un passato. Un passato nostro. Nostro perché il passato è anche un fatto collettivo. E il fatto che in tanti si possano riconoscere in tante care cose non rende questo riconoscersi meno personalmente significativo, anzi ne rafforza il valore per ciascuno. Proprio come per il vocabolario, la gestualità, una data caratteristica, condividere le cose con altri che le posseggono è la soluzione di un bisogno. È una ricchezza. È, appunto, un lusso.
Possedere le cose per me significa quindi conoscerne la storia, le ragioni, le curiosità, gli aneddoti, i sapori. Eventualmente anche i nomi propri: la maternità, cioè la storia che li ha generati e la paternità, cioè l'autore. In certi casi sapere le date di nascita e i luoghi, per esempio, per ricordarci che alcuni di quegli oggetti che pensavamo essere sempre stati lì invece sono arrivati solo a un certo punto e con delle ragioni precise. Possedere significa anche che, quando qualcuno le nomina, queste cose ce le possiamo immaginare con una ragionevole precisione, perché in realtà le possediamo già da qualche parte, in testa, nella memoria delle mani, in una fotografia, nel ricordo di una scena che ci hanno raccontato.
Proseguendo, nella Nausea, Sartre si chiede dove si possa allora conservare questo lusso, che di certo non si può tenere in tasca e per il quale ci vorrebbe almeno una casa (On ne met pas son passé dans sa poche; il faut avoir une maison pour l'y ranger). Scrivere un libro per raccontare alcune di queste cose è stato quindi la mia specie di risposta.
* Estratto dall'introduzione del saggio Tante care cose. Gli oggetti che ci hanno cambiato la vita, di Chiara Alessi, Longanesi, 2021
Alessi (1981) è scrittrice, curatrice e divulgatrice. Si occupa di cultura materiale e design, su cui ha scritto diversi libri. Non seguirla su Twitter è un delitto.