Colori, microscopi, Shakespeare e design inclusivo
Questa settimana, su Frizzifrizzi abbiamo scoperto che:
— Mr. William Shakespeares Comedies, Histories, & Tragedies, meglio conosciuto come First Folio, uscì nel 1623. Era il primo volume a raccogliere le opere di Shakespeare (che all'epoca era già morto da qualche anno) e veniva venduto al prezzo di 14 scellini per l’edizione non rilegata e 1 £ per quella rilegata. Oggi corrisponderebbero a circa 167 Euro per l'una e 223 Euro per l'altra;
— il primo manuale di stampa giunto fino a noi venne pubblicato nel 1683, si intitolava Mechanick exercises, or, The doctrine of handy-works applied to the art of printing ed era firmato da Joseph Moxon, un tipografo inglese che tracciò la via a decine di altre opere delle stesso genere, che vennero date alle stampe nei decenni e nei secoli successivi;
— lo scrittore e autore radio e tv Matteo B. Bianchi è anche il fondatore di 'tina, una delle più longeve riviste letterarie italiane. Nata nel 1996, all'inizio Bianchi la stampava di nascosto con la fotocopiatrice dell'ufficio. Poi l'hanno beccato;
— «sorprenderebbe pensare che un francese in Giappone possa essere molto più limitato di un cieco alle prese con uno smartphone? La vera disabilità è qualcosa che non prescinde solo dai limiti fisici ma che dipende dal contesto» sostiene la giovane progettista Ilaria Soranzio.
Un carattere scespiriano
C'è una designer italiana che lavora come progettista allo Shakespeare’s Globe di Londra. Si chiama Irene Omodeo Zorini e, per la nuova stagione di spettacoli del teatro, ha commissionato allo studio londinese Typeland (co-fondato da un'altra italiana, Alessia Mazzarella) un carattere tipografico. ☞ È l'Amifer Folio ed è ispirato ai pattern e alle incisioni presenti nel First Folio, la prima raccolta delle opere del Bardo, uscita esattamente 400 anni fa.
Dei tesori d'archivio
Amusement microscopique
Le tavole illustrate di un volume del '700 sulle meraviglie da scoprire al microscopio.
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Una nuova vita per un trattato di fine '800 sulla stampa a colori
Il designer Nicholas Rougeux ha realizzato una versione online di The Color Printer, A Treatise on the Use of Colors, uno straordinario manuale uscito negli Stati Uniti nel 1892.
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Una tesi
«Un buon designer non dovrebbe operare sui limiti ma sulle diversità per garantire l’inclusione, parola chiave alla base della progettazione moderna, educando a non vedere una realtà “normale e giusta” ma un’unica realtà ricca di sfumature dove ogni individuo è alla pari e la diversità è l’essenza della normalità. È nell’ambito digitale, essendo fonte di infinite risorse e sempre in via di sviluppo, che si può trovare la possibilità di includere chiunque in un’attività, appianando le disparità sociali grazie ad un medium di comunicazione tra l’uomo e il dispositivo, un elemento in grado di mutare e adattarsi alle esigenze del proprio fruitore: l’interfaccia». ☞ La giovane designer Ilaria Soranzio ci ha raccontato la sua tesi di laurea, per la quale ha progettato un’app per persone anziane e disabili.
Un'opportunità
La call della nuova edizione dell'Aiap Women in Design Award
Un premio biennale dedicato ai progetti e al lavoro delle migliori designer del presente, del passato e del futuro.
C'è tempo fino al 25 maggio per partecipare.
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Una scatola
È la casa editrice indipendente Black Coffee la protagonista della nuova box di Romanzi.it, il progetto che, ogni due mesi, “mette in scatola” i romanzi di un editore, abbinandoli a una rivista letteraria (che in questo caso è 'tina, di Matteo B. Bianchi). ☞ Dentro, oltre ai libri e alla rivista, c'è pure un poster magazine con una piccola intervista ai fondatori di Black Coffee.
Un colore
5 libri con le copertine gialle
Il nostro Davide Calì ha iniziato a consigliare albi illustrati in base al colore di copertina.
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Come ogni lunedì
Parte dalle associazioni alpinistiche elvetiche una rivoluzione che punta a cambiare i nomi delle montagne intitolate a personaggi razzisti, come l’Agassizhorn che prende il nome dallo svizzero Louis Agassiz, zoologo, glaciologo e insegnante.
VAI ☞
E inoltre
🌱 Un tour virtuale dentro e fuori dallo Svalbard Global Seed Vault.
La straordinaria banca dei semi norvegese in cui sono conservati esemplari da tutto il mondo ☞
🔍 Se usi iNaturalist questa mappa potrà interessarti.
Sono segnate tutte le osservazioni, suddivise tra quelle dei “locals” e quelle dei turisti ☞
🥖 Il fornaio giapponese Koki Ota è andato in Francia a imparare come funziona una panetteria contadina. Tornato in Giappone, ha aperto la sua e lavora con pochissimi strumenti moderni.
Vedere tutto il processo è ipnotico (e mette addosso la voglia impellente di addentare una pagnotta fragrante) ☞
🔪 Un super-mega “coltellino” multiuso dell'800.
Con circa 100 lame ☞
🔊 In una valle tra le montagne fuori Pechino, c'è una monolitica sala da concerto all'aperto che sembra uscita da un romanzo di fantascienza.
La Chapel of Sound ☞
🎧 Wikipedia ha un nuovo logo.
Ed è sonoro ☞
🍆 «Leggevo un articolo sul best-seller erotico più venduto di sempre: Cinquanta sfumature di grigio. Pare che sia stato commesso un errore nel processo di produzione. Nello specifico, per la rilegatura è stata utilizzata una colla non biodegradabile. Questo significava che uno dei libri che vendeva di più in quel momento avrebbe avuto un’impronta ecologica maggiore rispetto ai soliti libri. All’improvviso ho realizzato la correlazione che intercorre tra i nostri desideri e l’impatto negativo che possono avere sull’ecologia del pianeta – incarnata emblematicamente da questo libro iconico. Allora, durante alcune conversazioni con i colleghi, come la dottoressa Grebowicz, ho iniziato a chiedermi in quali altri modi specifici e tangibili la nostra libido potesse effettivamente essere considerata una parte significativa dell’equazione ambientale».
Su Not c'è un intervista a Dominic Pettman, autore del saggio Ecologia erotica. Sesso, libido e collasso del desiderio ☞
📚 La dozzina.
Del Premio Strega ☞
🪞 Stiamo vivendo in un mondo in cui tutto s'assomiglia?
The age of average ☞
Bonus
Ganda * di Martina Corgnati
Occupa prepotente tutto lo spazio dell'immagine, fino ai bordi laterali. Al primo sguardo qui non si narra nessuna storia, nessun racconto; soggetto della celeberrima immagine è solo l'animale, bizzarro, raro ed esotico, un animale che in Europa quasi nessuno aveva mai visto. È il Rinoceronte disegnato e poi inciso da Albrecht Dürer a Norimberga nel 1515, probabilmente durante l'estate.
Dürer è stato uno dei più grandi incisori di tutti i tempi e la sua opera grafica ha un'importanza pari a quella dipinta.
Anzi, forse, è proprio al bulino e all'acido, oltre che al disegno, che l'artista affida alcune delle idee in assoluto più originali, che non hanno cessato di affascinare l'immaginario moderno: Melencolia I, per esempio, e il Rinoceronte, uno “stupendo” esempio, secondo Erwin Panofsky, di quello “stile decorativo”, lontano da intenzioni agiografiche, morali e persino narrative che caratterizzano invece altre opere dell'artista tedesco. Dürer però non aveva mai visto un animale del genere e per la sua incisione, come per il meno noto disegno a inchiostro bruno che la precede (British Museum), si basa con ogni probabilità su uno schizzo di Valentim Fernandes, un incisore e artista moravo attivo a Lisbona con cui è in costante contatto.
A Lisbona infatti, il 20 maggio del 1515, arriva un vero rinoceronte, che diventa immediatamente un'autentica celebrità. Si tratta di un Rhinoceros unicornis, un grande rinoceronte indiano, donato dal sultano Muzafar II del Gujarat (noto ai portoghesi come regno di Cambaia) al governatore portoghese in India, e da quest'ultimo inviato al suo sovrano, Dom Manuel, noto per i gusti esotici e l'amore per le cose eccentriche.
Il rinoceronte, ganda in lingua gujarati, è il primo ad approdare vivo sulle coste europee dal III sec. d.C., dopo un improbabile viaggio per nave incominciato a Goa mesi prima. Dom Manuel, deliziato, vuole subito mettere alla prova la leggendaria animosità del rinoceronte, raccontata da Plinio nella Naturalis Historia, e la sua “naturale” rivalità nei confronti dell'elefante, organizzando un confronto fra Ganda e un pachiderma africano la prima domenica dopo Pentecoste, il 3 giugno 1515. A quanto narrano le cronache, l'elefante, trovatosi di fronte al rinoceronte, fa un rapido quanto indecoroso voltafaccia e perde l'improbabile battaglia confermando involontariamente le affermazioni di Plinio. Ma nonostante la vittoria, l'infelice rinoceronte ha vita breve: destinato a papa Leone X, l'animale è nuovamente imbarcato nel dicembre 1515. La nave fa tappa a Marsiglia, accolta addirittura dal re e dalla regina di Francia, ma poco dopo naufraga al largo di Porto Venere, dove del povero Ganda si perdono per sempre le tracce.
* Estratto dall'omonimo capitolo di L'ermellino di Leonardo. Dodici storie di animali fra arte e natura, di Ananda Banerjee e Martina Corgnati, Nomos Edizioni, 2020.
Banerjee è giornalista, scrittore, graphic designer e naturalista.
Corgnati è storica dell'arte e critica d'arte.
Si sono conosciuti a Delhi, in India,