Gatti, giardini, calligrafia cinese e decorazioni giapponesi
Dalla tipografia canadese alla pomologia
Questa settimana, su Frizzifrizzi abbiamo scoperto che:
tra il VII e l’VIII secolo, il grande calligrafo cinese Zhang Xu inventò il “corsivo selvaggio”: una scrittura illeggibile per chiunque non conoscesse già il contenuto dei testi poetici che l’artista proponeva al suo pubblico nel corso di vere e proprie performance di scrittura;
«raccolgo sempre tante cose per terra» dice Beppe Giacobbe. «Così ho visto che questa tavola aveva dei graffi che rivelavano sotto una patina bianca, e come quando nostro figlio Marco era piccolo se trovavo del fil di ferro immediatamente li trasformavo in animali, qui con l’unghia ho disegnato di getto queste due scarpe. Forse è un mio autoritratto, quando mi interrogo sul “cosa resta”»;
la storia della tipografia canadese iniziò nel 1752, quando un tipografo di Boston si trasferì ad Halifax per allestire un laboratorio di stampa e aprire un giornale;
il principe Alfredo di Sassonia-Coburgo-Gotha, Duca di Edimburgo, fu il primo principe europeo a visitare il Giappone, nel 1869.
Una linfa vitale
viaggio intorno al mio studio • beppe giacobbe
«L’insegnamento è per me linfa vitale, è un dare e ricevere continuo, uno scambio come lo è la marea qui a Venezia. Ho avuto la fortuna di confrontarmi con generazioni di giovani molto vivaci e impegnati. Ho sempre in mente nuovi progetti di insegnamento».
☞ Il grande illustratore Beppe Giacobbe ha aperto le porte dei suoi due studi — quello di Venezia e quello di Milano — alla nostra Giovanna Canzi.
Degli ornamenti giapponesi
tesori d’archivio • giappone
Nel 1882, nel pieno della mania europea per l’arte giapponese, l’architetto e designer scozzese George Ashdown Audsley pubblicò un saggio illustrato sull’arte ornamentale del paese del Sol Levante, tra disegni, incisioni, stampe, pitture, tessuti, ricami, laccature, smaltature, rivestimenti, lavorazione di metalli, ebanisteria…
☞ Il libro (in due volumi) si intitola The ornamental arts of Japan e le tavole illustrate, restaurate in digitale, si possono scaricare gratis sulla piattaforma Rawpixel.
Una scrittura illeggibile
eventi • calligrafia cinese • calligrafismo • bologna
Creato nel 1993 dal maestro calligrafo cinese Luo Qi, il calligrafismo è un movimento artistico che mira a superare, attraverso la calligrafia, i limiti del linguaggio, portando in primo piano la contemplazione della bellezza astratta della linea calligrafica o del gesto espressivo che l’ha prodotta.
☞ A Bologna una mostra (aperta fino al 5 novembre) celebra i trent’anni del movimento con opere e performance.
Una storia lunga quasi 300 anni
tipografia • tesori d’archivio
I Canadian Typography Archives sono un nuovo progetto nato con l’intento di documentare e preservare la storia della tipografia canadese.
☞ Aperto ai contributi di appassionati e addetti ai lavori, l’archivio digitale ha da poco lanciato la prima fase del progetto, che andrà ad approfondire i primi due secoli (dal 1751 al 1985).
Un carattere al giorno
tipografia • calendari
È uscito il nuovo Typodarium, il calendario per appassionate e appassionati di tipografia.
☞ Ogni giorno presenta un carattere tipografico diverso, per un totale di 365 (anzi 366, perché il 2024 sarà bisestile).
Dei gatti
libri • illustrazione • gatti
La casa editrice Victionary ha raccolto in un libro le migliori illustrazioni contemporanee di gatti.
☞ Sono più di 250 pagine piene di felini, tra ritratti iperrealistici, caricature, raffigurazioni surreali e disegni minimali.
Dei frutti
video • tesori d’archivio • illustrazione • botanica
Nel 1886 il Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti aprì la Divisione di Pomologia e ingaggiò una ventina di illustratrici e illustratori per censire, rappresentandoli attraverso tavole illustrate dettagliatissime, tutti i nuovi cultivar di frutti che gli agricoltori stavano creando.
☞ Un video racconta la Pomological Watercolor Collection, che qualche anno fa è stata messa online, a disposizione di chiunque.
Dei giardini
libri • illustrazione
«La natura e il verde ritornano spesso negli albi per bambini e quindi anche i giardini».
☞ Il nostro Davide Calì consiglia cinque albi illustrati a tema giardino.
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🪐 Dove sono ambientate — nell’universo reale — le storie di Star Trek e altri film, libri e serie tv di fantascienza?
☞ Lo spiega un video (supernerd).
🔭 Un video a 360° ricostruisce tutto l’universo conosciuto.
☞ Guardatelo con lo smartphone.
😵💫 «Oltre lo specchio degli schermi che teniamo comodamente in tasca, abbiamo scoperto una regione infestata da presenze strane – a volte minacciose, a volte surreali, a volte affascinanti, altre volte insensate. Sono le stesse presenze che, negli ultimi quindici anni, hanno plasmato le cosiddette «estetiche di internet», quell’insieme di sottoculture, narrazioni popolari e linguaggi visivi e sonori grazie ai quali l’entità aliena si è finalmente dichiarata al genere umano. La rete si rivela allora per quello che davvero è: una soglia tanto fisica quanto mentale in cui accadono cose bizzarre, il tempo viene deformato, e noi ci ritroviamo ad abitare una dimensione intermedia, un territorio che non è “né di qua né di là”.
☞ È uscito il nuovo saggio di Valentina Tanni: Exit Reality.
🤬 Per rendersi conto del livello che ha raggiunto la polarizzazione del dibattito pubblico sul tema dell’Intelligenza Artificiale, basta vedere che è successo dopo l’annuncio di Eris Edizioni dell’uscita del libro Sunyata di Francesco D’Isa.
☞ Su Facebook.
🎹 «Davvero alcune persone sarebbero destinate per natura a diventare prodigi della musica classica? Oppure dipende tutto da ambiente ed educazione?».
☞ Su Il Tascabile, la giornalista scientifica Camilla Fiz indaga sulla “Natura e cultura del genio musicale”.
🙈 Costruire animaletti buffi coi Lego.
☞ Una playlist su YouTube.
Bonus
Il collezionismo non è un indizio di follia1
di Fredrik Sjöberg
Il collezionismo non è un indizio di follia. È esattamente il contrario. Cosa che non si arriva a capire senza tornare un bel po’ indietro nel tempo, ben prima del nazional-romanticismo e della bottonologia di fine Ottocento, prima ancora perfino della zelante smania collezionistica dei linneani. No, bisogna partire dall'inizio — dalla preistoria — e da un'invenzione geniale nella sua semplicità. La borsa.
È stato lo scrittore Lasse Berg a mettermi l'anno scorso su questa pista. Certo, anche a me era già capitato di pensare che le risposte andassero cercate nello studio della cultura di cacciatori e raccoglitori agli albori dell'umanità, ma la cosa mi è parsa davvero lampante solo alla lettura dello straordinario libro Gryning över Kalahari (Alba sul Kalahari) di Berg, in cui l'autore, dopo lunghi viaggi in compagnia delle popolazioni khoisan nelle vaste aree desertiche dell'Africa meridionale, ha avanzato l'ipotesi che proprio la borsa sia stata una delle invenzioni più rivoluzionarie dell'umanità. Arriva addirittura a scrivere: «È stata la borsa a renderci umani.» Cosa forse contestabile, ma il punto è comunque chiarissimo: la borsa è fondamentale in quanto prerequisito necessario per una raccolta efficace di radici, frutta, bacche e altro cibo. Come l'invenzione della ruota, ma meglio.
Forse è per questo, mi venne da pensare, che una borsa è un omaggio così imbattibile quando si tratta di indurre la gente a comprare cose di cui non ha bisogno. Sempre borse: borsette, valigie con le rotelle, zaini, necessaire, tutto quel che si vuole, basta che sia una borsa. Non esiste offerta più attraente. E noi ci caschiamo, sempre. Non sarà forse, penso con un brivido, perché la borsa risponde a uno dei più fondamentali bisogni umani? Respirare, mangiare, dormire, riprodursi... e avere una borsa in cui raccogliere cose. Be’, perché no? E chiaro, comunque, che molti dei bisogni e dei comportamenti degli uomini primitivi sono giunti pressoché inalterati fino ai giorni nostri. E uno di questi è indubbiamente il bisogno di spostarsi liberamente, cercare e raccogliere, e poi mostrare quel che si è trovato. In questo senso i mercati delle pulci sono una specie di savana, al contrario dei supermarket, hangar del consumismo privi di anima in cui si sa già in anticipo più o meno cosa si trova.
Estratto dal primo capitolo di Perché ci ostiniamo, di Fredrik Sjöberg, Iperborea, 2018.
Sjöberg (1958) è uno scrittore, biologo ed entomologo svedese.
Dal sito di Iperborea: «dal 1986 vive sull’isola di Runmarö, un paradiso naturale di quindici chilometri quadrati al largo di Stoccolma, dove studia le mosche, di cui è diventato uno dei maggiori esperti. La sua collezione di sirfidi è stata esposta alla Biennale d’Arte di Venezia del 2009. L’originalità della sua scrittura, che fonde letteratura, riflessione e divulgazione con umorismo e poesia, ha ottenuto successo e riconoscimenti a livello internazionale. Dopo L’arte di collezionare mosche, caso editoriale in tutta Europa e nominato da The Times «Nature Book of the Year», Iperborea ha pubblicato Il re dell’uvetta, L’arte della fuga, Perché ci ostiniamo e Mamma è matta, papà è ubriaco».