Giocattoli, teatrini, colori, libri bizzarri e sciacquoni
Dai colori di Miami alla Polaroid fatta di Lego
Questa settimana, su Frizzifrizzi abbiamo scoperto che:
l’espressione inglese penny-plain, che indica qualcosa di basico, semplice e non pretenzioso, deriva dal listino prezzi dei commercianti di teatrini giocattolo nell’Inghilterra dell’800: le stampe in carta con le scenografie e i personaggi da ritagliare costavano un penny nella versione in bianco e nero, da colorare poi da soli a casa. Quelle già dipinte, invece, costavano due pence;
quando uscì, nel 1973, la prima, rivoluzionaria Polaroid SX-70 costava180$, equivalenti a circa 1200$ attuali;
i cosiddetti “7 elementi di un’opera d’arte” sono linea, struttura, forma, spazio, texture, colore e valore del colore (cioè luminosità, sfumature e tinta);
se in Svizzera si cena presto, forse è anche per evitare di andare in bagno troppo tardi, la sera.
— Ah, siamo su Threads.
Dei teatrini di carta
tesori d’archivio • illustrazione • giochi
Nell’Inghilterra del ‘700/800 erano in voga i toy theater, i teatrini giocattolo in legno e carta. Venivano venduti in kit e uno dei principali produttori si chiamava Benjamin Pollock. Il suo negozio esiste ancora oggi.
☞ Online si possono vedere (e scaricare) alcune litografie di fine ‘800 con scenografie e personaggi.
Una fotocamera di mattoncini
lego • polaroid
Ideata da un appassionato di Lego sulla piattaforma Lego Ideas, la fotocamera Polaroid OneStep SX-70 fatta di mattoncini verrà prodotta dall’azienda danese.
☞ Il set (516 pezzi) si potrà acquistare a partire da gennaio 2024.
Dei giocattoli come metafore della vita da automi nella società capitalistica
animazione • video
In lizza per una candidatura come Miglior Corto d’Animazione ai prossimi Academy Awards, il corto dell’animatrice e regista statunitense Kenzie Sutton usa dei giocattoli — dentiere a carica, molle, pupazzi, matriosche, giocatori del biliardino — per incarnare l’inesorabilità di una vita da automa nella società contemporanea.
☞ Chutes.
Un lasciare un segno
in punta di penna • interviste • disegno
«Nella mia ricerca artistica uso principalmente la Bic, a volte da sola e altre con velature di acrilico. La biro Bic è uno strumento semplice, sempre a portata di mano. Mi permette di avere un segno molto delicato, preciso e leggero oppure molto incisivo, veloce e tagliente. Mi piace perché non si può cancellare, come ogni cosa detta o fatta nella vita: lascia un segno».
☞ Per la rubrica In punta di penna, Davide Calì ha intervistato l’artista piemontese Moira Franco.
Un recuperare cose per strada
logos • parole • illustrazione
«Il recupero dei mobili per strada è diventato un trend, e come ogni trend si è guadagnato un nome (rigorosamente anglosassone)».
☞ Nella nuova puntata della rubrica Logos, parole illustrate, Sara Arosio parla dello stooping.
Uno sciacquone proibito
illustrazione • mai guidare con un orso in macchina
Sei sei in Svizzera, occhio ad andare in bagno di notte!
☞ La settima puntata di Mai guidare con un orso in macchina, la rubrica illustrata di Gloria Di Bella e Davide Calì sulle leggi più assurde che ci sono nel mondo.
Dei colori
fotografia • architettura • libri
«Ho iniziato a vivere l’ambiente circostante in modo diverso. Ho guardato di più. Ho notato di più. Riuscivo a godermi la semplice bellezza di un’ombra, i colori vivaci e i motivi sugli edifici, ovunque. Questa maggiore consapevolezza ha reso le mie esperienze quotidiane più gioiose ed emozionanti, e meno stressanti. Anche guidando nel traffico, rimango meravigliata dai vari colori e dalla varietà di forme. Senza rendermene conto, stavo portando un approccio più consapevole e contemplativo alla mia fotografia».
☞ Il progetto Miami Color Theory della designer e fotografa Laura Paresky Gould è diventato un libro, che insegna a osservare il mondo con uno sguardo differente.
Dei libri
riviste • libri • design
Libri che non sono libri ma funzionano come tali (e viceversa), volumi che mettono alla prova i sensi, libri-scultura, sperimentazioni grafiche e tipografiche…
☞ Il nuovo numero della rivista Slanted presenta «libri che si avventurano fuori dai sentieri battuti, allontanandosi dalle convenzioni tradizionali, e sostiene progetti di libri senza tempo in cui il contenuto modella la forma».
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E inoltre
🌛 5 albi illustrati sulla notte.
☞ Consigliati dal nostro Davide Calì.
🧤 La pubblicità natalizia di Apple.
☞ Fuzzy Feelings.
📺 Netflix ha rilasciato i dati dell’audience totale di quasi tutti i suoi titoli negli ultimi sei mesi.
☞ La metrica usata sono le ore totali di visione. Andando a curiosare si trovano chicche interessanti, tipo che Paw Patrol è seguitissimo.
🗺️ Una mappa disegnata a mano con 1.642 animali nei loro habitat naturali.
☞ Wild World Map.
✈️ Sono quasi 50 le persone al mondo nate durante un volo aereo.
☞ Ok, ma che succede se si nasce in aereo?
🦠 Giorgia Lupi, regina della data visualization, sta soffrendo di Long Covid e ha raccontato il suo calvario in un meraviglioso e toccante [forza, Giorgia! 💪] longform infografico sul New York Times.
☞ «I hope one day I will get back to the person I used to be».
🏛️ «Le guerre, il clima, gli smartphone: la nostra epoca è dominata dall’ansia. Che si fa? Forse si può prendere esempio dagli scettici dell’età ellenistica».
☞ Su Lucy, Antonio Sgobba stila una guida in 11 punti ispirata al pensiero dei pirroniani.
🔠 I (le?) font migliori del 2023.
☞ Secondo il sito I Love Typography.
Bonus
Su con la vita1
di Kurt Vonnegut
C’è stato un momento in cui ero totalmente d’accordo con mio padre nel pensare che diventando un boy scout rispettoso, audace, fidato e cortese avrei gettato le fondamenta di una vita ricca e piena di soddisfazioni. Ma da allora ho avuto la possibilità di riflettere più realisticamente sull’educazione, e oggi mi domando se gli slum di Hell’s Kitchen non siano una preparazione alla vita più valida della squadriglia del Castoro. Non posso far a meno di pensare che il mio amico Louis Gigliano, che fumava il sigaro da quando aveva dodici anni, fosse molto più preparato a destreggiarsi nel caos di me, che ero stato addestrato ad affrontare le avversità con un temperino multiuso, un apriscatole e un punzone da cuoio.
Il test della virile arte di sopravvivere che ho in mente ebbe luogo in un campo per prigionieri di guerra di Dresda. Io, ragazzo americano educato e perbene, e Louis, dissoluto teppistello la cui principale occupazione, da civile, era stata spacciare hashish alle ragazzine, vi affrontammo la vita insieme. Ricordo Louis, adesso, perché io sono rovinato, mentre lui vive invece come un pascià in qualche parte di questo mondo che capisce così bene. Andò così anche in Germania.
Secondo le democratiche norme della convenzione di Ginevra, noi, come soldati semplici, dovevamo lavorare per il nostro mantenimento. Lavoravamo tutti, cioè, tranne Louis. Il suo primo atto dietro il filo spinato consistette nel dichiarare a una guardia nazista che parlava inglese che lui non voleva aver niente a che fare con la guerra, che accusava di mettere un fratello contro l’altro e che era tutta colpa di Roosevelt e dei banchieri internazionali ebrei. Gli chiesi se parlava sul serio.
“Sono stanco, per amor di Dio,” disse. “Ho combattuto contro di loro per sei mesi e ora sono stanco. Ho bisogno di riposo e amo mangiar bene, come tutti. Su con la vita, eh?”
“Preferisco di no, grazie,” dissi gelidamente.
Mi mandarono fuori a lavorare con una squadra di sterratori; Louis rimase al campo come ordinanza del sergente tedesco. Louis ricevette razioni supplementari perché spazzolava la divisa del sergente tre volte al giorno. Io mi buscai un’ernia mentre sgombravo macerie dopo un bombardamento dell’aviazione americana.
Estratto dall’omonimo racconto, raccolto in Kurt Vonnegut. Tutti i racconti, Bompiani, 2019.
Vonnegut (1922 - 2007) è stato uno dei più grandi scrittori statunitensi del ‘900. Testimone del bombardamento alleato che rase al suolo la città di Dresda, nel 1945, lo raccontò in chiave fantascientifica nel suo romanzo-capolavoro: Mattatoio n. 5 o la crociata dei bambini.