Liste, etichette, faine, smarrimenti volontari e optical art
Da chi illustra a chi fa tatuaggi
Questa settimana, su Frizzifrizzi abbiamo scoperto che:
«l’aleatorio, il non riparato, ci permette di trovare quello che non si sa di cercare, e non si conosce un luogo finché questo non ci sorprende» sostiene la scrittrice e attivista statunitense Rebecca Solnit;
in Argentina sono molto diffuse, come souvenir, le statuette che cambiano colore in base al tempo che farà;
presentando la prima, grande mostra sulla Optical Art, nel 1965, il curatore del MoMA William Seitz scrisse che «a differenza della maggior parte della pittura astratta precedente, queste opere non esistono tanto come oggetti da esaminare quanto come generatori di risposte percettive».
Delle etichette
tesori d’archivio • grafica • design
L’epoca d’oro dell’industria cementizia svedese fu nei primi decenni del ‘900, ed è a quel periodo che risale la collezione di etichette oggi conservata presso il Tekniska museet di Stoccolma.
☞ La raccolta comprende alcune decine di esemplari, tutti digitalizzati.
Delle geometrie che mettono alla prova lo sguardo
grafica • design • libri
La Optical Art ha avuto un grande influsso sul graphic design e continua ad averlo ancora oggi.
☞ Un libro pubblicato dalla casa editrice britannica Counter-Print raccoglie i migliori progetti contemporanei.
Delle liste
illustrazione • tatuaggi • instagram • liste
Come ogni anno, il nostro Davide Calì ha compilato delle liste che suggeriscono artiste e artisti da tenere d’occhio e pagine interessanti da esplorare (e ce ne saranno altre in serbo per la prossima settimana).
☞ 12 illustratrici e illustratori “da magazine”.
☞ 12 illustratrici e illustratori “da libro”.
☞ 12 pagine Instagram.
☞ 12 tatuatrici e tatuatori.
Un perdersi tra i link
libri
«Un elenco raccontato di luoghi su internet che smuovono la curiosità e provano a farci uscire dalla “bolla” che abitiamo ormai comodamente e da quelle “camere di risonanza” in cui ci piace ascoltare solo ciò che già conosciamo».
☞ Perdersi in rete, di Rocco Rossitto, è un libro che si scarica gratis (o si può acquistare in edizione cartacea durante le prossime presentazioni a Milano, il 16 gennaio, e a Bologna, il 17).
Una faina
illustrazione • libri • eventi
Si chiama Archy ed è la protagonista di I miei stupidi intenti, romanzo d’esordio di Bernardo Zannoni che ha vinto molti premi ed è diventato un caso letterario.
È da poco uscita da Sellerio una nuova edizione arricchita dalle illustrazioni del grande Lorenzo Mattotti.
☞ Le tavole originali sono in mostra a Milano, presso il Laboratorio Formentini per l’Editoria, fino al 19 febbraio.
Due amiche fantasma
animazione • video
L’umanità non esiste più, ma si è lasciata dietro un’infinità di oggetti.
È in questo scenario che due ragazze fantasma si incontrano, una alla ricerca di una connessione internet, l’altra che prova a ricostruire lo scheletro di una balena.
☞ Realizzato dalla giovane regista d’animazione Florentina González, El After del Mundo è un corto vincitore di molti premi.
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E inoltre
🧾 La mappa di un fiume.
☞ Stampata con una stampante per scontrini.
🇨🇱 Chile, from Atacama to Patagonia.
☞ Una serie fotografica di Jennifer Esseiva.
🔍 Da molto vicino.
☞ Gli scatti vincitori dell’ultima edizione del concorso Close-up Photographer of the Year.
🗼 Tokyo notturna.
☞ Nelle foto di Franck Bohbot.
👶 «Mi sono detto che fare figli, forse, è il contrario di quello che credevo: non un modo per ottenere la patente di adulti, ma per evolvere retrocedendo».
☞ Su Lucy, Nicola H. Cosentino si chiede se Facciamo figli per diventare adulti o per tornare bambini?
🦕 «Borges scriveva che “dire ‘la tigre’ è dire le tigri che la generarono, i cervi e le testuggini che divorò, il pascolo di cui si alimentarono i cervi, la terra che fu madre del pascolo, il cielo che dette luce alla terra”. Allora dire “dinosauro” è dire la loro estinzione, dire il concetto di tempo profondo, dire l’esistenza di una storia passata, dire l’evoluzione».
☞ Sempre su Lucy, Massimo Sandal ci spiega perché ci piacciono i dinosauri.
🔪 Cose fatte a fette.
☞ Le opere di Fabian Oefner.
Bonus
Bluets1
di Maggie Nelson
1. E se cominciassi dicendo che mi sono innamorata di un colore? Se lo raccontassi come una confessione; se ne parlassi tormentando un fazzoletto. È iniziata pian piano. Un apprezzamento, un'affinità. Poi, un giorno, è diventata una cosa seria. Poi (guardando una tazza da tè vuota, il fondo macchiato di sottili escrementi marroni raggrumati a forma di cavalluccio marino) è diventata in qualche modo personale.
2. Dunque mi sono innamorata di un colore – in questo caso, il blu – come se mi avessero lanciato un incantesimo, un incantesimo contro cui io combatto, di volta in volta, nello sforzo di restarne in balia o di sottrarmene.
3. E allora che cos'è? Voglia di illudersi, potresti dire. Che ogni oggetto blu sia una sorta di roveto ardente, un codice indirizzato a un singolo agente segreto, una x su una mappa troppo vasta perché la si possa dispiegare per intero, ma che contiene tutto l'universo conoscibile. Come può ogni brandello azzurro di sacco dei rifiuti incastrato in un cespuglio o la cerata blu acceso che sventola sopra ogni baracca e ogni bancarella di pesce al mondo, nella sua sostanza, essere un'impronta di Dio? Proverò a spiegarlo.
4. Ammetto che forse mi sono sentita sola. So che talvolta la solitudine provoca spasmi di dolore incandescente, un dolore che, se rimane incandescente troppo a lungo, può iniziare a simulare o a suscitare – a te la scelta – un presentimento del divino. (Questo dovrebbe destare i nostri sospetti.)
5. Ma prima analizziamo una sorta di caso inverso. Nel 1867, dopo un lungo periodo di solitudine, il poeta francese Stéphane Mallarmé scrisse all'amico Henri Cazalis: “Ho appena trascorso un anno spaventoso. Il mio Pensiero si è pensato, ed è arrivato a una concezione pura. Tutto ciò che, di contraccolpo, ha sofferto il mio essere, durante questa lunga agonia, è inenarrabile”. Mallarmé descrisse l'agonia come una battaglia condotta sull'“ala ossuta” di Dio. Dopo “una lotta terribile con quel vecchio e malvagio piumaggio, ho abbattuto, felicemente, Dio”, scrisse a Cazalis in uno stato di esausta soddisfazione. In seguito Mallarmé nelle sue poesie iniziò a sostituire “le ciel” con “l'Azur”, nel tentativo di privare il riferimento al cielo di ogni connotazione religiosa. “Per fortuna,” scrisse a Cazalis, “sono perfettamente morto”.
6. Il semicerchio di oceano turchese accecante è la scena primordiale di questo amore. Che questo azzurro esista rende la mia vita straordinaria, per il semplice fatto di averlo visto. Di aver visto tanta magnificenza. Di essermici trovata in mezzo. Senza scelta. Ieri sono tornata a guardarlo dalla cima della montagna.
7. Ma che genere di amore è, questo? Non illuderti pensando al sublime. Ammetti di essere rimasta immobile in un museo davanti a una teca contenente un mucchietto di pigmenti blu oltremare in una coppa di vetro, e di aver provato un desiderio lancinante. Di cosa? Di liberarli? Comprarli? Ingerirli? Esistono pochissimi alimenti blu – anzi, il blu in natura spesso indica che un cibo è da evitare (la muffa, le bacche velenose) – tanto che i consulenti gastronomici generalmente sconsigliano di usare una luce blu o una tinta blu o dei piatti blu per servire le pietanze. Benché il colore possa smorzare l'appetito nel senso più letterale del termine, lo accende in altri modi. Forse ti invoglia ad allungare la mano e importunare quel mucchietto di pigmenti polverizzati, per esempio, macchiarti prima le dita e poi macchiare il mondo. O forse vorresti diluirlo e nuotarci dentro, vorresti spalmartelo sui capezzoli, vorresti intingerci la veste di una vergine. Ma comunque non raggiungeresti il suo blu. Non esattamente.
Estratto dalle prime pagine di Bluets, di Maggie Nelson, Nottetempo, 2023.
Nelson (1973) è una scrittrice e poetessa statunitense, autrice di molte opere di successo difficilmente etichettabili e vincitrice di alcuni tra i più importanti premi letterari.
Bluets parla di un’ossessione, quella per il colore blu, che diventa un prisma attraverso il quale esplorare il dolore, i sentimenti, il desiderio, il senso del sacro, e molto altro.