Migrazioni, orchestre, pattern e libri restaurati
Dalle piastrelle afghane alle notizie illustrate
Questa settimana, su Frizzifrizzi abbiamo scoperto che:
l’espressione Grande gioco — usata per indicare lo scontro di potere, nel XIX secolo, tra l’impero russo e quello britannico — fu coniata da una spia inglese, Arthur Conolly, ma a renderla famosa fu lo scrittore Rudyard Kipling nel celebre libro Kim;
secondo una compagnia area giapponese, si consuma meno CO2 lasciando a casa le valigie e affittando gli abiti sul posto, rispetto che portando con sé in aereo i propri bagagli;
ai due palcoscenici fisici — quello di Opéra Garnier e quello di Opéra Bastille — dal 2015 l’Opéra national de Paris ha aggiunto anche un palcoscenico digitale, la 3e Scene, sul quale invita artiste e artisti di molte discipline a lavorare a progetti originali sull’universo della musica, della danza e dell’Opéra stessa;
a una mano esperta, il restauro di un libro con dorso danneggiato, pagine strappate e copertina sporca può richiedere dalle 8 alle 12 ore;
non esistono i razzisti, esistono solo i cretini e gli ignoranti.
Delle piastrelle
tesori d’archivio • grafica • design
Nel 1884, l’impero russo e quello britannico, che all’epoca si fronteggiavano per il dominio in Asia centrale e in Medio Oriente, istituirono di comune accordo una commissione speciale allo scopo di disegnare il confine settentrionale dell’Afghanistan.
I membri della commissione esplorarono i territori e documentarono le opere d’arte e artigianato.
☞ Un libro raccoglie le tavole a colori con i disegni delle tradizionali piastrelle afghane.
Un libro da aggiustare
video • libri • restauro
Sophia Bogle è una restauratrice libraria statunitense con oltre trent’anni di esperienza. In un video racconta il suo lavoro mentre restaura una prima edizione de La principessa perduta di Oz di L. Frank Baum.
☞ «Un colpo di mano sbagliato e questo libro in prima edizione, vecchio di 100 anni, potrebbe essere rovinato per sempre», dice.
Un ripensamento
in punta di penna • interviste • disegno
«Rispetto ad altri strumenti l’immediatezza della penna rifugge dai ripensamenti di colei o colui che l’adopera, ciò che viene segnato sulla superficie rimane. Paradossalmente risulta essere tra i più trasparenti strumenti d’arte possibili, ripensamenti compresi».
☞ L’artista novarese Andrea Pescio è il protagonista della nuova puntata di In punta di penna, rubrica dedicata ad artiste e artisti che lavorano con la penna a sfera.
Un’orchestra che suona
animazione • video • musica
Prodotto dall’Opéra national de Paris e realizzato da due giovani talenti dell’animazione, Mathilde Loubes e Antoine Bonnet, L’Heure Bleue è un corto che mostra un’orchestra, intenta a suonare il settimo movimento della suite The Planets del compositore inglese Gustav Holst.
☞ Ma la musica porta le suonatrici e i suonatori in mezzo alla natura, e poi arriva una tempesta…
Delle notizie
illustrazione
12 notizie del 2023 che forse vi siete persi.
☞ Illustrate da altrettanti talenti dell’illustrazione.
Delle somiglianze
podcast
«I due autori e narratori, rispettivamente il giornalista del Post Luca Misculin e Riccardo Ginevra, ricercatore e docente di Glottologia e Linguistica all’Università Cattolica di Milano, ci guidano tra le più recenti tesi e scoperte nel mondo delle lingue che parliamo in mezzo mondo: le nostre lingue sono la stessa lingua, cresciuta e modificatasi nel corso dei millenni passati così come continuerà a modificarsi in quelli futuri».
☞ Il nostro Federico Demartini parla dello splendido podcast L’Invasione.
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E inoltre
👦 «Ai bambini diciamo continuamente che devono crescere oppure che potranno “fare questo quando sarai grande”. Ma cosa vuol dire, di preciso, essere grandi?».
☞ Davide Calì consiglia 5 albi illustrati sul diventare grandi.
🖖 Il libro di Rocco Rossitto Perdersi in rete. Guida pratica per persone curiose (l’abbiamo presentato nella scorsa newsletter) è ora anche in versione cartacea.
☞ Si acquista qui.
🏙️ San Vitale (Bologna) come Kreuzberg (Berlino)?
☞ From-To è un’app web che ti permette di trovare le somiglianze tra una città che conosci e una che non conosci.
🏮 Una vecchia macchina per scrivere cinese.
☞ Con migliaia di caratteri.
⬇️ Sempre più giù.
☞ Un video che mostra la profondità di grotte, tunnel, bunker e miniere.
🧨 Per chi ama assistere alla demolizione controllata degli edifici.
☞ Una compilation di implosioni.
🥶 Neve, ghiaccio, geyser, bisonti e coyote.
☞ Il parco di Yellowston a quasi -40°C.
🦭 Le fotografie vincitrici del Nature Photography Contest.
☞ Ha trionfato un leone marino.
🤤 La colazione tradizionale dei popoli nomadi della Mongolia.
☞ Tè al latte salato (il süütei tsai) con dentro pane e avanzi del giorno prima. Fa venire l’acquolina in bocca.
🍵 Il mondo (di odori) di Yu Hui Tseng.
☞ Di base a Parigi, è la prima donna “maestra del tè” cinese.
Bonus
Un libro d’oro e d’argento1
di Vanessa Roghi
«In un racconto di Rodari, un personaggio, il professor Grammaticus, a un certo punto trova un cartello con uno sbaglio di ortografia, tran al posto di tram, e si arrabbia molto. Tanto valeva, dice con rabbia, scrivere trantran. Un signore che passa, lo consola così: “Certo. Il tram è pericoloso, ma il trantran è più pericoloso ancora. Il tram può spezzare una gamba, ma il trantran può uccidere il pensiero...”. Qui c’è il punto centrale della filosofia di Rodari. Attenzione, non facciamoci schiacciare dal trantran. Attenzione, non facciamoci schiacciare da chi ci dice: eh, le cose sono andate sempre così. No, le cose sono andate così perché qualcuno, noi o altre e altri prima di noi, ce le ha fatte andare così. E se sono state fatte andare così, potremmo anche provare a farle andare in altro modo. La prima cosa da fare, per non lasciare uccidere il nostro pensiero dal trantran, è imparare a guardare le cose, a conoscerle, a capire che il modo in cui sono o, per le cose della natura, il modo in cui stabiliamo i nostri rapporti con loro, è solo una delle possibilità. Come facciamo ad accorgerci che il nostro modo di vivere è solo una delle possibilità di vivere? Che le cose che facciamo sono solo una delle possibilità di fare le cose? Il mezzo numero uno, il più potente per rispondere a queste domande, è la fantasia».
Così scriveva Tullio De Mauro, nell’introduzione a Parole per giocare, l’ultima raccolta pubblicata in vita da Gianni Rodari, nel 1979, nella collana Biblioteca di lavoro di Mario Lodi, dall'editore Manzuoli. Il trantran da un lato, la fantasia a liberarcene dall’altro, pure se scaturita da un errore, da una consonante sbagliata. Aveva ragione De Mauro a prendere questa storia come una sineddoche perfetta del lavoro di Rodari, sia da un punto di vista formale che ideologico. Le risorse poetiche celate nella struttura morfologica o sintattica del linguaggio, per riprendere il linguista russo Roman Jakobson, o anche alfabetica, per dirla con Rodari, gli apparivano un’occasione favolosa di riflessione sulla lingua e sulla sua funzione liberatrice. Le scintille che accendono il fuoco della fantasia.
Ma la fantasia per Rodari cosa è? Torna spesso su questo tema, il nostro poeta, ma forse la definizione più efficace la dà nel 1970, quando riceve il premio Andersen, il più prestigioso premio mondiale di letteratura per i ragazzi. In quella occasione Rodari fa un discorso bellissimo nel quale dice che la fantasia è quella capacità che abbiamo tutti, fin da bambini, di immaginare cose che ancora non esistono. Una caratteristica non solo dei poeti ma anche degli scienziati. Isaac Newton ha avuto bisogno di moltissima fantasia per non accontentarsi delle spiegazioni che il suo tempo dava ai fenomeni naturali, così ha scoperto la legge della gravitazione universale, perché la sua mente era aperta in tutte le direzioni.
Fantasia è anche cercare il modo di sperimentare ordini politici, economici e sociali, diversi da quello attuale, e coincide a volte con l’utopia, ciò che non sta, ancora, da nessuna parte. Karl Marx, secondo Rodari, deve essere stato una persona con una grande fantasia per immaginare un mondo senza oppressione dei lavoratori. Non era un fantasticatore, scrive di lui, ma aveva una fortissima immaginazione. Del resto a vedere per primi le cose, si può passare per sognatori. E poi, aggiungeva, ci vuole davvero «una buona dose di immaginazione» per «credere che il mondo possa continuare e diventare più umano».
Estratto dalle prime pagine di Un libro d’oro e d’argento. Intorno alla Grammatica della fantasia di Gianni Rodari, di Vanessa Roghi, Sellerio, 2024.
Roghi (1972) è una scrittrice, storica, ricercatrice e autrice di programmi culturali. A Rodari aveva già dedicato, nel 2020, il libro Lezioni di Fantastica. Storia di Gianni Rodari, edito da Laterza.