Il breve messaggio
Stiamo ristrutturando il “dietro le quinte” del sito, quindi la prossima settimana non usciranno nuovi contenuti.
Degli oggetti migratori
design • eventi
Gli studenti di ISIA Firenze hanno lavorato su diversi piani: progetti “ricombinanti” come le 15 coppie di sgabelli realizzate dagli studenti del corso di Design Strategico, e dispositivi indossabili che riflettono sul tema dello spostamento, realizzati dagli studenti del corso di Fashion Design.
☞ Il nostro Tommaso Bovo racconta la mostra Post-global village – oggetti migratori, esposta durante la design week milanese.
Un sovraffollamento
lazy news • illustrazione
«Ad Amsterdam hanno deciso di non costruire nuovi hotel, a Venezia è stato introdotto un ticket per chi visita la città senza fermarsi a dormire, a Fujikawaguchiko, in Giappone, costruiranno una barriera per limitare la visuale del Monte Fuji e scoraggiare i turisti a fotografarlo, alle Canarie i residenti scioperano contro un modello di turismo con il quale è difficile convivere».
☞ La nuova puntata di Lazy News — la nostra rubrica illustrata dedicata a notizie di ieri che forse possono aiutarci a capire l’oggi — è dedicata all’overtourism.
Un’autrice
libri • illustrazione • cinque
«Le sue sono sempre storie semplici e rassicuranti, come una cioccolata calda in uno di quei pomeriggi bambini, passati a giocare sul tappeto».
☞ Davide Calì consiglia 5 albi illustrati di Marianna Coppo.
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E inoltre
🦇 10 milioni di pipistrelli.
☞ Josh Aitchison di BBC Earth ha passato tre giorni su un albero per filmarne la migrazione.
🔊 Negli USA stanno impazzendo per una (largamente prevista) invasione di cicale.
☞ CNN ha preparato una bella guida visiva sul fenomeno.
☞ Per saperne di più, consigliamo questa recente puntata del podcast Ci vuole una scienza.
📍 «Per orientarci nelle tenebre sconfinate dell’intelligenza artificiale abbiamo bisogno di tracciare nuove mappe».
☞ Su Not, la teorica e curatrice indipendente Daniela Cotimbo scrive di Cartografia dell’oscurità computazionale.
🕳️ Tuffarsi in un buco nero.
☞ La NASA ha creato una simulazione animata che mostra e spiega cosa succederebbe.
📚 Una lista di libri che raccontano i rischi naturali e antropici, la previsione, la prevenzione e le emergenze, andando oltre i tradizionali confini del sapere tecnico-scientifico.
☞ Nata dalla collaborazione tra la rivista culturale Lucy e il Dipartimento della Protezione Civile.
🗑️ Le Petit Journal des Refusées, un’ironica e bizzarra rivista statunitense di fine ‘800, uscita in un solo numero, che pubblicava (a pagamento) testi di prosa e poesia rifiutati dalle altre riviste (ma bisognava fornire le prove del rifiuto).
☞ Se ne parla su The Public Domain Review.
🍏 Celebri opere d’arte.
☞ Ricreate con gli emoji.
🎶 Una playlist della “estetica” sonora di Steve Albini.
☞ Nella sua veste di ingegnere del suono.
✒️ Il nuovo spot di Montblanc.
☞ È firmato da Wes Anderson.
Bonus
Locus Desperatus1
di Michele Mari
Quattro tavole originali del Necron di Magnus, due del Dick Tracy di Chester Gould, due del Li'l Abner di Al Capp, un Cocco Bill dedicatomi da Jacovitti; una calcografia di Piranesi, altrettanto originale; una madonna lignea del Cinquecento, con tracce dell'antica doratura; l'Oca di Enzo Mari; la lampada Toio di Achille Castiglioni; la prima edizione dell'Ortis foscoliano, quella dei Canti orfici di Dino Campana, quella del Voyage au bout de la nuit autografata dall'autore... Quel certo oggettino, in cui si rapprendeva una tenerezza lontana, quei testimoni fraterni ormai radioattivi... Contemplai qualche altra beltà, indugiando del guardo come a sussumerla nelle avide entragne, e questa, e quest'altra, e quelle che non vedevo ma sapevo esserci in giro, nelle altre stanze, o al chiuso; poi, quasi strappandomi a me stesso, spensi la luce e uscii. Girai la chiave secondo l'immutabile rito, quattro mandate a destra, una indietro, un'altra a destra, poi tre conati di spinta a saggiare l'avvenuta chiusura, per un totale di nove operazioni: undici con l'inserimento e il disinserimento.
Potevo dunque andare, ma in quella, alzando lo sguardo, vidi una cosa strana. Sulla porta, subito sopra lo spioncino, un segno fatto con il gesso: una croce, cm. 10 x 10 all'incirca. Non una x: una croce, ciò che rendeva quel segno, già di per sé inquietante nel suo abuso vigliacco, ancora piú spiacevole. Non infatti un segno, ma IL segno: e che segno! Ancorché anacronistico, se riferito al testamento antico... Cercai di ricordare il passo preciso, i due angeli segnavano le case che dovevano essere distrutte o quelle che sarebbero state risparmiate? La Bibbia del Diodati, dovevo controllare, ma intanto non potevo sfuggire alla domanda che mi rintronava in capo siccome tempesta: ero un giusto, io? Potevo sperare di essere considerato tale? Ne dubitavo, e comunque un controllo: salii e scesi le scale per esaminare le altre porte, su cui niente, nessun tipo di segno. Cosí ero io, il prescelto, ma prescelto per cosa? Non volevo saperlo, reinfilai la chiave nella toppa e aprii senza rispettare il rituale, corsi in cucina, inumidii una spugna e tornai fuori, a cancellare lo stigma.
Rientrato, a scanso di periglio, aprii poi un cassettino, ne tolsi una scatola di gessetti colorati conservati dalla mia infanzia, ne scelsi uno, rosa, e con quello, silente e furtivo, tornai sulle scale, salii al piano di sopra, e sulla porta dell'interno 8 disegnai una croce, volutamente sghemba. Quindi, la debolezza di un capriccio: sulla porta dell'interno 7, in basso a destra, un piccolo cazzillo, in puro stile da cesso pubblico, cosí, tanto per creare una variabile che scompaginasse il progetto... il progetto di chi? Chiunque fosse il crucifero, lo avrei atteso, sempre che le mie puerili manovre non lo confondessero, cosa peraltro improbabile. Lo avrei atteso, e sarei stato distrutto con tutte le cose mie, oppure sarebbero stati distrutti gli altri, tutti eccetto me. Ma catapecchia con catapecchia, a quei tempi remoti, fra la sabbia e le pietre, si poteva immaginare, formarsene un quadro: ora invece, lí, come sarebbe stato possibile, folgorare un appartamento senza compromettere gli altri, o viceversa, ancora piú impensabile, piú bello e piú giusto ma tecnicamente piú impensabile...
Mi accoccolai sotto la trapunta, implodendo nell'attesa, fasciato della mia formidabile tristezza. La mia vera forza, la tristezza, inattingibile ai nesci ma anche ai piú consci, come uno stato di impermanenza, affatato. Lí dentro, lí sotto, gli orrori piú vari si mescolavano alle immagini belle dell'arte, contaminandole, certo, trasformando la grazia in raccapriccio, ma desumendone anche una forma, a suo modo decorativa, pensabile e ripensabile, ludicamente, fino allo stordimento e all'oblio. Ridotto cosí, ero re: delle mie cose, delle mie collezioni, dunque di me, che in quelle collezioni avevo sistematicamente trasferito ogni mia piú intima particola, fino a ricomporvi un'analitica e dissociata entelechia.
Incipit del nuovo romanzo Locus Desperatus, di Michele Mari, Einaudi, 2024.
Mari (1955) è uno scrittore, poeta e filologo. Vincitore di molti premi letterari, è considerato uno dei migliori autori italiani degli ultimi decenni. Nelle sue opere mescola — spesso con una scrittura barocca e ricercata — l’autobiografia, il tema dell’infanzia, la predilezione per la narrativa d’avventura e il romanzo d’appendice.