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Questa settimana, su Frizzifrizzi abbiamo scoperto che:
il cosiddetto solarpunk è un movimento artistico e culturale nato nella prima decade del nuovo millennio nell’ambito della letteratura fantascientifica e poi allargatosi all’architettura, alle arti e all’attivismo sociale e politico. L'atmosfera è diametralmente opposta a quella del più conosciuto cyberpunk, con gli scenari distopici, tipici di quest’ultimo, sostituiti da prospettive utopistiche di un futuro sostenibile, da raggiungere grazie alla tecnologia e, ci auguriamo, al superamento della società capitalistica;
«un tizio qualunque che occasionalmente fuma DMT e dipinge dei Topolino», così si racconta l'artista statunitense Joe Roberts che ha adottato l'inequivocabile nome d'arte di LSD Worldpeace;
«per me non esiste un mondo virtuale e uno reale, ma un mondo unico che ha un livello fisico/analogico e un livello digitale. Per capirci: la chat che ho su Whatsapp con mia mamma è digitale non virtuale. È reale tanto quanto una telefonata. È una modalità diversa rispetto a quella fisica senza dubbio, ma è reale» sostiene Rocco Rossitto, ideatore e organizzatore di micros – un festival piccolissimo;
«sottolineo una cosa che non mi era mai successa prima: avevamo 100 nomi, abbiamo scritto 100 mail e ottenuto 100 sì. E questo, secondo me, dice tanto del tipo di energia che aveva lei» racconta Francesco Poroli, tra gli organizzatori della grande mostra dedicata a Elena Xausa, artista prematuramente scomparsa pochi mesi fa.
Un ricordo
Lo scorso novembre se ne andava, a soli 38 anni, Elena Xausa, illustratrice veneta conosciuta a livello internazionale.
Ora una grande mostra ne raccoglie i lavori più significativi, rivela (spesso per la prima volta) i suoi bozzetti, e soprattutto ospita ben 100 opere realizzate in suo omaggio da artiste, artisti e amiche e amici di Elena.
☞ Si intitola EX (le iniziali con cui si firmava ma anche la preposizione latina, che esprime moto da luogo, causa, punto di partenza) e l'ha organizzata l'associazione Illustri.
Inaugura oggi a Vicenza.
Due mostre e un festival
☞ Quando l'illustrazione va in “Tilt”
Non una ma ben 4 mostre legate al prestigiosoTapirulan illustrators contest.
Inaugurano oggi a Cremona. In esposizione le tavole selezionate al concorso, una retrospettiva di Guy Billout, considerato uno dei precursori della cosiddetta “illustrazione concettuale”, una personale di Simone Rea, vincitore dell'anno scorso, e in più le opere originali di Lorenzo Rimondini, che negli anni ‘70 e ‘80 fu autore delle grafiche e delle illustrazioni dei flipper Zaccaria.
☞ Arte ed editoria indipendente tra le colline marchigiane
Si è aperta ieri la seconda edizione di Aaltoo Festival, a Cupramontana (An).
Il direttore artistico è una nostra vecchia conoscenza: Marco Goran Romano.
☞ micros – un festival piccolissimo
Rocco Rossitto ha raccontato alla nostra Giulia Ficicchia di cosa si tratta e in cosa consiste la seconda edizione: una mostra con una sola opera (una fotografia di Martino Pietropoli), che arriverà a chi la richiede.
14 poltrone
«Accettata l’insostenibilità connaturata alla disciplina del design (almeno nella sua prima istituzionalizzazione), consideriamo che l’estensione del ciclo di vita degli oggetti, a partire dalla loro concezione, sia la chiave primaria per iniziare a scrivere una seconda storia del design. Solo così potremo intervenire nella filiera profonda del sistema prodotto e tornare ad esportare nel futuro buona cultura materiale, anziché solo rifiuti».
☞ È con questo spirito che 14 studentesse e studenti di ISIA Firenze, hanno “hackerato” altrettante poltrone di Mirabili Design, nell'ambito di un progetto curato dal designer e docente Mirko Tattarini e presentato durante la Design Week.
Un trip
☞ Nome d'arte: LSD Worldpeace
L'artista statunitense Joe Roberts si fa chiamareLSD Worldpeacee i suoi lavori si ispirano ai suoi viaggi psichedelici.
Il mese prossimo esce la riedizione del suo primo libro, pieno di dipinti, disegni, collage e diorami.
Una rivista sotto alle bombe
Si chiama Soлomiya ed è stata fondata l'anno scorso, tra Kyiv e Berlino, dopo l’inizio dell'invasione russa, quando il fotografo tedesco Sebastian Wells, che all’epoca viveva in Belgio, decise di fare le valigie e, senza un piano specifico in mente, raggiungere la capitale ucraina.
Una volta lì, Wells conobbe Vsevolod Kazarin, fotografo anche lui, originario della zona di Luhans’k, nel Donbass, e cresciuto a Kyiv. Insieme, i due iniziarono a scattare una serie di ritratti ad artiste e artisti della scena locale, entrando così in contatto con un gran numero di talenti e andando a creare — spinti dall’urgenza collettiva di comunicare al mondo ciò che stava succedendo — un gruppo di lavoro che di lì a poco avrebbe dato vita al magazine.
☞ Il secondo numero è uscito in questi giorni.
Del rosa
☞ 5 libri con le copertine rosa
Il nostro Davide Calì ha iniziato a consigliare albi illustrati in base al colore di copertina.
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Come ogni lunedì
☞ Il gran giurì del tribunale di New York ha votato per incriminare Donald Trump.
L’ex presidente degli Stati Uniti sarebbe accusato di aver pagato in nero alcuni incontri con la pornostar Stormy Daniels svoltisi durante la campagna elettorale del 2016, che lo portò alla Casa Bianca.
Bonus
L'ordine nascosto
di Merlin Sheldrake
Alzai lo sguardo verso la cima dell'albero. Dal suo tronco spuntavano felci e orchidee, mentre la chioma svaniva in un intreccio di liane. Sopra la mia testa, con un verso stridulo, un tucano volò via dal ramo su cui era appollaiato e un gruppo di scimmie urlatrici cominciò ad agitarsi producendo un lento fracasso. Aveva appena smesso di piovere e dalle foglie cadevano improvvise cascatelle d'acqua. Una foschia bassa indugiava sul terreno.
Le radici si allontanavano tortuose dalla base dei tronchi e svanivano nel folto tappeto di foglie che ricopriva il pavimento della giungla. Battevo ripetutamente per terra con un bastone per allontanare i serpenti. Una tarantola corse via e mi inginocchiai per seguire il tronco dell'albero e le sue radici in una massa spugnosa dove le più sottili si compattavano in uno spesso intreccio rosso e marrone, teso come le corde di una chitarra.
Nell'aria aleggiava un forte odore. Le termiti si arrampicavano lungo quel labirinto e un millepiedi si avvolse su se stesso, fingendosi morto. La mia radice svanì nel terreno, e cominciai a ripulire l'area intorno al punto in cui era scomparsa con una paletta da giardiniere. Aiutandomi con le mani e con un cucchiaio, tolsi lo strato superiore di terra e, scavando con quanta più attenzione possibile, svelai lentamente il percorso della radice, che partiva dall'albero e procedeva sinuoso appena sotto la superficie del suolo.
Dopo un'ora ero avanzato di circa un metro. La mia radice era ormai più sottile di un filo e aveva iniziato a proliferare in modo incredibile. Non era facile seguirla, poiché si intrecciava alle sue compagne, così mi sdraiai a pancia in giù e affondai la faccia nella bassa trincea che mi ero costruito. Alcune radici avevano un intenso odore di noci, quello di altre era legnoso e amarognolo; le radici del mio albero, quando le grattavo con le unghie, emanavano invece una nota speziata e resinosa. Grattai e annusai ogni centimetro per diverse ore: volevo essere certo di non avere perso la traccia.
Man mano che il giorno avanzava, i filamenti spuntavano sempre più numerosi dalla radice che avevo svelato; ne scelsi alcuni e li seguii fino alle estremità, dove si infilavano in frammenti di foglie o rametti marcescenti. Li raccolsi e li immersi in una fialetta piena d'acqua per ripulirli dal fango, quindi li osservai con una lente d'ingrandimento. Le radichette si ramificavano come alberelli e la loro superficie era ricoperta da un leggero strato fresco e appiccicoso. Erano proprio quelle delicate strutture che volevo esaminare. Da queste radici, il reticolo di un fungo si allacciava al suolo e alle radici degli alberi vicini. Senza questa «rete fungina» il mio albero non sarebbe esistito. Senza altre reti fungine simili nessuna pianta esisterebbe in nessuna parte del mondo. Tutta la vita sulla terraferma, compresa la mia, dipende da questi reticoli.
Tirai piano la radice e sentii il terreno muoversi.
Estratto dal prologo del saggio L’ordine nascosto. La vita segreta dei funghi, di Merlin Sheldrake, Marsilio, 2020.
Sheldrake (1987) è un biologo e scrittore, ricercatore presso lo Smithsonian Tropical Research Institute, studioso di microbiologia, ecologia, filosofia della scienza. I suoi interessi spaziano dalla storia etnobotanica dell’Amazzonia al rapporto tra suono e forma nei sistemi basati sulla risonanza. È da sempre affascinato dalle relazioni che si instaurano tra gli esseri umani e i microrganismi che popolano il pianeta.