Pattern matematici, foto di famiglia, nuovi pianeti e arte cinetica
Dalla sabbia al “telefono senza fili” coi disegni
Questa settimana, su Frizzifrizzi abbiamo scoperto che:
l’architetto Goichi Takeda, che studiò in occidente, fu tra i primi a portare in Giappone, a inizio ‘900, le avanguardie artistiche europee di fine XIX e inizio XX secolo;
le comunità Hutterite che vivono in Nord America sono originarie del Tirolo e stanno vivendo un periodo di grande prosperità. Economicamente autosufficienti, sono arrivate a contare 50.000 membri, che vivono in gruppi molto uniti;
nel nostro Sistema Solare ci sarebbe un pianeta 9 (no, non è Plutone, che è stato declassato): si pensa sia dieci volte più grande della Terra e impieghi tra 10 mila e 20 mila anni per compiere la sua orbita intorno al Sole;
«la sabbia» spiegano il duo di artisti Pinaffo & Pluvinage «a volte può avere il comportamento di un liquido, a volte quello di un solido, o addirittura di un gas».
Dei motivi geometrici
tesori d’archivio • pattern • design
Ispirandosi ai motivi ornamentali Art Déco di Maurice Pillard Verneuil, nel 1930 il giapponese Mizuki Heitaro creò dei pattern a partire da funzioni matematiche e rapporti geometrici.
☞ Le tavole del suo Abstract Pattern Portfolio si possono scaricare gratis.
Un computer analogico di sabbia e cartone
arte & design • video
«La sabbia può azionare vari sistemi meccanici che permetteranno di programmare movimenti, rotazioni, traslazioni, con angoli diversi, sequenze diverse di ripetizioni. La sabbia può avviare sistemi che prenderanno le posizioni 0 e 1, proprio come farebbe un transistor in un sistema elettronico. Può anche creare sistemi per generare movimenti casuali, che sono più facili da ottenere con la sabbia che con un metodo computazionale».
☞ Realizzata solo con carta, cartoncino, legno e sabbia, En Cascade è un’installazione del duo francese Pinaffo & Pluvinage. Consiste in una serie di meccanismi a bassa tecnologia (carta e cartoncino, appunto) azionati proprio dalla sabbia e capaci di far muovere in molti e sorprendenti modi delle forme geometriche colorate.
Un telefono senza fili
web & tech • disegno • video • animazione
Qualche settimana fa, la rivista The Pudding ha lanciato un esperimento collaborativo online. A partire da alcune forme, chi andava sul loro sito doveva ricalcare le linee ricalcate a propria volta dalla persona arrivata prima: una sorta di “telefono senza fili” fatto coi disegni.
☞ Il risultato è una lunga animazione (e il fatto che, ogni forma, alla fine diventa uno scarabocchio).
Delle famiglie
fotografia • eventi • concorsi
[Nell’immagine: una delle fotografie della serie No memory is ever alone, di Catherine Panebianco]
«La fotografia scelta come il linguaggio attraverso cui osservare il tema della famiglia e delle sue rappresentazioni, un linguaggio che in ogni parte del mondo viene utilizzato all’interno dei nuclei familiari proprio per fissare dei momenti, per custodire piccole e grandi storie. Un medium che ci permette di riappropriarci di istantanee che spesso restano cristallizzate nei database dei nostri devices o negli album lasciati in qualche mobile di casa, che riaccendono la nostra memoria».
☞ Fotografia di famiglie (appositamente al plurale) è il tema della nuova edizione di Fotografia Calabria Festival, che inaugurerà a luglio.
Un crescere
libri • illustrazione • cinque
«Crescere dei bambini è una vera e propria avventura, ma anche crescere, quando sei un bambino, lo è».
☞ Il nostro Davide Calì consiglia cinque albi illustrati a tema.
Uno scoprire
lazy news • illustrazione
Lazy News è la nostra rubrica dedicata a notizie di ieri che forse possono aiutarci a capire l’oggi.
Curata da Davide Calì, è stata finora illustrata da Emanuela Carnevale, in arte Brodino Digitale, che da questa settimana passa il testimone a Irene Bidello.
☞ Nella nuova puntata si parla di un nuovo pianeta che sarebbe stato scoperto nel nostro Sistema Solare.
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E inoltre
✍️ Una serie di schizzi e disegni del grande Kurt Vonnegut.
☞ Su Flashbak.
✂️ Il video di Jump Cut, della band canadese dei Corridor.
☞ Una splendida animazione a collage.
🦵 «Che strano, il corpo: la nostra schiena non la vediamo, le punte rugose dei gomiti sono destinate a non incontrarsi mai e dentro siamo fatti di filetti, tubicini, viscere e tessuti. E quando moriamo, il corpo che fa?»
☞ Un magnifico Antonio Rezza, su Lucy.
⚰️ «Paul Auster è stato uno scrittore di fantasmi. La sua morte certifica la scomparsa di un mondo, non solo letterario».
☞ Sempre su Lucy, Nicola Lagioia parla di Paul Auster, scomparso pochi giorni fa.
🐧 Cuccioli di pinguino imperiale che saltano giù da un dirupo di 15 metri, in Antartide.
☞ Un video di Bertie Gregory del National Geographic.
🪐 Ritrovare Giove in Norvegia.
☞ Jupiter: una serie fotografica di Jan Erik Waider.
Bonus
L’universo in una scatola1
di Andrew Pontzen
Per capire le origini della nostra esistenza dobbiamo andare a cercarle nello spazio cosmico. Per capire a fondo lo spazio cosmico, come si sviluppino nuove galassie, stelle e pianeti, e come tali oggetti interagiscano tra loro, dobbiamo usare le simulazioni: universi in miniatura contenuti nei computer. E per costruire e interpretare le simulazioni dobbiamo avere una conoscenza meticolosa della fisica.
Ma non è la fisica che si insegna a scuola e nelle università, con un elenco di argomenti divisi in compartimenti stagni, una serie di formule da imparare a memoria e un modo corretto di risolvere ogni problema. Nessuno è in grado di simulare ogni singola particella atomica e i suoi effetti su tutte le altre: per questo nelle simulazioni la fisica è, come minimo, approssimata. È molto più disordinata, più aperta alla discussione, più umana di quella che si insegna agli studenti.
La fisica delle simulazioni non ha nemmeno granché da spartire con il futuro talvolta fantasticato dai teorici, nel quale un'unica formula arriverà a descrivere ogni tipo di forza e di particella. Forse un giorno avremo una formula del genere, forse no. Una teoria finale di questo tipo, anche se descrivesse perfettamente il comportamento dei singoli elementi microscopici dell'universo, avrebbe implicazioni solo marginali sul racconto complessivo della creazione. L'obiettivo del simulatore è un altro, è capire il modo in cui le cose — particelle subatomiche, stelle, nubi gassose e altro — si comportano in maniera collettiva. Proprio come osservare una formica isolata ci dice poco sul comportamento della colonia, così studiare equazioni astratte che descrivono le singole particelle rivela ben poco sull'universo.
Le simulazioni permettono un nuovo tipo di conoscenza, che lascia i calcoli fastidiosi al computer e dà modo agli umani di concentrarsi sui legami e le relazioni che emergono. Questo, per lo meno, è il sogno. Realizzarlo richiede ai cosmologi di affrontare i punti deboli nascosti della fisica, là dove ci sono limiti a ciò che conosciamo, restrizioni alla potenza di calcolo a nostra disposizione, e compromessi a ogni angolo. Scegliere e capire i compromessi è dove la sfida si fa più intensa ed entusiasmante.
La ricompensa è una visione a lungo raggio della nostra casa, il cosmo. E sebbene la strada sia ancora lunga — e anzi, probabilmente non si arriverà mai a una visione completa —, le simulazioni ci hanno già insegnato molto su materia oscura, energia oscura, buchi neri, galassie, e su come questi interagiscono per dar vita all'universo. Ergendosi ben al di sopra delle loro fondamenta scavate nella fisica, le simulazioni mescolano informatica, scienza e intelligenza umana in una maniera che ha trasformato il modo di intendere la cosmologia nel ventunesimo secolo. Questa è la loro storia.
Estratto dall’omonimo capitolo del saggio L’universo in una scatola. Una nuova storia del cosmo, di Andrew Pontzen, Adelphi, 2024.
Pontzen è un cosmologo, insegna presso lo University College di Londra e co-dirige il progetto Cosmoparticle Initiative.
L’universo in una scatola è il suo debutto nella saggistica non accademica.