Poster, arazzi, balletti, albi sulla guerra e parole illustrate
Dalle centrali nucleari tedesche agli alberi di Parigi
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Abbiamo importato qui tutti gli indirizzi e cancellato definitivamente quelli di Mailchimp.
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Questa settimana, su Frizzifrizzi abbiamo scoperto che:
lo scrittore americano Alfred Edward Newton sosteneva che possedere libri, anche senza leggerli, produce una sorta di estasi;
il raro fenomeno che si verifica quando i fiori compaiono sui rami vecchi e sul tronco di un albero si chiama “caulifloria”;
una serie di tazze appese in un b&b può dare l’ispirazione per fotografare un balletto;
negli archivi del museo The Cloisters — sezione distaccata del Metropolitan Museum di New York specializzata in arte medievale e bizantina — sono conservate centinaia di ricette per la tintura dei tessuti.
Una parola
Abbiamo lanciato una nuova rubrica: Logos, parole illustrate.
In ogni numero, la giovane e bravissima illustratrice Sara Arosio realizzerà una tavola originale dedicata — appunto — a una parola o a un’espressione.
☞ La prima puntata è sullo TSUNDOKU.
Dei colori
Lo studio britannico Dorothy ha prodotto due poster dedicati a libri e canzoni con titoli che hanno a che fare con i colori, rappresentandoli come delle ruote cromatiche.
☞ I colori delle canzoni e dei libri
Dei fili
La squadra di restauro e conservazione del Met Museum mostra in un video tutto il processo di lavaggio e riparazione di un enorme arazzo medievale che fa parte della serie dei cosiddetti Nine Heroes Tapestries.
☞ Un video mostra il processo di conservazione di un arazzo medievale
Dei rami
La piccola casa editrice britannica Blue Crow Media ha appena pubblicato una mappa dedicata ai più affascinanti alberi di Parigi.
Sono 50, per un itinerario attraverso tutti gli arrondissement della città.
☞ Gli alberi più belli di Parigi, in una mappa
Una danza
«La maggior parte delle fotografie di balletto si concentra su un singolo ballerino in una posa drammatica. Per me la bellezza del balletto è piuttosto il contrario, è la delicatezza e il lavoro di squadra».
☞ Il pluripremiato fotografo australiano Brad Walls ha collaborato con English National Ballet fotografando 6 ballerine con un drone. Il risultato è una serie di composizioni che sembrano pattern geometrici e grafici.
Delle guerre
«La guerra, ovviamente, ci fa paura, e spaventa anche i bambini perché è qualcosa di enorme, gigantesco e mostruoso. Ci sono libri che la raccontano molto bene e, come di consueto, ne ho scelti cinque» scrive il nostro Davide Calì.
☞ Cinque libri sulla guerra
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Come ogni lunedì
☞ La chiusura delle ultime centrali nucleari in Germania segna la fine di un’epoca iniziata 60 anni fa, con l’apertura della centrale di Kahl. Sembrerebbe una buona notizia per l’ambiente, ma non tutti sono d’accordo.
E inoltre
🍏 Mangeresti un pezzo di mela dove, da un’altra parte, c’è un verme?
☞ Qui puoi fare il test del disgusto relativo ai cibi.
🗺️ «Nel nostro quotidiano abbiamo bisogno di mappe, ma sappiamo che la globalizzazione si fonda sul modello opposto e contrario, in cui gli uomini e le cose si spostano continuamente. In più oggi lo spazio è in crisi perché la Rete ha annullato le distanze: informazione e denaro si spostano attraverso la Rete in un battibaleno. Tutti i principi che conoscevamo saltano nel mondo globale e con la Rete: la distanza tra due punti è ormai un valore residuo».
☞ Su Il Tascabile, Valentina Pigmei intervista il geografo Franco Farinelli.
🪶 Le dimensioni degli animali volanti.
☞ Dai minuscoli mimaridi al gigantesco quetzalcoatlus, vissuto nel Cretaceo.
🌊 «L’Italia, come qualcuno ha giustamente detto, è il paese che sa meglio predisporre, organizzare e provocare quelle catastrofi che poi, per consuetudine linguistica, continuano ad essere dette “naturali”».
☞ Matteo De Giuli, su Not, parla della distruzione della natura in Italia.
🚴 Come funziona l’andare in bicicletta.
☞ In una dettagliatissima serie di spiegazioni [in inglese] e animazioni.
🎧 Che cos’hanno in comune Paris Hilton, Un medico in famiglia e gli Strokes?
☞ Il decennio breve, un nuovo podcast sugli anni ‘10, condotto da Maria Cafagna, Alice Oliveri e Stefano Monti.
📱 Quali sono i telefonini più brutti della storia?
☞ Scoprilo sul Mobile Phone Museum.
Bonus
Aprile1
di Barbara Bernardini
La primavera stenta a partire, le giornate sono ancora fredde, il sole opaco, e nell'orto tutto sembra fermo, in attesa.
Così ci si dedica alla manutenzione. Sarebbe da approfittare di questi giorni, per esempio, per prendersi cura degli attrezzi, che non sono messi benissimo: ognuno ha la sua storia, arrivano dai nonni e dai bisnonni, e proprio per questo meriterebbero d'esser tenuti con più attenzione, bisognerebbe pulirli, raddrizzarli, togliere la ruggine, affilarli, proteggere il legno e nutrirlo con l'olio di lino.
Segno “manutenzione degli attrezzi” sul quadernetto dove ho cominciato a tener traccia delle rotazioni. È probabile che finirà nel dimenticatoio lo stesso, ma mi fa sentire meglio averlo almeno scritto: per una contadina che ancora deve imparare tutto, i buoni propositi sono metà dell'opera, molto spesso la metà di cui tocca accontentarsi.
Intanto però mi dedico a rincalzare le piantine di piselli, che continuano a crescere (ma non fioriscono ancora, anche loro in cerca di temperature migliori), e a preparare l'impianto di microirrigazione a goccia, per ora montato su metà dell'orto: è un impianto molto semplice, una sorta di E che parte dal piccolo cespuglio di lamponi e arriva alle piantine di pomodori e melanzane e alle file dove cresceranno (cresceranno?) gli ortaggi seminati. Il giorno dopo averlo completato ho trovato tutti i tubi rivoltati: non so se siano stati i gatti, un basilisco che dalle condutture generali tenta di venire in superficie proprio fra le zucchine o le gazze pica pica. Questi uccelli, dalla testa nera e inquietante comune nei corvidi, il petto bianco e le ali bellissime, bianche e di un nero dai riflessi blu-violacei, hanno dei precedenti: ho scoperto che in Val di Chiana ci sono agricoltori disperati perché ogni giorno vanno a bucargli le manichette dell'irrigazione. Nell'incertezza, dato che anche loro sono fra gli uccelli più temibili, per tenerle buone ho lasciato una ciotolina d'acqua, con la speranza che preferiscano quella quando avranno sete.
Poi lo ammetto: mi piace la loro compagnia. Mi piace vedere arrivare gli uccelli, cercare di capire di che specie sono, se sono già stati qui, vederli volare via, riconoscerli quando tornano il giorno dopo, e quello dopo ancora, anche se non so dargli un nome. Rimango stupita dalla libertà di viaggio che hanno le specie che migrano, che arrivano in primavera — a breve torneranno le upupe, spero, e comincerò ad aspettarle, scrutando nei campi vicini alla ricerca della cresta rossa —, ma ho simpatia per la costante compagnia di quelli stanziali, che restano anche nei mesi più freddi. Ammiro il volo spericolato delle rondini, che mi sfrecciano intorno più volte al giorno, come pirati della strada, attratte dagli insetti che faccio saltare camminando sul prato; quello sgraziato delle upupe che svolazzano come farfalle, o più come un elicottero in avaria che invece di procedere in linea retta va zigzagando quasi senza controllo; l'eleganza dei vari passeri e degli uccellini più piccoli — su tutti la Motacilla alba, la ballerina testa bianca, ma ce ne sono decine che non distinguo — quando si rincorrono danzando; l'implacabilità del planare delle cornacchie, radenti al suolo, che virano, precise, solo con minimi movimenti delle ali.
Mi piace il canto di tutti, che ancora non so distinguere, anche se nessuno batte in varietà quello dei merli, che cambia di continuo, e va da melodie leggiadre su note altissime al cantilenare di uno zio ubriaco la sera di un lungo matrimonio; le uniche che proprio non sopporto sono le colombe, con quei tre tu consecutivi, breve-lungo-brevissimo, ripetitivi, senza sosta, per tutte le ore di sole.
Estratto dall’omonimo capitolo di Dall’orto al mondo. Piccolo manuale di resistenza ecologica, di Barbara Bernardini, Edizioni Nottetempo, 2023.
Bernardini lavora in editoria da quasi vent’anni. Laureata in sociologia, è responsabile dei corsi di formazione per la casa editrice minimum fax. Cura una newsletter, Braccia Rubate, che parla di orto e lune nuove.
Bellissima sempre la vostra newsletter e commovente la nuova rubrica, Logos! Sarà che sono particolarmente sensibile al tema... Penso proprio che la rubrica Etymologies, che ha posto in Kairos, potrà d'ora in poi discutere amabilmente con Logos!