Poster, capsule del tempo, brutalismo e controforme
Dalla maternità surrogata ai film italiani degli anni '60
Questa settimana, su Frizzifrizzi abbiamo scoperto che:
nella calligrafia cinese e giapponese esiste il concetto di “bianco volante”, una tecnica che consiste nel lasciare deliberatamente spazi vuoti all’interno del tratto di un carattere così da integrare la lettera con il proprio spazio interno e con quello circostante;
quando apriamo un volume con la copertina cartonata, troviamo un foglio, spesso bianco, talvolta colorato o decorato, che unisce la stessa copertina ai fascicoli che vanno a comporre il blocco del libro: quel foglio è detto risguardo;
in pochi anni una piccola azienda di inchiostri e forniture per litografia di Cincinnati si fece conoscere in tutto il mondo. Aprì uffici a New York, San Francisco, Londra, Parigi, Buenos Aires, Città del Messico, L’Havana e Yokohama, e tra i suoi clienti aveva persino Henri de Toulouse-Lautrec;
il complesso residenziale di Rozzol Melara, a Trieste, è ispirato ai principi di Le Corbusier e delle sue Unité d’Habitation ma poi si è trasformato in un monumento alla decadenza.
Delle lettere
Autoprodotto e stampato in edizione limitata, Zero or hole è il risultato di un laboratorio di type design avanzato organizzato lo scorso marzo da Atelier Tatanka e condotto da Alessio D’Ellena.
☞ Scopo del laboratorio era quello di costruire degli alfabeti a partire dalle “controforme”, cioè gli spazi vuoti che stanno dentro e attorno ai glifi.
Delle réclame
Tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 l’azienda statunitense Ault & Wiborg fu la più grande e importante del mondo nel settore degli inchiostri e delle forniture per litografia.
☞ Per farsi pubblicità, la società commissionava straordinari poster ad alcune tra le migliori firme dell’illustrazione e della pittura dell’epoca. Quei manifesti oggi si possono anche scaricare gratis.
Dei risguardi
Da qualche anno un account twitter raccoglie alcuni tra i più interessanti risguardi decorati degli albi illustrati e dei libri per l’infanzia.
☞ Si chiama Endpapers e finora ne ha pubblicati a centinaia.
Un’Italia brutalista
Lo studio polacco Zupagrafika ha dedicato molte pubblicazioni all’architettura modernista e brutalista dei paesi un tempo parte dell’URSS o della sua sfera d’influenza, ma stavolta ha allungato lo sguardo fino all’Italia.
☞ Brutalia raccoglie foto e informazioni su Le Lavatrici di Genova, la Torre Velasca di Milano, le Vele di Scampia, il Nuovo Corviale di Roma e il complesso residenziale popolare di Rozzol Melara, a Trieste. E nella seconda parte del libro ci sono i modellini di carta di queste strutture, da costruire semplicemente piegando e incollando.
Una capsula del tempo
Nella sua mostra personale Non Aprire Prima del 2023, che è stata inaugurata qualche giorno fa presso la Dorothy Circus Gallery di Roma, l’artista urbano Millo ha presentato 13 opere che rappresentano la sua prospettiva soggettiva su altrettanti fatti che hanno segnato la sua e — in molti casi — la nostra vicenda umana, accaduti in un periodo di enormi trasformazioni su scala planetaria.
☞ Vanno da Černobyl’ alla caduta del Muro di Berlino, fino all’11 settembre.
Dei cambiamenti
In attesa della prima edizione del Fotografia Calabria Festival, che aprirà a fine luglio, il festival ha annunciato i progetti vincitori del concorso che aveva come tema il “cambiamento”.
☞ Sono tre progetti più una menzione speciale.
Una rassegna
«Gli anni Sessanta sono stati moltissime cose. Sono gli anni in cui l’Italia si lascia definitivamente la guerra alle spalle e comincia a godere del benessere di quel boom economico che vede gli italiani comprarsi il frigo e la Lambretta, ma anche andare per la prima volta in villeggiatura. Sono anche gli anni in cui la società comincia a mettere in discussione molti valori, primo su tutti, quello della coppia. La coppia, e più in generale l’amore, sono due temi molto presenti nel cinema di quegli anni, non soltanto con filmetti leggeri, un po’ da fotoromanzo, ma anche con tante pellicole che oltre a raccontare delle storie, ci raccontano in tempo reale un’epoca in via di trasformazione».
☞ Il nostro Davide Calì propone una mini-rassegna di cinema italiano degli anni ‘60 sul tema “Amore e coppia”.
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Come ogni lunedì
☞ La maternità surrogata è consentita in diversi paesi del mondo, tra cui Stati Uniti e Canada, ma anche Ucraina e Russia, dove le madri surrogate costano meno. Il compenso percepito da una madre surrogata può variare, a seconda del paese, dai 15 mila ai 60 mila euro. In Europa è legale, tra gli altri, in Danimarca, Belgio, Regno Unito, Bulgaria, e Grecia, ma solo nella sua forma altruistica.
E inoltre
⬜️ 5 albi illustrati con le copertine bianche.
☞ Consigliati dal nostro Davide Calì.
👧 Children’s Books & Co. è un nuovo master in editoria dell’Università Cattolica di Milano, realizzato in collaborazione con BolognaFiere-Bologna Children’s Book Fair.
☞ Ci si può iscrivere fino al 4 luglio.
🖌️ Stanno per uscire un libro e un documentario su Richard Amsel.
☞ Scomparso nel 1985 a soli 37 anni, Amsel è stato un illustratore, graphic designer e cartellonista statunitense, tra i più importanti della sua generazione. La sua locandina più celebre è quella de I predatori dell’arca perduta.
👇 L’uso delle miniature nel cinema (si parla di Wes Anderson ma non solo).
☞ Un interessante video prodotto da Vox.
✈️ La Davis-Monthan Air Force Base di Tucson, Arizona, ospita, in mezzo al deserto, quasi 4000 vecchi aerei, mantenuti o smontati così che le componenti possano essere riciclate.
☞ Il fotografo Bernhard Lang ha realizzato una serie fotografica aerea (ovviamente…) sul posto.
🐦 Le foto vincitrici dei 2023 Audubon Photography Awards.
☞ Il primo premio va a due piccioni.
🔓 Un geniale giochino-droga che fa la parodia delle password sempre più complicate necessarie per la nostra vita online.
☞ The Password Game.
🧠 «Il neuromito delle differenze nette tra cervello maschile e femminile è ancora fortemente radicato nella società contemporanea, alimentato da media, libri scientifici datati e intellettuali nostalgici».
☞ La fine del mito del cervello maschile e femminile: un articolo della psicologa e psicoterapeuta Valeria Minaldi su Il Tascabile.
🍕 TasteAtlas ha fatto la lista dei 150 più leggendari ristoranti del mondo e dei loro piatti tipici.
☞ Gli italiani in classifica sono 15.
Bonus
L’arte nella strada1
di Cesare Ratta
Les Dieux s'en vont! Il manifesto coi caratteri tipografici muore! Esso non viene ormai adoperato che durante i periodi elettorali, per reclamare gli oggetti perduti, per le convocazioni delle assemblee sociali e in altri casi di poco momento. Presto diventerà un oggetto raro, da museo. Oggi trionfa il cartellone illustrato.
Questa evoluzione, che a poco a poco si è fatta sotto i nostri occhi, non è passata senza portare qualche grave danno nelle tipografie, che più specialmente si erano dedicate a tal genere di produzione.
Oggi si fanno moltissimi manifesti, ma la maggior parte sono eseguiti in cromolitografia: di questa se ne servono a preferenza le industrie e i commerci che hanno bisogno di réclames: i fabbricanti di biciclette e automobili, le esposizioni, le librerie, gli stabilimenti climatici e idroterapici, gli spacciatori di cerotti e di acque minerali, i café-chantants, ecc. Fra poco se ne serviranno — nei periodi elettorali — anche i candidati alle diverse deputazioni, e le associazioni politiche per mettere in caricatura l'effigie dei candidati avversari e rendere più belli e simpatici i propri. Si è già cominciato la prova con la cartolina illustrata col ritratto del candidato; si terminerà cer to con i cartelloni…
Il trionfo del manifesto in cromolitografia è assicurato; esso parla più eloquentemente all'occhio e lascia impresso un ricordo più duraturo: io non dubito punto di avere, fra non molto, la gioia di vedere i muri delle abitazioni diventare dei veri Musei, in cui tutte le persone amanti dell'arte potranno soddisfare — anche in mezzo alla strada — qualcuna delle loro aspirazioni.
Il cartellone è fratello della réclame, e questa deve al primo i suoi più splendidi successi. I commercianti dovrebbero festeggiare il giorno in cui, per la prima volta, un artista adoprò la sua matita per illustrare uno dei loro annunzi.
Il manifesto a colori, che alcuni, erroneamente, asseriscono d'importazione americana, si è formato delle specialità come Chéret, Forain, Hugo d'Alési in Francia; Hohenstein, Dudovich, Mataloni, Villa, Terzi, Metlicovitz, Bompard ed altri artisti in Italia, che hanno dato e danno ai manifesti un carattere artistico, facendo sovente dei quadri pregevoli.
Il manifesto artistico si perfezionò a Parigi nella prima metà del secolo scorso: Raffet, Gavarni, Monnier ne furono gli esecutori primi. Modesto, timido, quasi vergognoso di farsi vedere, era allora bianco e nero. Verso il 1860 Jules Chéret lo rivestì della grazia della sua matita e della sua tavolozza; il manifesto a colori era creato! Chi avrebbe però predetto allora il successo che l'attendeva in questi ultimi anni?!
Estratto dall’omonimo articolo, uscito originariamente nel 1905 sulla rivista Il Risorgimento Grafico e raccolto nel volume Tipografia e arte del libro (Ronzani Editore, 2021) che mette appunto assieme alcuni degli articoli firmati da Cesare Ratta sui temi della grafica e della tipografia.
Ratta (1857 – 1938) fu uno studioso di arte grafica ed è stato uno dei più grandi innovatori delle arti tipografiche italiane.