Talpe, chiesa e modernismo belga
«quasi ogni strada, a Bruxelles, offre uno scorcio della sua architettura eclettica»
Un girare per la città
mappe • viaggi • architettura • bruxelles
Soprattutto dopo l’Expo del 1958 — la prima del dopoguerra — Bruxeless è diventato un museo d’architettura a cielo aperto.
☞ Blue Crow Media ha pubblicato una mappa sulla Bruxelles modernista.
Uno speculare
lazy news • illustrazione
Lazy News è la nostra rubrica dedicata a notizie di ieri che forse possono aiutarci a capire l’oggi.
Curata da Davide Calì, è illustrata da Irene Bidello.
☞ Nella nuova puntata si parla della Chiesa cattolica, che potrebbe essere sull’orlo della bancarotta.
Dei talpidi
libri • illustrazione • cinque
«Chi ha visto la talpa? L’elefante ne ha vista una piccolissima, il bruco ne ha vista una gigante invece, la lumaca ne ha visto una che correva veloce, ma il leopardo ne ha vista una lentissima. E il ragno? Con i suoi otto occhi, neanche a dirlo ne ha viste moltissime!».
☞ Il nostro Davide Calì consiglia cinque albi illustrati a tema talpe.
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👁️ Miniature di occhi, realizzate 200 anni fa.
☞ Su The Public Domain Review.
📃 Le creazioni di carta del giapponese Taku Inomata
☞ Su It’s Nice That.
📇 Il gioco di Super Mario interamente disegnato con la macchina per scrivere.
☞ Ed è giocabile.
🗺️ «Ogni mappa è una promessa, è una mappa del tesoro. Ma la verità è che la mappa è essa stessa il tesoro: perché là fuori, nella realtà, il tesoro non è detto che lo trovi».
☞ Su Il Post, Tommaso Giartosio parla dei libri con le mappe. [via Una cosa al giorno]
🦂 Il viaggio del bambino-scorpione.
☞ Una straordinaria testimonianza di Matteo Maculotti, sul blog di Topipittori.
🌱 Piante che crescono.
☞ In time-lapse.
🎹 Il battito cardiaco della pianista Yuja Wang.
☞ Durante una “maratona” di Rachmaninoff.
📸 «Quantifico se vale la pena correre un rischio in base al fatto che penso che creerà qualche cambiamento positivo. La fotografia è un ottimo canale di conversazione, e non solo quando il lavoro è in giro per il mondo; sono le conversazioni che hai durante tutto il processo di creazione con punti di vista esterni».
☞ La fotografa irlandese Rhiannon Adam parla del suo lavoro e del concetto di “controllo creativo”.
🎰 «In fondo quale differenza c’è tra i guru della iperproduttività e gli influencer della vita sana e lenta? Alzarsi prima degli altri per lavorare di più non è tanto diverso dal farlo per ritagliarsi una mezzoretta di yoga».
☞ Su Lucy, Samuele Maccolini scrive di come più piacere cerchi, più diventi infelice.
Bonus
Chi era von Neumann?1
di Ananyo Bhattacharya
Chiamatemi Johnny, si raccomandava agli americani invitati alle serate movimentate che organizzava nella sua lussuosa magione a Princeton. Von Neumann, che pure conservava quell'accento ungherese che lo faceva sembrare Bela Lugosi, il leggendario protagonista di tanti film dell'orrore, pensava che il suo nome di battesimo, János, suonasse troppo straniero nella nuova patria. Dietro i modi cordiali e gli abiti eleganti c'era un uomo di inimmaginabile intelligenza.
All'Institute for Advanced Study (Ias) di Princeton, dove fu di casa dal 1933 fino alla morte, nel 1957, von Neumann si divertiva a infastidire colleghi del calibro di Albert Einstein e Kurt Gödel suonando a tutto volume marcette tedesche sul grammofono del suo ufficio. Einstein, com'è noto, ha sconvolto i concetti di spazio, tempo e gravitazione, mentre Godel — pur non altrettanto famoso — ha avuto un ruolo ugualmente rivoluzionario nel campo della logica formale. Ma chi li conosceva bene sosteneva che von Neumann fosse di gran lunga il più acuto dei tre. Tra i colleghi circolava una battuta: John apparteneva a una specie superiore e aveva studiato in modo approfondito gli esseri umani per imitarli alla perfezione.
Da bambino aveva assimilato il greco antico e il latino, e oltre all'ungherese, sua lingua madre, parlava francese, tedesco e inglese. In tenera età aveva divorato una storia del mondo in quarantacinque volumi, di cui ricordava a memoria interi capitoli a distanza di molti anni.
Un professore di storia bizantina invitato a una delle sue feste a Princeton rispose che sarebbe venuto solo a patto che la conversazione non cadesse su quell'argomento: «Sono considerato il più grande esperto al mondo» disse alla moglie di von Neumann «e vorrei che tutti continuassero a pensarla così».
Ma il campo in cui John soprattutto applicava la sua mente straordinaria non era la linguistica o la storia, ma la matematica. I cultori di questa disciplina spesso descrivono la loro attività come un nobile gioco, che consiste nel dimostrare teoremi a prescindere da ogni utilità pratica. Il che, spesso, è vero. Ma la matematica è anche il linguaggio della scienza, nonché lo strumento più potente a nostra disposizione per capire il mondo.
«Come può essere che la matematica,» si chiedeva Einstein «che è dopo tutto un prodotto del pensiero umano indipendente dall'esperienza, sia così mirabilmente adatta a descrivere oggetti della realtà?». A questa domanda non siamo ancora riusciti a rispondere in modo soddisfacente. Ma fin dai tempi antichi i matematici con qualche talento per le applicazioni della loro disciplina — e von Neumann era tra questi — sanno bene che la loro abilità li può portare alla ricchezza, al potere e alla possibilità di trasformare il mondo. Archimede si dedicava a ricerche molto astratte, come calcolare un gran numero di cifre decimali di pi greco; ma d'altro canto, grazie alla sua profonda conoscenza della materia, progettava secondo precise regole matematiche macchine belliche capaci di respingere gli assalti dei Romani, come il cosiddetto «artiglio di Archimede», un grosso gancio, attaccato con una fune al braccio di una specie di gru, in grado di sollevare parzialmente le navi nemiche dall'acqua, per poi farle rovesciare.
I risultati ottenuti da von Neumann in campo matematico a metà del ventesimo secolo ci appaiono ogni anno che passa anticipazioni del futuro, in modo sconcertante. Per capire appieno le correnti intellettuali del nostro secolo, in settori che spaziano dalla politica all'economia, dalla tecnica alla psicologia, in ultima analisi dobbiamo guardare alla vita e alle opere di von Neumann. Il suo pensiero è rilevante per le sfide che dobbiamo affrontare al giorno d'oggi, tanto che saremmo tentati di pensare che facesse davvero viaggi nel tempo, seminando silenziosamente idee che sapeva ci sarebbero servite per dare forma al futuro del pianeta.
Von Neumann era nato nel 1903, dunque aveva solo ventidue anni quando fu tra i protagonisti della rivoluzione della meccanica quantistica, di cui contribuì a fornire i fondamenti matematici. Emigrato in America a trent'anni, e resosi conto che la guerra era imminente, studiò le basi teoriche della balistica e della scienza degli esplosivi. Mise poi le sue conoscenze al servizio delle forze armate americane e del Progetto Manhattan; tra gli scienziati riuniti a Los Alamos per costruire la bomba atomica, fu lui a calcolare la disposizione degli esplosivi necessari per far detonare, mediante la compressione del suo nucleo di plutonio, «Fat Man», il potentissimo ordigno nucleare usato a Nagasaki.
Quando entrò a far parte del Progetto Manhattan, von Neumann stava dando i ritocchi finali a un libro di 640 pagine, scritto assieme all'economista Oskar Morgenstein, dedicato alla teoria dei giochi, una branca della matematica che analizza il comportamento cooperativo e non cooperativo. Quest'opera avrebbe rivoluzionato la teoria economica e reso la teoria dei giochi uno strumento fondamentale in settori disparati, dalle scienze politiche alla psicologia e agli studi sull'evoluzione — oltre ad aiutare gli strateghi militari a valutare se e quando si sarebbe dovuto premere il pulsante della guerra nucleare.
Per la sua intelligenza da extraterrestre e la sua inflessibile determinazione nell'affrontare questioni di vita e di morte, von Neumann fu uno degli scienziati che ispirarono a Stanley Kubrick il personaggio indimenticabile del Dottor Stranamore.
Estratto dall’introduzione di L'uomo venuto dal futuro. La vita visionaria di John Von Neumann, di Ananyo Bhattacharya, Adelphi, 2024.
Bhattacharya è un giornalista e scrittore scientifico. Lavora presso il London Institute for Mathematical Sciences e ha collaborato con l’Economist e con Nature.
I time-lapse vegetali sono ipnotici, grazie per questo regalo.