Trasferibili, copertine, collage inquietanti e famiglie creative
Dal Victorian Blood Book alle mostre di fotografia
Questa settimana, su Frizzifrizzi abbiamo scoperto che:
lo scrittore britannico Evelyn Waugh fu uno dei più grandi collezionisti di arte e letterature vittoriane. Accumulò, nel corso della sua vita, una notevole collezione di volumi del periodo e, dopo la sua morte, la moglie Laura vendette l’intera biblioteca all’Università del Texas;
William Butler Yeats definì il Kelmscott Chaucer, uscito a fine ‘800, come «il più bello di tutti i libri mai stampati»;
quando Aldo Novarese lasciò la fonderia torinese Nebiolo, continuò a collaborare con la storica azienda di trasferibili Reber, creando nuovi alfabeti, molti dei quali oggi ancora inediti;
per realizzare la copertina di A Saucerful of Secrets, secondo album dei Pink Floyd, Storm Thorgerson e Aubrey Powell, che di lì a poco avrebbero fondato lo studio Hipgnosis, requisirono il dipartimento fotografico del Royal College of Art, corrompendo gli assistenti per andare a lavorare lì dopo l’orario di chiusura.
Una storia che continua
design • tipografia | post sponsorizzato
Fondata da Renato Bernardi nel 1960, in provincia di Treviso, Reber è diventata in poco tempo una delle più importanti aziende di trasferibili del mondo.
☞ Oggi è in mano alla terza generazione della medesima famiglia, che sta portando avanti un’opera di riconversione digitale della grande collezione di caratteri e lanciando strumenti digitali per le piattaforme Adobe e Procreate.
Un capolavoro editoriale
tesori d’archivio • libri • illustrazione • pattern
Nel 1891 l’artista britannico William Morris, oggi conosciuto soprattutto per i suoi pattern, fondò una casa editrice, la Kelmscott Press, con la quale voleva favorire la rinascita delle arti tipografiche, realizzando pubblicazioni di altissima qualità in parte ispirate ai manoscritti di epoca medievale e ai primi libri a stampa.
☞ Il più grande capolavoro di quel piccolo editore fu il Kelmscott Chaucer, un libro prodotto interamente a mano in poche copie e costato ben 4 anni di lavoro. Ora c’è un sito in cui si può vedere nel dettaglio ogni elemento: illustrazioni, cornici, capilettera…
Un libro costruito piano piano
video • libri • artigianato
La canadese Four Keys Book Arts è una piccola realtà artigianale specializzata nella realizzazione di carte marmorizzate e di libri fatti a mano.
☞ Una serie di video mostra come si realizza un volume con le stesse tecniche impiegate nel ‘400.
Dei collage vittoriani
tesori d’archivio • collage
Nel 1854 un insospettabile uomo d’affari e funzionario britannico decise di regalare alla figlia, per il suo matrimonio, un album pieno di citazioni religiose, schizzi di sangue fatti con inchiostro rosso e immagini ritagliate da libri d’architettura, trattati naturalistici e volumi illustrati.
☞ Oggi conosciuto come il Victorian Blood Book, si può sfogliare online e le tavole si possono scaricare.
Delle copertine che hanno fatto la storia
design • musica • cinema
Tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio degli anni ‘80 uno studio creativo cambiò la storia della grafica e della musica, realizzando alcune delle più celebri copertine di dischi di tutti i tempi.
☞ Quello studio si chiamava Hipgnosis e ora un documentario, diretto da Anton Corbijn, ne racconta la storia e l’influenza che ha avuto su generazioni di designer (e non solo).
Una famiglia in mostra
eventi • design • arte • milano
ZaLiZaZa sta per Miro Zagnoli (padre, fotografo), Emi Ligabue (madre, artista), Olimpia Zagnoli (figlia, illustratrice) ed Emilia Zagnoli (figlia, costumista): una famiglia dove la creatività di certo non manca.
☞ Dal 27 settembre, presso la galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea saranno in esposizione opere, schizzi, appunti, foto dei loro album privati, oggetti conservati e collezionati, arredi e libri, che vanno a comporre l’affascinante mosaico familiare.
Due festival di fotografia
eventi • fotografia • bologna • milano
A Bologna la terza edizione dei PhMuseum Days, con 13 mostre (più due collettive e una proiezione dei lavori selezionati attraverso una call), workshop, incontri, presentazioni, visite guidate e un Photobook Hub dedicato all’editoria fotografica indipendente. A legare il tutto, il tema: una riflessione sul dialogo tra gli esseri umani e le macchine.
☞ I Don’t Know Hot to Respond to That (fino al 1º ottobre).
A Milano, invece, una “super-collettiva” — organizzata dalla rivista online Collater.al — che unisce tre mostre e presenta il lavoro di oltre 150 tra fotografe e fotografi di tutto il mondo.
☞ Collater.al Photography (fino al 24 settembre).
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E inoltre
🧘 Se a fare le posizioni yoga sono delle case.
☞ Archyoga: la nuova serie di illustrazioni di Federico Babina.
🧓 Cose per le quali si raggiunge l’apice della capacità dopo i 40 anni.
☞ Tipo giocare a scacchi, saper leggere lo stato d’animo di uno sconosciuto o correre un’ultramaratona.
🛝 Playground: cortili scolastici da tutto il mondo.
☞ Una serie fotografica di James Mollison.
🏢 Perché le città sono diventate invivibili?
«In competizione tra loro, cercano di attirare chi viene da fuori ma, forse, hanno smesso di pensare alle esigenze di chi le città le vive»Tandem è il tema della nuova edizione del Concorso per illustratori di Tapirulan.
☞ Ne parla Lucia Tozzi, esperta di politiche urbane, su Lucy.
[via Una cosa al giorno]
☁️ Ascoltare le comunicazioni degli aeroporti. Con musica ambient in sottofondo.
☞ Listen to the cloud.
🗺️ Il podcast [in inglese] di un cartografo che intervista sue colleghe e colleghi.
☞ Very Expensive Maps.
🗣️ Quali sono le due parole che si pronunciano in maniera quasi identica in tutte le principali lingue?
☞ Cominciano entrambe per C e stanno molto bene insieme.
™️ Progettare un marchio fittizio per una serie tv o un film.
☞ Su It’s Nice That se ne parla con le designer e i designer che lo fanno.
💡 River: una piattaforma di connessioni visuali.
☞ Super-affascinante: potete perdervi lì dentro per una mattinata intera.
🍜 Qualcuno ha chiesto piatti di ramen che ruotano sullo schermo?
☞ Eccoli qui.
Bonus
La prima cosa1
di Shaun Tan
La prima cosa che ricordo di aver disegnato è stata una creatura. Anche se non è stata la prima cosa che ho disegnato, è la prima che ricordo di aver disegnato, forse perché anche all'età di tre anni l'azione della penna sul retro della carta da lettere dell'ufficio da architetto di mio padre era così fluidamente pressante e le macchie di acquerello cosi divertenti da realizzare. Nell'immagine ci sono tre dinosauri: una madre, un padre e un bambino, quest'ultimo visibile come una piccola spirale all'interno della pancia della mamma. Credo che fosse la risposta alle generiche storie sui bambini e alla visione, in un'enciclopedia, della strana immagine di un embrione, una cosa che io stesso dovevo essere stato, con tanto di coda. Col senno di poi, ritengo sia un disegno sul fatto di essere umano, sul mistero dell'esistenza e sull'importanza della famiglia nel perpetuare quel mistero. A quel tempo, ovviamente, la mia mente non aveva preso in considerazione questo significato, almeno non consapevolmente. Volevo solo fare una creatura, prendere carta e penna, appoggiare i gomiti sul tavolo da pranzo in alto e disegnare un occhio, una bocca, un naso e un collo molto lungo. Poi la spina dorsale a zigzag di un rettile e così via.
Non è cambiato molto da allora. Continuo a disegnare creature in tutte le loro innumerevoli forme, un'attività che sembra eternamente infantile nella migliore accezione possibile: elementare, semplice, istintiva; nutre le qualità artistiche di cui ho imparato a fidarmi attraverso i tentarivi e gli errori realizzati con tanti mozziconi di marita affilati. Disegno molte altre cose, ma per qualche motivo, quando la mia mente e il mio taccuino di schizzi sono sgombri da tutto il resto, ritorno spesso a una creatura, conosciuta o sconosciuta. Se mi forniscono un blocco di argilla mi metto a realizzare automaticamente almeno quattro zampe, se non di più, una coda e da lì proseguo, come se le mie mani pensassero da sole.
Estratto dall’introduzione a Creature, di Shaun Tan, Tunué, 2022.
Tan (1974) è un illustratore e scrittore australiano. Ha cominciato la sua carriera curando i disegni in romanzi di fantascienza e libri dell’orrore per ragazzi.
È autore di numerose opere e vincitore di molti premi, tra cui quello come miglior libro al festival di Angoulême (L’Approdo, 2008) e un Oscar al miglior cortometraggio d’animazione (The Lost Thing, 2011).